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lunedė 12 agosto 2019 - 20:30
39° puntata: 29 aprile 2012 Novara-Juventus 0-4

A volte anche un sogno può trasformarsi in un incubo… Nei lunghi anni di C2 chissà cosa avremmo dato per vivere una giornata del genere… Una domenica in cui nel nostro stadio la squadra storicamente dal maggior seguito di tifosi… si gioca una bella fetta di scudetto… contro il Novara, con addosso i riflettori di tutta Italia… Invece è stata una lunga agonia… A cominciare dal contorno. Non ce l’ho di certo con gli juventini “veri” che magari seguivano la squadra settimanalmente anche in serie B o negli anni (recentissimi) in cui i bianconeri lottavano per il settimo posto… Mi fanno arrabbiare quelli che: “Abbiamo vinto… hanno perso…”. Coloro che lo scorso 12 giugno hanno appeso una bandiera azzurra sul loro balcone… E che oggi si sono buttati con altrettanta disinvoltura nelle braccia della Vecchia Signora, ad un passo dal titolo”.

Stavolta comincio con l’attacco dell’Editoriale. Perché il ricordo più sgradevole che rimane a 7 anni di distanza, al di là del pesante 4-0, è proprio questo. Avere visto tanti tifosi del Novara ritornare per un pomeriggio (o forse per sempre) “strisciati”. Non rinnego nulla. Non rinnego quel batticuore per i risultati della Juve che avevo tutte le domeniche da bambino fin quando Fabio Scienza mi ha fatto capire quanto fosse bello andare a vedere il Novara. Non rinnego quella simpatia per le sorti juventine che è rimasta tale almeno sino a quel coro “Serie C” urlatoci allo “Stadium” al nostro ingresso a dicembre.

Da allora, continuo a tifare Juve nella corsa verso la Champions sempre più “stregata” e mi professo juventino negli sfottò con gli amici milanisti (soprattutto) ed interisti, ma il club degli Agnelli per me è soprattutto una delle tantissime avversarie del Novara che mi ha fatto soffrire per 180’. Come fosse un Fanfulla, un Suzzara o un Albissola qualsiasi…

Ce la immaginavamo diversa. Ci eravamo illusi che il Novara potesse compiere la grande impresa di fermare la Juventus ad un passo dallo scudetto. Ci avevamo fatto la bocca dopo il nostro e 2-1 alla Lazio e dopo aver visto quanta fatica avessero fatto i bianconeri per vincere a Cesena.

Ma andiamo con ordine.

La vigilia di questo strano “derby” è dedicata all’Hockey. Se l’Effenbert batte il Roller Bassano siamo di nuovo in A1. E così accade in un “Dal Lago” che regala un discreto colpo d’occhio. Curo le interviste per il “Corriere di Novara” mentre al grande Claudio Pasquino tocca il pezzo principale. E’ quasi un passaggio di consegne perché la firma storica delle rotelle vuole lasciare. Siamo in A1 e forse in qualche maniera ci chiameremo comunque Hockey Novara. Il problema però rimane il “buco” lasciato dallo sponsor inadempiente… Al palazzetto la partita è segnata (a nostro favore) sin dai minuti iniziali così mi distraggo per un sms che m’informa dal ritiro che la Juve l’indomani cambierà modulo. Dal 3-5-2 tornerà al 4-4-2 di inizio stagione. Tramite i ragazzi dell’ufficio stampa cerco di farlo sapere a Tesser (che certamente avrà avuto informatori ben più qualificati).

La domenica ripetiamo il rito del pranzo con la famiglia Pep-Occhetta che di solito garantisce almeno un pari. Ma stavolta la scaramanzia non basta… A farmi andare il boccone di traverso è un abbonato di Curva del Novara che mi chiede insistentemente: “Scusa vorrei cambiare settore ed andare con gli ospiti. Ti puoi informare come posso fare…? Dai, ti pago una birra…”. Ritrovo il sorriso circumnavigando la curva con Fabrizio Mastropierro, uno degli eroi del sabato sera, che ha un biglietto di Tribuna e mi dice: “De Salvo ha raggiunto il massimo con il Novara Calcio. Perché ora non entra nell’hockey per fare una squadra per vincere la Champions spendendo molto meno…?”. Sono sollevato anche dalla sconfitta del Genoa a Bologna: comunque vada non sarò io ad annunciare alla radio la retrocessione in B del Novara.

Molto meno simpatica la processione di “selfie” che accompagna una tribuna d’onore strapiena di vip. C’è un magistrato che si coccola il figlio, entusiasta nel vedere dal vivo i propri beniamini. Uno juventino che indossa la sciarpa piomba in cabina e mi chiede: “Scusa Massimo, mi presti il tuo pass per andare da Platini?” Eppoi: “Io rimango in cabina con Te…”.

