L'intervista a Matteo Centurioni
venerdė 31 maggio 2019 - 16:24
di Massimo Barbero
E’ stata una stagione d’oro per molti allenatori ex Novara: Tesser, Corini e Boscaglia hanno già vinto il campionato di appartenenza ed a questa prestigiosa lista confida di aggiungersi domenica sera Aglietti (che però adesso ha la strada parecchio in salita).
E’ stata però una primavera da ricordare anche per un tecnico emergente che ha debuttato in B in una situazione quasi disperata. Abbiamo contattato Matteo Centurioni, ex centrale azzurro negli indimenticabili campionati del doppio salto dalla C alla A ed oggi allenatore del Padova.
Mister Centurioni ha il merito di aver tenuto in vita le speranze biancoscudate fino alla penultima giornata. Grazie a vere e proprie imprese come il 2-1 rifilato al Lecce il pomeriggio del 1 maggio quando i salentini erano convinti di festeggiare la promozione in A all’Euganeo: “la considero comunque una bella esperienza, molto stimolante. I numeri confermano che per salvarci ci sarebbe voluta una vera e propria impresa. Ho rilevato una squadra che aveva conquistato 23 punti nelle prime 28 partite e per rimanere in B avremmo dovuto tenere una media di 2 punti a partita nelle ultime 8 giornate, centrando almeno 4 vittorie. I rimpianti sono legati al rigore sbagliato a Palermo ed alla rimonta subita nel recupero a Benevento quando avevamo appena segnato noi… Senza esagerare, qualche punto in più era alla nostra portata ed onestamente anche l’avremmo meritato…”.
L’avventura di Matteo Centurioni in azzurro merita di essere ricordata: è arrivato a fine gennaio 2008, a metà di un anonimo campionato di C quando la sua carriera sembrava in parabola discendente ed invece avrebbe lasciato il calcio giocato a maggio 2012 in serie A a San Siro, al termine di una partita di campionato contro il Milan, nel giorno dell’addio di Nesta, Seedorf, Zambrotta e Pippo Inzaghi, icone rossonere: “In effetti il Novara mi ha allungato la carriera. O forse sono stato bravo io ad allungarmela… Di certo per me rimangono ricordi indimenticabili. Siamo riusciti a trasformare l’ambiente con i risultati, specialmente dal momento dell’arrivo di Tesser. Quell’anno non perdevamo mai… la prima sconfitta è arrivata in Coppa Italia con il Milan a San Siro in quel pomeriggio fantastico. Io però mi tengo tutto dei miei anni in azzurro, anche quella stagione in A comunque elettrizzante. Mi ricordo gli applausi dell’intero stadio dopo la gara persa con il Cesena…”.
Matteo si era fatto ben volere da tutti, in campo e fuori, e fu scontata la riconferma anche all’inizio della sua nuova carriera: “Sono rimasto a lavorare nello staff di Tesser. Eppoi in quello di Aglietti con in mezzo una parentesi con “Jack” Gattuso alla prima squadra. Disputammo una seconda parte di stagione fantastica dopo un inizio difficile. Gli innesti di Bruno Fernandes e Seferovic furono determinanti a farci svoltare. Bruno era giovanissimo, ma mostrava già grande personalità. Sta facendo cose straordinarie, forse persino al di là di quello che avrei immaginato. Haris era un pochino più maturo, ma già si vedeva che era molto forte… Ma non erano i soli elementi ad avere grande qualità. Mi ricordo certe conclusioni di Lepiller e le giocate di Lazzari. Senza dimenticare ovviamente quelli che erano stati i miei compagni…”.
Dall’estate 2013 Centurioni cominciò ad allenare “in proprio”: “Sono rimasto per un’altra stagione al Novara, alla guida dei Giovanissimi Regionali. Poi ho scelto di avvicinarmi a casa, a causa di alcuni problemi famigliari: Udine, Venezia eppoi il Padova che mi ha dato la possibilità di allenare Berretti, Primavera ed addirittura prima squadra…”.
Il legame con Novarello però non si è mai spezzato: “Con molti compagni di allora continuo a sentirmi. La scorsa estate avevo parlato con Charly. Poi con Mavillo, Francesco Marianini e tanti altri… E’ come se questi anni non fossero mai passati”.
Un elemento di quella squadra peraltro l’ha appena allenato: “Ho ritrovato Morganella a Padova, ma quando passi dall’altra parte il rapporto deve cambiare per forza, è tutto completamente diverso… Basti pensare che Michel ha giocato di più con il mio predecessore che l’impiegava come uomo di spinta in un centrocampo a 5 che nella mia difesa a 4 che aveva bisogno di elementi con altre caratteristiche…”.
A proposito, con che modulo giocava il Padova di Centurioni? “Diciamo con un 4-3… fantasia!!! Nel senso che impiegavo sempre 4 difensori e 3 centrocampisti, alternando invece le soluzioni in attacco. Da un trequartista dietro alle due punte, al tridente, alle due mezzepunte alle spalle dell’attaccante centrale. Avevamo la necessità di giocare sempre per vincere, senza però stravolgere certi equilibri, visto il poco tempo a disposizione”.
Cosa vuol fare da grande Matteo Centurioni? “Risposta troppo semplice: l’allenatore! Mi piace tantissimo questo mestiere, mi porta a dare veramente tutto. Il debutto in prima squadra mi ha portato stimoli ulteriori”.
Rimarrai al Padova? “Non lo so, a giorni ho in programma un incontro con la dirigenza. Qui sono ben visto dalla gente e dalla critica, ma sono in atto diversi cambiamenti ed ho il contratto in scadenza. Se non dovessi rimanere… mi piacerebbe ricominciare altrove con un’altra prima squadra. Cerco un progetto interessante che mi permetta di esprimere le mie qualità”.
Un saluto ai tifosi azzurri che leggeranno quest’intervista e che hanno sempre ottimi ricordi di Matteo Centurioni: “Certo! Mando un caloroso saluto a tutti i “Nuares” con la speranza di rivederci presto…”.
Massimo Barbero
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