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domenica 15 ottobre 2017 - 07:36
di Massimo Barbero

“Mi spiace che nel Cagliari non ci sia più Cellino... Avrebbe meritato la sconfitta a Novara più di tutti gli altri per la supponenza con cui ci ha trattato quando è stato nostro ospite al “Piola” in serie A”.

Avevo scritto proprio questa frase quando avevamo battuto i rossoblu di Rastelli al “Piola” con Baroni in panchina e quel pensiero oggi resta più che mai valido ed attuale. La parolina magica “Novara” risuonerà nella testa del “Presidente rock” per tutta la domenica e credo non sarà per lui un’ossessione piacevole.A Brescia abbiamo confermato la stessa solidità di squadra dell’esaltante posticipo contro il Frosinone senza risultare vivaci e pericolosi in fase offensiva come nell’ultima gara. Per fortuna è bastato perché Di Mariano (stavolta con l’assist determinante di Da Cruz) ha trasformato un altro sabato pomeriggio da 0-0 (con annessi sbadigli) in una nuova goduria da tre punti. La partita è tutta qui.

E’ tantissimo se consideriamo che alla formazione di Marino, in casa sua, abbiamo lasciato le briciole in fase offensiva. Ma altrettanto onestamente bisogna riconoscere che potevamo e dovevamo fare di più là davanti. L’ha ammesso con molta franchezza anche Corini nell’analisi del dopogara affermando che il primo tempo non gli era piaciuto. Però rischiare il meno possibile di perdere è una base solidissima su cui poter sperare di vincere le partite, specialmente in trasferta. E ieri il Novara l’ha sfruttata appieno. D’altronde gli alibi non mancano. Non si possono concedere a cuor leggero agli avversari Macheda, Maniero e Sansone, tutti assieme, senza mettere in conto di dover perdere qualcosa in termini di sostanza.

Eppure l’inizio di Da Cruz era stato molto promettente. Un paio di scatti di Alessio avevano messo in imbarazzo i centrali di casa. Ci eravamo resi pericolosi con un sinistro di Orlandi vicinissimo all’incrocio. Eppoi con un colpo di testa di Chiosa, arrivato in ritardo all’appuntamento col pallone sulla punizione dalla sinistra.Poi il Brescia ha preso le misure al nostro attaccante di riferimento e le due squadre hanno finito per annullarsi per quasi tutto il primo tempo. Meglio i nostri nella prima mezzora. In crescendo la squadra di Marino nel quarto d’ora finale del primo tempo quando non riuscivamo più a tener palla là davanti. Tra le costanti del Novara di queste prime nove giornate di campionato c’è la capacità di riuscire a far giocare maluccio chiunque ci stia di fronte.

Soltanto il Foggia probabilmente è sfuggito sinora a questa regola, mentre l’Avellino, passato subito in vantaggio, si è accontentato di contenerci senza rischiare nulla. Le altre hanno fatto tutte una fatica terribile a trovare spazi e varchi anche quando eravamo noi a dover rincorrere. Moscati è un po’ l’emblema di questo nostro modo di interpretare le partite. Non sarà bello, né appariscente, ma lo trovi ovunque, a chiudere, pressare, raddoppiare. Ieri a squadre schierate il Brescia non riusciva proprio a passare.

Soltanto Ferrante ha avuto un paio di palle interessanti in area nel grigio contesto di una sterilità assoluta. Dalla nostra parte ci è mancata la spinta sulla sinistra che aveva caratterizzato la gara casalinga con il Frosinone quando Calderoni era stato devastante e nella ripresa Sciaudone e Chajia avevano svolto un utilissimo lavoro di raccordo con scambi in velocità, palla a terra.Uno stadio intero aspettava solo l’Airone Caracciolo e nel vedere il “Rigamonti” in fibrillazione per il suo ingresso ho ripensato a quanto manchi e sia mancato al Novara un uomo del genere. Un giocatore-bandiera, capace con la sua semplice apparizione di riaccendere il proprio pubblico anche nei pomeriggi più grigi. Un po’ come accadeva quando vedevamo alzarsi dalla panchina Rubino nelle ultime stagioni in B. O lo stesso Evacuo nella cavalcata targata Baroni. Un po’ come succedeva quando Gonzalez partiva rabbioso in progressione, nel tentativo di risolvere, con una sua incursione solitaria, una partita complicata….