Visto che non accoglie il mio cortese invito ad andarsene chiamo uno steward che lo fa allontanare. A Platini e Boniperti (idoli della mia adolescenza) bisogna invece riconoscere di aver reso degnamente omaggio alla scalata del Novara con la loro presenza in Tribuna d’onore. E’ stato un gran bel regalo al club delle loro radici.

Anche la Tribuna Stampa è gremitissima. C’è Daniele Piovera, juventinissimo e c’è anche Gianluca Trentini che ha fatto un regalo speciale alla sorella che lo accompagna. Ci sono i mostri sacri Caressa e Piccinini che parlottano in maniera concitata accanto alla cabina di “Azzurra” ed io mi faccio largo tra loro per prendere il mio posto.

I “Calypso Boys” Palombo e Rubino premiano in mezzo al campo Del Piero che parte dalla panchina. Nell’estate 1993 Alex aveva giocato qui una delle sue prime partite in bianconero.

Si comincia! La Juve rispolvera la difesa a 4 proprio come mi aveva anticipato il mio “informatore” con Chiellini che fa il terzino sinistro come nei primi anni di carriera. Tesser, che non ha Morganella, ripropone il coraggioso 4-3-1-2 che si era rivelato vincente contro la Lazio con Rigoni avanzato trequartista alle spalle di Mazzarani e Caracciolo. Chi non regge proprio è Dellafiore, impresentabile di fronte ad un Giaccherini che sulla sinistra fa il bello ed il cattivo tempo. A centrocampo non c’è partita. Il Novara non ha l’intensità e la cattiveria necessaria per rendere il confronto almeno incerto. La Juve, memore delle sofferenze di Cesena, stavolta ha iniziato forte. Conte ha portato la squadra in ritiro con un giorno d’anticipo per scongiurare cali di tensione. Lo scudetto, che nessuno a luglio avrebbe pronosticato, oggi sembra davvero ad un passo, guai lasciare punti proprio adesso. Il gol pare solo questione di tempo. Borriello sfiora l’incrocio dei pali mentre i bianconeri reclamano a lungo chiedendo il corner per una deviazione di Fontana. Il vantaggio arriva quando il cronometro segna appena un quarto d’ora di gioco: Pirlo pennella una punizione per Vucinic che al volo trova il sette alla destra di Fontana. Nessuna delle grandi era riuscita a sbloccare il punteggio al “Piola” tanto presto. Il Milan, che poi avrebbe dilagato, ci aveva messo quasi un’ora…

Nemmeno sullo 0-1 cambia lo spartito del match. Il Novara pare assente, intimidito. E la Juve sfiora ripetutamente il raddoppio con un paio di sortite di Giaccherini e con un tiro di Pirlo dalla distanza. Soltanto dopo la mezzora gli azzurri riescono a costruire qualcosa in velocità: Gemiti brucia in velocità Vidal e crossa sul secondo palo dove Mazzarani non riesce a capitalizzare l’opportunità aerea. Bisognerebbe arrivare all’intervallo con lo svantaggio minimo per poi riorganizzare qualcosa. Ed invece a cinque minuti dal riposo arriva il raddoppio di Borriello sull’ennesimo cross di Giaccherini. L’immagine di Fontana, che raccoglie la bottiglietta da terra per mettersi a bere mentre gli avversari festeggiano, è l’emblema dell’impotenza azzurra.

Nell’intervallo da un’amica mi arriva un sms che mi ferisce. Dice che ascoltandomi alla radio si capisce che sono juventino e che in fondo sono contento per il risultato che sta maturando. Ognuno interpreta parole ed atteggiamenti a proprio piacimento.

Io invece sto soffrendo proprio come se fossimo 0-2 in casa contro il Cuneo. Tesser prova a cambiare modulo con l’ingresso di un esterno (un Gabriel Silva decisamente appesantito dopo l’infortunio) ma è la Juve ad uscire dagli spogliatoi con la carica di una squadra che deve sbloccare lo 0-0. Fontana salva per due volte su Borriello, ma sul secondo tentativo c’è il tocco vincente di Vidal che fa 3-0. Si arrende anche Caracciolo, febbricitante, ed entra Morimoto. Io e Paolo diciamo in diretta che è il giocatore “adatto” per interpretare in una situazione tanto compromessa perché il suo atteggiamento, per indole e cultura sportiva, rimare lo stesso sia che si giochi una partita ormai decisiva sia che ci sia in palio la Champions. Il poker bianconero arriva appena dopo l’ora di gioco. Lo segna Vucinic dopo buco di Lisuzzo sul solito Giaccherini.

