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di Massimo Barbero

La cosa che più mi fa inc… oggi nell’analizzare quest’assurdo campionato del Novara è che nonostante tutto quello che abbiamo combinato finora (8 sconfitte interne rappresentano un triste primato) siamo rimasti per quasi e tutte le 35 giornate già trascorse sempre fuori dalla zona play out…

Mannaggia, allora sarebbe bastato davvero poco per trovarci comunque ancora in una posizione di grigia tranquillità… Purtroppo le 3 gare casalinghe perse contro Pro Vercelli, Ternana ed Ascoli (le 3 ultime della classe al momento) rischiano di incidere tantissimo da qui al traguardo del 18 maggio...

In questo spazio vi ho abituato nel corso degli anni a dispensare dosi di ottimismo settimanale, talvolta anche al di là della ragione, forte di una fede azzurra corroborata da anni di veri stenti sportivi. Oggi onestamente faccio fatica a non vedere nero nell’esito finale di una stagione nata male e… mi fermo qui… per non zavorrare la nostra già difficile rincorsa col peso di altri cattivi pensieri.

Stento però ad identificarmi in un gruppo di giocatori che non sento miei, che raramente ho visto in campo spendere la voglia di vincere, la rabbia e la cocciuta determinazione che coglievo in altri protagonisti azzurri del passato, magari anche più scarsi degli attuali, ma meno superficiali in certe sfumature che in partita quasi sempre fanno la differenza.

Forse abbiamo caricato di troppi significati questa sfida con la Ternana ottenendo l’effetto di ritrovarci in campo più spaventati di un avversario che partiva con l’handicap di 9 punti da recuperare. Probabilmente questo Novara non è in grado di giocare partite “da vincere a tutti i costi” e sarebbe stato più prudente affrontare l’ex fanalino di coda con l’idea del “primo non prenderle” per poi approfittare in corsa di eventuali regali altrui. 

Partendo da questo presupposto, però, quali speranze potremmo nutrire in vista di eventuali play out (cioè sfide senza appello) peraltro, visti questi chiari di luna, obiettivo minimo ancora tutto da conquistare? Come nelle precedenti gare casalinghe avevamo cominciato bene, creando un paio di pericoli importanti nei primi dieci minuti. Come con Brescia e Cesena però siamo andati in affanno sin dalla parte centrale del primo tempo quando la squadra di De Canio ha cominciato a proporsi in avanti in maniera sempre più convinta e minacciosa. Contro i romagnoli la sera del Venerdì Santo l’avevamo passata liscia… grazie ad un paio di interventi decisivi di Montipò. Stavolta invece la gara è girata subito dopo la mezzora: scavetto di Maniero sull’esterno della rete da una parte ed 1-0 di Carretta dall’altra. Una montagna da scalare per quello che si era visto sino a quel momento, ma ci rincuoravano il fresco ricordo della gara con il Brescia nonché le precedenti rimonte subite dalla Ternana nel corso dell’attuale campionato nel quale  mai la squadra rossoverde era riuscita a tenere la porta inviolata in trasferta.Il filo che ci teneva aggrappati alla partita invece si è spezzato ad inizio ripresa. Dopo un’altra opportunità fallita da Puscas, sono arrivati i due gol umbri in meno di un minuto a farci precipitare nell’incubo peggiore possibile ed a rendere l’ultima mezzora un vero e proprio strazio da vivere senza nemmeno il conforto (illusione) di una speranza.Difficile giudicare ora le scelte di Di Carlo senza conoscere bene ciò che le ha ispirate negli allenamenti settimanali a porte chiuse.

L’idea del mister era probabilmente quella di mettere a nudo le carenze difensive della Ternana (che aveva preso gol sinora in tutte le gare giocate in trasferta) sfruttando il meglio del nostro potenziale offensivo. Partendo con Sansone, Maniero e Puscas che raramente avevano giocato assieme in queste settimane e comunque mai dal primo minuto in contemporanea. Errori individuali, anche clamorosi, hanno mortificato  qualsiasi tattica e rappresentano un rimpianto incancellabile nell’analizzare uno 0-3 che nemmeno la peggior cassandra sarebbe riuscita ad immaginare. Perché non si può perdere per 0-3 in casa (incassando 3 gol nella prima ora!) in un momento della stagione tanto delicato quando su tutti i campi regna l’equilibrio e tu ti stai giocando una bella fetta del tuo destino.Purtroppo nemmeno il tecnico di Cassino, in oltre due mesi di lavoro, è riuscito a correggere difetti caratteriali e di concentrazione di un gruppo che in questo senso non è mai cresciuto dal derby d’andata in poi, che sembra incapace di reagire quando le cose si mettono male, facendosi puntualmente travolgere dagli eventi. Partendo da questa base mi risulta davvero ozioso disquisire di moduli o suggerire l’impiego di Tizio piuttosto che di Caio.La cosa più saggia da fare nella tempesta (e con davanti una serie di scontri con squadre che ci precedono in classifica) mi pare quella di ripartire da un 4-4-2 che è lo schieramento che di solito garantisce più solidità ed equilibrio. E che potrebbe permetterci il rilancio di elementi con Dickmann e Di Mariano che meritano di giocarsi fino in fondo tutte le chances di una permanenza in B sempre più complicata da raggiungere. E’ una strada che ci aveva permesso di uscire dall’impasse delle tre sconfitte consecutive nella settimana gelida di Burian e che sarebbe il caso di riproporre sin da martedì sera a Bari.Mi fermo qui perché non saprei che altro aggiungere.

Mi fermo qui perché la salvezza passa da loro, soltanto da loro. Dai giocatori che indosseranno la maglia azzurra nelle 7 giornate che restano e che hanno ancora pochissime possibilità di dimostrarci che ci stiamo sbagliando. Sul loro valore, sul loro carattere e sul loro (ahimè nostro) destino.

Auspico invece che la società scelga l’unica strada percorribile in questo momento in cui non servono ribaltoni o ritiri punitivi ad oltranza: quella di aprire le porte del “Piola” ad un prezzo simbolico sin dalla sfida con il Venezia. Sarebbe un modo degno per tendere la mano ai novaresi comunque delusi da una stagione soffertissima e per cercare fino alla fine l’aiuto della nostra gente, spesso mortificata all’ingresso da controlli che sembrano più un dispetto a chi vuole andare allo stadio che non un’azione ispirata da reali esigenze di ordine e sicurezza (l’imposizione di negare l’ingresso di striscioni o pezze dedicati a tifosi scomparsi mi fa semplicemente rabbrividire).

Mi fermo qui con un po’ di magone perché questa brutta sconfitta  ha rovinato persino il ritorno al “Piola” del nostro grande “Ginone” ed il pomeriggio che volevamo dedicare al “Direttore” Beppe Vaccarone. Mi consolo ripensando all’entusiasmo dell’insuperabile Alessandro Clementoni ed al suo sorriso quando un paio di giorni fa mi diceva: “Ci vediamo a Bari!!!”. Alla fine di un cammino così lungo e snervante… i migliori vincono comunque...

Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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