L'editoriale Azzurro
lunedė 26 novembre 2018 - 07:40
di Massimo Barbero
Ad un certo punto del secondo tempo il sole era ormai andato via e le luci non si erano ancora accese… Sul “Piola” era calato un principio di buio… che è lo specchio fedele del Novara che vedevamo in campo.
Talmente opaco ed inconcludente da averci tolto persino la speranza di poter battere un Gozzano ridotto in dieci da diversi minuti.Da una parte ricordo due occasioni malamente sciupate da Libertazzi ed almeno un paio di deviazioni determinanti di Di Gregorio. Dall’altra soltanto un gran tiro da fuori di Ronaldo (Casadei ha fatto brutta figura, ma non era una conclusione così semplice da assorbire) e due-tre colpi di testa in area rossoblu poco convinti.Novara-Gozzano è tutta qui.
Nomi e blasone da una parte, entusiasmo, organizzazione e persino qualche individualità da tener d’occhio (Messias) dall’altra. Paradossalmente l’inferiorità numerica ha finito coll’esaltare la coesione e lo spirito di gruppo degli ospiti e nel far risaltare in maniera ancora più accentuata le difficoltà attuali nel costruire gioco dell’undici di Viali.
Ai punti il Gozzano avrebbe meritato la vittoria al “Piola” più di Pro Patria ed Albissola che invece hanno festeggiato sul nostro campo.
Per natura non sono un “mangia-allenatori” ed ho seguito sin qui con simpatia e fiducia l’avventura alla guida della nostra squadra di un tecnico che in precampionato mi aveva destato un’ottima impressione, dentro e fuori dal campo. Mi spingo oltre. Fino alla trasferta di Vercelli (compresa) ritenevo che il suo bilancio sulla panchina azzurra, tra alti e bassi e difficoltà esterne legate al caos giudiziario, fosse comunque più che positivo.
Poi però le partite che avrebbero dovuto farci fare il salto di qualità in classifica hanno invece fatto segnare un vistoso passo indietro sul piano della manovra e delle occasioni create.
Con la sola eccezione di Novara-Arezzo nella quale c’era stata (forse) soprattutto una reazione nervosa all’indomani del flop con l’Albissola e del ritiro punitivo. Dall’esterno sembra che i nostri non siano abbastanza bravi per applicare il gioco, non banale, che Viali vorrebbe vedere da loro. E per contro abbastanza confusi da non riuscire nemmeno a fare le cose semplici che quasi sempre potrebbero bastare per battere almeno avversari di caratura tecnica inferiore.
Un “impasse” di questo tipo potrebbe essere tollerato, obtorto collo, alla quarta partita di campionato, non certo all’undicesima.Ad un terzo del cammino siamo ormai giunti ad un punto di non ritorno, nel bene o nel male. O si ritiene che questo, nel suo complesso, sia più o meno quanto il Novara attuale possa dare. Ed allora è giusto pensare a “limitare i danni” conquistando la salvezza il prima possibile per poi agganciare i play off senza particolari illusioni, curandosi di garantire in campo uno spazio sempre maggiore ai nostri giovani.
Oppure la svolta tecnica deve arrivare adesso. E con (almeno) 8 gare di campionato ancora davanti prima del mercato di gennaio… l’unico cambio possibile nell’attuale frangente è purtroppo soltanto quello dell’allenatore. Tre anni fa mi schierai apertamente contro chi pretendeva un esonero di allenatore (Baroni) all’indomani di una partita persa (Terni) nella quale sullo 0-0 ci eravamo presentati 5 volte davanti al portiere avversario.
Oggi invece non certo è uno scandalo ipotizzare una soluzione drastica al fischio finale di un derby con il Gozzano senza vere occasioni create da parte nostra. Sempre però tenendo ben presente che nell’attuale “palude Novara” si sono appena infangati di recente anche due tecnici d’esperienza quali Corini e Di Carlo che nel frattempo hanno già ripreso a togliersi le loro soddisfazioni altrove.
“De Salvo vattene” è il tormentone che risuona da settimane (pardon da mesi) sul “muro” e sui “social”. Il problema è che in un certo senso è come se Mds se ne fosse già andato da tempo… da più di due anni… da quel Novara Spal dei primi di novembre 2016 in cui si allontanò dalla tribuna d’onore prima della fine del primo tempo…
Da allora lo abbiamo visto di rado ed ascoltato con sempre minore frequenza. Sono rimasti i capitali del gruppo, indispensabili per andare avanti (e comunque schierare in attacco un Cacia o un Eusepi invece di un Libertazzi o di un Carletti, con tutto il rispetto) perché il pareggio di bilancio è un utopia, tantopiù dopo il disgraziato ritorno in serie C.
Il problema è che senza la sua presenza nelle occasioni che contano, le sue decisioni d’intuito, le sue prese di posizione talvolta impopolari, ma mai banali… il Novara che aveva costruito con tanto lavoro ed innegabili sforzi una decina di anni fa si sta progressivamente sfaldando.
Sembra incapace di andare avanti senza una guida forte, in grado di intervenire, decidere e comunicare con una piazza sempre più delusa. Se Mds ci fosse ancora… forse oggi caccerebbe l’allenatore. O forse invece lo difenderebbe a spada tratta, con ancora maggior convinzione. Di sicuro non starebbe in silenzio archiviando un risicato 0-0 casalingo contro un Gozzano in dieci come un mezzo incidente di percorso in un progetto che prosegue.
Non è accettabile buttare via una stagione già a fine novembre senza nemmeno provare ad intervenire...
Chiudo con un pensiero più leggero… dedicato ai tifosi del “Gozzano” che hanno invaso il “vero Piola” con il loro ben comprensibile entusiasmo… Mi raccomando… non fate ammuffire la nostra sciarpa rossoblu per altri dieci anni, nascondendola in un cassetto tra vessilli bianconeri o altro… Domenica c’è Gozzano-Pro Vercelli e dovete tornare a tifare (ahimè a Vercelli) con lo stessa carica e la stessa passione di ieri… perché la Vostra squadra lo merita…
La nostra onestamente un po’ meno… ma chi ama questi colori… non smetterà mai di gridare… Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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