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venerdė 29 dicembre 2017 - 11:38
di Massimo Barbero

Povero Novara, non avremmo potuto immaginare compleanno peggiore di quello che abbiamo vissuto ieri sera nello stadietto di Chiavari…. E’ arrivata una sconfitta resa amarissima da una prestazione nel complesso ben oltre la sufficienza (decisamente diversa dalle ultime per intenderci).

Nel calcio però gli errori si pagano e gli azzurri ne hanno commessi parecchi, a tu per tu con Paroni e nella propria area di rigore, rianimando un Entella che ad inizio ripresa pareva davvero in balia delle nostre ripartenze.

Pronti via e si è visto un Novara sicuramente diverso nell’atteggiamento rispetto a quello remissivo di Pescara. La compagine ligure ha provato ad aggredirci nelle battute iniziali, ma sin dalla prima sgroppata di Di Mariano si è capito che stavolta avremmo potuto far male ai nostri avversari. Il gol è arrivato in maniera abbastanza casuale (Maniero ha lisciato la palla) ma è stato annunciato da altre due-tre situazioni pericolose a ridosso della loro area di rigore.Pellizzer e compagni sono rientrati in partita grazie a quel tirocross che Montipò ha corretto sulla traversa. Un episodio che ha ridato coraggio ai padroni di casa che nella seconda parte del primo tempo qualche grattacapo ce l’hanno effettivamente creato. Soprattutto con tiri da fuori e traversoni dalla trequarti perché in quel frangente i nostri tre centrali sembravano in grado  di mettere la museruola a De Luca e c (impressione  purtroppo effimera e fallace), oltretutto spesso in fuorigioco.

Tutt’altra musica in avvio di ripresa. Il raddoppio era nell’aria… ed invece è arrivato il pareggio dell’ex Varese. Sull’1-1 siamo andati vicini in altre due circostanze al secondo vantaggio. Ed invece, proprio quando l’uscita della “zanzara” ci aveva fatto tirare (sottovoce) un piccolo sospiro di sollievo… ci siamo fatti ipnotizzare da tale Curraino che onestamente non conoscevo… ed abbiamo preso un altro gol incredibile a difesa apparentemente schierata.La stupidaggine di Da Cruz ha chiuso anzitempo una gara comunque segnata dall’incredibile ribaltone subito. Siamo usciti con le ossa rotte dalla battaglia di nervi messa in piedi (con la compiacenza di una quaterna davvero mediocre) dalla squadra di Aglietti che dal punto di vista del gioco sembrava in chiara soggezione nei nostri confronti. Anche questo è un aspetto molto preoccupante in prospettiva futura circa la tenuta mentale e caratteriale degli azzurri che nei primi mesi di stagione sembravano inattaccabili almeno sotto quest’aspetto.Le due partite con Perugia ed Entella hanno diversi punti in comune (anche se l’approccio di ieri è apparso decisamente più convinto rispetto a quello di 7 giorni prima). Con il 3-4-3 il Novara risulta decisamente più vivace e pericoloso.

Però alla lunga entrambe le volte abbiamo pagato amnesie di quella difesa che a ottobre era il nostro punto di forza. Errori individuali o la semplice conseguenza di un modulo un po’ più offensivo che determina il classico effetto della coperta corta? Nel complesso, al di là della grande amarezza contingente, l’esito della gara di ieri non sposta di granchè la valutazione sul girone d’andata del Novara. Nelle 11 trasferte non siamo mai stati in balia dell’avversario (a Pescara e Terni ricordo gli unici momenti di vera sofferenza). Le 4 sconfitte esterne, tutte di misura, ben si compensano con le 4 vittorie lontano dal “Piola”.

