L'intervista ad Alessandro Marcellino
giovedì 28 marzo 2019 - 16:22
Ex di Novara e Virtus Entella
“Novara-Entella? Certo che la vedrò in tv! Di sicuro. Ma se devo dirti tutta la verità… una partita del genere mi piacerebbe tanto giocarla…”.
A pronunciare queste parole dalla sua Sardegna è Alessandro Marcellino, ex alla lontana di entrambe le squadre.Nonostante sia passato tanto tempo, certi ricordi rimangono vivi: “quando hai militato in una squadra inevitabilmente continui a seguirla. Per me è così con Novara ed Entella che ho visto scalare le categorie negli ultimi anni. Quando rivedo gli stadi in cui ho giocato, anche se qualcosa inevitabilmente è cambiato soprattutto a Chiavari, mi tornano in mente tanti ricordi…”.
Io ho impresso un Entella-Novara finito nelle pozzanghere con Marcellino in campo nelle file dei liguri. Chissà come si sarebbe trovato bene sui sintetici attuali un giocatore come lui, dotato di notevoli qualità tecniche: “probabilmente sì, ma allora non avevo modo di pensarci perché eravamo abituati a giocare in quelle condizioni sempre e comunque. Anzi, talvolta il fango diventava un mio alleato perché innanzitutto in campo dovevo preoccuparmi di evitare i colpi dei difensori avversari…”.
Oggi Alessandro segue il calcio solo da appassionato perché l’attività di sindacalista lo assorbe quasi completamente: “più che un lavoro la considero una vera e propria missione…Un po’ di tempo fa, per qualche stagione, ho allenato nei dilettanti. Ma poi andava a finire sempre alla stessa maniera: in estate c’erano attorno a noi tante persone. Poi, appena due mesi dopo, rimanevo puntualmente da solo con i miei giocatori…”.
Ed allora sfogliamo l’album dei ricordi, ripartendo da quel ’91-92 in azzurro nel quale né Marcellino né il secondo Novara di Nicolini furono all’altezza delle aspettative: “sono il primo a dire che mi aspettavo molto di più da me stesso. Nicolini mi aveva voluto fortemente ed ero stato accolto con grande enfasi. Mi ricordo un impatto esaltante in uno stadio molto bello. Purtroppo non ho ripagato le attese. Ho in mente una bella punizione all’inizio, forse contro il Lecco e qualche altro gol. Ma sono state prodezze sporadiche…”.
Furono 4 reti in tutto, nemmeno roba da buttare per una mezzapunta. Se non fosse che 3 erano state segnate nel solo mese di ottobre prima di una lunga flessione interrotta solo dall’esaltante rimonta di Valdagno a metà aprile, quando anche la permanenza in C2 sembrava in pericolo. Fu un’annata disgraziata per il ragazzo di Sassari. Si narra addirittura di un mobile cadutogli addosso in casa e di un grave lutto famigliare: “proprio così. Il mobile mi è caduto addosso e mi ha lesionato il muscolo. Un infortunio che mi ha limitato parecchio nella parte centrale della stagione. In quel periodo ho perso anche mio padre. Un brutto colpo per un ventisettenne lontano da casa”.
Volendo limitarsi all’aspetto tattico, forse il 4-4-2 di Nicolini non era l’ideale per un elemento dalle caratteristiche di Marcellino: “in quegli anni si giocava così: zona e 4-4-2 quasi fisso. Ora si è tornati a proporre il trequartista, un ruolo che si adatta maggiormente al mio modo di stare in campo. Allora da esterno sinistro facevo un po’ di fatica effettivamente… Peccato perché a Novara mi sono comunque trovato bene. In città e con la gente che veniva a vederci. Anche le mie altre esperienze al Nord sono state positive. Penso a Legnano ed ovviamente a Casale…”.
Ancor meglio è andata a Chiavari nella stagione che ha lanciato Marcellino. Era l’86-87 e l’Entella giunse quinta in C2, non distante da Derthona, Torres e Novara: “a Chiavari avevo anche il mare vicino. E questo mi permetteva di non soffrire troppo di “saudade” nel mio primo anno lontano dalla Sardegna. L’Entella originariamente era la squadra di un quartiere, di Bacezza. Il presidente era Barbieri, un panettiere per una gestione quasi famigliare. Dopo un po’ di buoni campionati in D si erano resi conto di avere le possibilità di fare le cose per bene anche più in alto e quell’anno allestirono una squadra molto competitiva. Era un gran campionato, con avversari del calibro di Gianfranco Zola. Tra i miei compagni c’era un certo Gozzi, uno stopper proveniente da Carrara. Niente a che vedere con l’attuale Presidente…”.
L’avvento del Gozzi imprenditore ha invece cambiato la storia dell’Entella che ora sogna la seconda promozione “sul campo” in serie B: “la classifica parla chiaro: hanno una squadra importante ed un allenatore che ha vinto campionati anche al Sud come Boscaglia. Dal Novara tutti si aspettavano certamente qualcosa di più. Anche gli azzurri però hanno un tecnico di grande valore, esperienza e personalità quale Sannino che, tra l’altro, ha giocato nell’Entella subito dopo di me…”.E’ il momento dei saluti che Alessandro Marcellino rivolge con il cuore: “Saluto con affetto tutti i novaresi. Provo stima e riconoscenza per la gente che mi ha sempre trattato bene. Permettetemi di salutare anche gli sportivi di Chiavari ed i tifosi dell’Entella”.
Massimo Barbero |