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domenica 10 marzo 2019 - 12:45
di Massimo Barbero

Per i freddi numeri l’1-1 di Arezzo non aggiunge, né toglie, granchè all’attuale campionato del Novara. E’ il quindicesimo pareggio, l’ennesimo in rimonta, l’ennesimo in trasferta contro una delle squadre che occupano l’attuale, vastissima, area play off.Da molti punti di vista rappresenta però una conferma, in un contesto ben diverso, della prestazione offerta nel felicissimo derby contro la Pro Vercelli. L’avvento di Sannino ha permesso di invertire una rotta che si stava facendo oggettivamente preoccupante.

Un mesetto fa (leggi Busto) una partita del genere in trasferta, dopo essere andati sotto prima dell’intervallo, non l’avremmo mai recuperata. Col nuovo tecnico invece si vede in campo una squadra più unita e compatta, con giocatori pronti ad andare a soccorrere il compagno in difficoltà. Quando avanzano gli avversari i nostri sono bravissimi a chiudersi, a fare muro. In 94’ di gioco abbiamo concesso una sola vera ripartenza all’Arezzo, quella che ha liberato al tiro Rolando a cinque minuti dal termine, sugli sviluppi di un’azione che ci aveva visto proiettati in avanti con diversi uomini (e qualcuno attardato a chiedere un calcio di rigore). Per il resto agli avversari abbiamo lasciato solo “palle sporche”, con un nostro difensore sempre pronto a chiudere, come quando Rigione ha impedito a Zini di sparare in porta a botta sicura nel finale.Il rovescio della medaglia è che in due partite abbiamo creato pochissimo su azione manovrata. Molto meno di quello che avevamo saputo fare nei momenti migliori della gestione Viali (a dicembre e nei primi due impegni di febbraio, per intenderci). Ieri ricordo un apertura di Pablo per Visconti a metà del primo tempo. Poi solo palle inattive: un gol, una traversa e due deviazioni di Pelagotti.

Merito dell’Arezzo (e prima della Pro Vercelli)? Forse sì, a giudicare dal loro ruolino. Contro Cuneo e Gozzano però avremo l’ardua sentenza. Di fronte a due squadre che in campo vanno innanzitutto per annullare il gioco avversario (e che sanno farlo benissimo) dovremo fare di più, decisamente di più per far risaltare la nostra (presunta) supremazia ed evitare che il risultato sia ancora legato all’alea di un episodio, di un flipper in area, di un’interpretazione arbitrale.In fondo l’Arezzo-Novara di ieri non è stato molto diverso da quello vissuto 4 mesi fa: una partita bloccata, intensa ma poco spettacolare, giocata con attenzione da due squadre che hanno finito con l’annullarsi affidandosi ai calci piazzati per rompere l’equilibrio. Al “Piola” la voglia di riscatto azzurra dopo la figuraccia con l’Albissola aveva fatto pendere la bilancia a nostro favore per quasi tutto il primo tempo. Ieri partenza e finale sono stati ad appannaggio degli uomini di Dal Canto, sospiti da un pubblico sempre molto caldo. Decisamente meglio invece il Novara nella fase centrale dell’incontro,Perrulli, Mallamo ed ora Schiavi…

Una sfortunata concentrazione di negatività ha preso di mira gli uomini alternati da Sannino come esterni di centrocampo in queste settimane. L’assenza di Nico ha indotto il mister ad arretrare Pablo nel ruolo che aveva già ricoperto in qualche finale di gara, con Toscano e Baroni in panchina per esempio, in un 4-2-4 decisamente offensivo. Quella di ieri era ovviamente un’altra partita. Per la spinta dei toscani sul terreno amico (dove non hanno mai perso). Perché il Pablo attuale, al rientro dopo una ventina di giorni di stop, non poteva essere quello dei giorni migliori del 2015 o del 2016. La coperta si è rivelata corta però soprattutto sotto un altro aspetto. Pablo da seconda punta sarebbe stato probabilmente l’uomo ideale per non dare punti di riferimento agli uomini di Dal Canto, per fare da raccordo tra centrocampo ed attacco. Le cose infatti sono molto migliorate quando Sannino l’ha avanzato in una posizione diversa, che ha messo in difficoltà anche il play maker dei padroni di casa. Quando sente il profumo di porta… l’argentino comunque puntualmente si accende. Nelle prime partite della sua terza avventura in azzurro non ha mai segnato, ma dal suo piede sono partiti gli assist più invitanti (ricordate il corridoio per Cacia a Busto?) anche nei pomeriggi più complicati.

Ad inizio ripresa il Novara ha avuto una bella reazione che ha fatto pensare al pareggio ancor prima della zampata vincente di Tartaglia. In quel momento onestamente ho sperato persino in un sorpasso che è stato vanificato da qualche spreco ai limiti dell’area di rigore avversaria. Per una mezzora buona abbiamo mostrato personalità, carattere e decisione nei contrasti in mezzo al campo. Poi, dopo la girandola di cambi, è riemerso l’Arezzo che ha concentrato nei 5-10 minuti finali i pericoli maggiori creati nell’intera gara. Molto felice (e fortunatamente tardivo) è apparso in particolare l’inserimento di Buglio che si è espresso sui livelli che in autunno l’avevano eletto a uomo copertina dell’eccellente avvio di campionato degli amaranto.

Sono un romantico e sogno un gol vittoria di Pablo, possibilmente al “Piola”. Per riallacciare definitivamente i fili di una splendida storia sportiva interrotta dopo la goduriosa sbornia di Bari. Per ridare fiducia e consapevolezza ad un giocatore che certamente tornerà ad essere decisivo con i nostri colori.Sono un romantico e sogno uno striscione sabato prossimo al “Piola”.

Per ringraziare il mitico Sergione Borgo (ahinoi squalificato) come puntualmente era stato fatto dai presenti al “Paschiero” a novembre.

Perché in fondo tutto è cominciato da Lui, dal suo coraggio e dalle sue intuizioni…

Poi sul campo, come sempre, sarà battaglia… almeno fino alle 16.30…

Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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