Qualche volta avremmo potuto ottenere di più (ad esempio ieri) ma in qualche altra occasione (vedi Palermo) abbiamo capitalizzato al massimo ogni opportunità. E’ il rendimento casalingo invece che ci fa tremare nell’ottica di un girone di ritorno nel quale affronteremo tanti scontri diretti nel nostro stadio. Purtroppo le prestazioni offerte nelle ultime tre gare interne non autorizzano grandi speranze in questo senso.Stavolta, ahimè, siamo tutti d’accordo. Ottimisti ad oltranza e contestatori per scelta di vita la pensiamo alla stessa maniera e d’altro canto i numeri (1 sola vittoria nelle ultime 11 gare) non lasciano spazio ad altre interpretazioni: andando avanti di questo passo si torna dritti in quella categoria in cui siamo sprofondati nel 2014 in una stagione peraltro molto diversa dall’attuale.

Allora, a fine dicembre 2013, l’analisi era molto semplice da fare: avevamo sbagliato praticamente per intero la campagna acquisti (Salviato, Mori, Potouridis, Katidis, Comi e Iemmello) e dunque non sarebbe stato difficile reperire al mercato di gennaio giocatori migliori o più efficaci alla causa di quelli appena menzionati. Quest’anno la situazione è più sfumata. Tra gli arrivi estivi considero un vero flop il solo Ronaldo (se rapportiamo il suo effettivo utilizzo alle attese estive) per gli altri onestamente non sarei così drastico. Nessuno ha convinto al cento per cento, ma anche diverse “certezze” della passata stagione hanno fatto registrare una flessione preoccupante rispetto al rendimento che era lecito attendersi.Il dubbio principale a Capodanno 2013 era se proseguire con il “buonismo” di Calori (che ci portava a pericolosi rilassamenti) o riprendere con il pugno duro di Aglietti (che scontentava i senatori con cui era in conflitto da fine agosto) e l’impasse su questa scelta (Aglietti richiamato a mercato finito ed a preparazione fatta dallo staff di Calori) è risultato determinante nel nefasto esito finale.Un errore da non ripetere. 21 partite di campionato sono ampiamente sufficienti per capire cosa può dare Corini alla causa. Si ritiene che il suo apporto possa bastare per raggiungere l’obiettivo della salvezza? Lo si dica a chiare lettere ribadendo (con parole forti di Presidente e Ds) che la fiducia nell’operato del mister è la stessa del giugno scorso. Si ascoltino poi le indicazioni del tecnico per ritoccare sensibilmente ed il prima possibile una rosa che ha attualmente poche alternative e troppi elementi fuori dal giro.

Se invece la convinzione nell’operato del mister non fosse più quella della scorsa estate (o semplicemente dello scorso ottobre) meglio intervenire subito senza indugiare oltre. Per dare il tempo al suo successore di lavorare durante la sosta sotto l’aspetto della preparazione e degli interventi di mercato.Dopo 21 partite dobbiamo avere in testa come vogliamo giocare. Se si reputa l’attuale 3-4-3 la strada maestra per un girone di ritorno diverso bisogna intervenire di conseguenza. Ad esempio inserendo esterni d’attacco con caratteristiche differenti rispetto a quelle di un Chajia o di un Di Mariano in grado di avvicendarli quando non è più il momento di andare a mille, senza snaturare le caratteristiche della squadra. Eppoi aggiungendo all’organico un alternativa a Calderoni ed a Maniero che attualmente manca. Ed infine potenziando il nostro pacchetto arretrato con almeno un altro centrale di esperienza, affidabilità e rendimento visto che da quando sono venuti meno Chiosa ed il “vero” Mantovani fatalmente siamo andati in grande sofferenza.Basta così…

Questo 2017 ci ha regalato poche gioie (penso soprattutto agli 8 successi esterni) e tante amarezze, soprattutto casalinghe. Ed uscendo dal microcosmo pallonaro si è purtroppo chiuso con troppi dolori “veri” (esattamente com’era cominciato con la perdita dell’amico Jean Paul) che hanno colpito proprio in queste feste Fratelli Azzurri che abbraccio davvero con il cuore.

Non ci mancherai 2017… anzi, a dirla chiara, non vediamo l’ora che tu te vada… Buon 2018 a tutti ed ovviamente Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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