Fuor di retorica, l’ingresso di Caracciolo due settimane fa aveva permesso al Brescia di ribaltare la gara con il Perugia. Anche stavolta Andrea si è fatto subito sentire. Con due attaccanti come lui e Ferrante schierati accanto la formazione di Marino poteva sperare di risolvere la partita anche rinunciando alla manovra, con una pallaccia spedita nel cuore dell’area. Stava per accadere, ma per fortuna Lorenzo Montipò ha sfoderato una deviazione decisiva, da tre punti, sullo 0-0.E poco dopo Da Cruz ha riscattato di colpo una prestazione opaca con l’assist da tre punti che ha mandato in porta Di Mariano. Al posto di Corini sarei partito proprio con questi due là davanti, sin dall’inizio, per sfruttare la loro corsa. Francesco però sta diventando con il passare delle settimane un esterno sempre più completo. Il nuovo mister gli ha ritagliato un ruolo che nell’era di Boscaglia non era stato mai nemmeno immaginato (lo stesso giocatore mi era apparso poco convinto di quest’ipotesi in un’intervista a gennaio quando si ventilava l’ipotesi della partenza di Kupisz). Oggi “Dima” si fa sentire tantissimo anche in fase di copertura, senza per questo essere meno incisivo negli ultimi sedici metri.

Anzi, partendo da lontano trova sfogo maggiore per la propria corsa risultando devastante in progressione contro un avversario allungato. Il suo rilancio rappresenta uno dei meriti principali del primo Corini novarese.Sull’1-0 l’espulsione di un nervosissimo Ferrante (che già aveva rischiato il secondo giallo per proteste) ha decisamente accorciato le nostre sofferenze. Persino Caracciolo rimasto solo là davanti risultava molto più facilmente controllabile per un Novara che pure aveva perso per strada Chiosa. Gli unici rischi per noi potevano nascere da situazioni di palla inattiva perché altrimenti ben difficilmente il Brescia avrebbe trovato dei varchi. Con l’ingresso di Rivas al posto di Machin gli uomini di Marino hanno fatalmente sguarnito il centrocampo esponendosi alle nostre ripartenze. Da Cruz e Di Mariano in pieno recupero hanno avuto due occasioni colossali per chiudere i conti legittimando così un successo preziosissimo.Forse in quella corsa finale sotto la curva (con annesso lancio di maglie) c’è gran parte del Novara attuale. Una squadra unita, grintosa, determinata, capace di emozionare, almeno per il momento, più con la propria voglia di vincere collettiva che con il gioco.

E finalmente di nuovo calata nella nostra realtà, per quanto particolare, nonché desiderosa di conquistare con i fatti una città fredda al primo impatto, ma estremamente generosa e persino passionale quando qualcuno riesce a fare breccia nel cuore della gente, superando il piccolo di muro di diffidenza iniziale.Per adesso questo 3-5-2 tutta sostanza basta ed avanza per le esigenze attuali che sono soprattutto legate alla necessità di fare punti dopo l’emorragia di sconfitte iniziali (4 nelle prime 6 giornate).

Non potrà essere sempre così perché qualche volta saremo costretti a fare la partita, specialmente in gara, contro avversari chiusi ad oltranza e magari altrettanto cinici nel colpirci alla prima occasione. Ma oggi questi 6 punti conquistati in meno di una settimana sono una gran bella boccata d’ossigeno dopo le ansie del pomeriggio pre Frosinone. D’altronde anche Zeman si è messo a vincere le partite in trasferta per 1-0…

Ora si va a Palermo per affrontare l’unica squadra imbattuta di questo pazzo campionato. Non ci sarà Sciaudone. Come alternativa a Casarini… credo sia l’ora di dare una chance significativa a Nico Schiavi… un ragazzo generoso e di qualità che già in Lega Pro ci ha dato un contributo di rilievo… E che nel grigio precampionato agostano appariva tra gli azzurri più in forma…  Esattamente come tal Francesco Di Mariano da Palermo, esterno specializzato in gol da tre punti …

Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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