Ora c’è davvero il rischio di subire una sconfitta dalle proporzioni memorabili. La furia bianconera si placa un po’, ma gli uomini di Conte non mollano. Entra il “desaparecido” esterno olandese Elia tra la delusione degli juventini che avrebbero voluto in campo Del Piero. “Antonio tienine una, tienine una…” urlano invano dalla Curva riferendosi ovviamente alle sostituzioni. Proprio Elia va per due volte vicino al 5-0. Poi Pirlo scheggia il palo esterno su punizione. Io accompagno i numerosi tentativi ospiti urlando ripetutamente al microfono “Non va!!!” per fare il verso a Piccinini che sta commentando per “Mediaset” a pochi metri da me.

Il Novara si ridesta ed impegna Buffon con una gran conclusione di Pesce dalla distanza. Ma è un altro episodio ad infiammare il pubblico. La curva ospite si sta preparando all’ennesimo urlo contro Fontana “Oooooo… S…” ma Jimmy capisce l’antifona e li manda fuori tempo con una finta che rimane la cosa più divertente di questo pomeriggio.

Il resto dello stadio urla “Jimmy, Jimmy!!!”. Poi tutti si alzano in piedi ad applaudire ed acclamare il Novara che sta lasciando la serie A. Un gesto rimarcato da Antonio Conte in sala stampa: “E’ stato bellissimo quel coro a fine partita, nonostante la netta sconfitta. Qualora dovesse arrivare la B auguro agli azzurri di ritornare al più presto nella massima serie. Non era una gara semplice. Avevamo contro una squadra che tre giorni fa aveva battuto la terza forza del campionato. Siamo stati bravi noi a renderla facile…”.

La battuta di Alex Tacchini in tribuna stampa (che scatena la fiera reazione di Pdl) e gli “sfottò” sui social dei tifosi del Pavia (che hanno esultato al “Fortunati” ad ogni gol bianconero durante la sfida con il Tritium) ci riportano alla nostra realtà. Presto sarà di nuovo Novara-Pro Vercelli e presto, ahinoi, persino Novara-Pavia e Novara-Pro Patria

La Juve riserva questo trattamento a tutte le avversarie – osserva Tesser - Oggi Buffon si è tuffato un paio di volte. In altre occasioni non ha aveva dovuto fare nemmeno quello. Ho scelto questo schieramento perché non volevo chiudermi troppo a ridosso dell’area di rigore; contro i bianconeri una tattica rinunciataria non paga. Siamo partiti con 4-3-1-2 perché non avevamo un quinto difensore di destra. Poi ho cambiato le cose, soprattutto per limitare i danni a quel punto”.

Massimo De Salvo guarda con fiducia al futuro: “E’ comunque affascinante ospitare partite del genere nel nostro stadio. Questo campionato di serie A ha rappresentato, per tutta la città, una grande esperienza che mi piacerebbe ripetere al più presto…”. Parole che, rilette oggi, acquistano un sapore amaro. Anche se, va detto, che altre due semifinali play off per tornare nel massimo campionato il Novara le avrebbe giocate ancora di lì a poco…

Il presidente Accornero sintetizza al meglio un pomeriggio destinato comunque a passare alla storia: “Da dirigente sono molto soddisfatto per quello che è stato fatto. Da tifoso lo sono decisamente meno. Abbiamo avuto l’onore di ospitare nel nostro stadio due grandi personaggi come Platini e Boniperti che non si vedono di frequente in tribuna d’onore. D’altro canto però dobbiamo fare i conti con una sconfitta importante anche nelle proporzioni che non ci può lasciare indifferenti. Ho scambiato qualche parola con il grande Michel che nei primi minuti mi diceva: “Ma cosa vi sta succedendo? Siete impauriti? Come mai siete così tesi?”.

Non c’è molto altro da dire e vi risparmio le dichiarazioni strappate a forza ai calciatori azzurri che si aggrappano alla matematica che non ha ancora sancito la retrocessione. Alla sera a casa non dico una parola e sfogo la mia delusione nell’Editoriale scritto dopo cena: “Purtroppo sul campo lo spettacolo, in chiave novarese, è stato ancor più deludente. Forse era un’utopia pensare di poter fermare questa Juve ad un passo dal tricolore. Però mi aspettavo una partita decisamente diversa. Ad esempio come quella vista in casa contro il Milan, peraltro nel momento peggiore della nostra stagione. Anche quel giorno si era capito che i rossoneri rimangono di un altro pianeta. Però avevamo mantenuto lo 0-0 per almeno un’ora di gioco… Potevamo passare in vantaggio con Caracciolo ad inizio ripresa… ed alla fine avevamo almeno due episodi arbitrali (sullo 0-1 e sullo 0-2) per recriminare a buon diritto. Stavolta non c’è stata storia. La Juve è stata padrona assoluta della situazione per tutto l’arco della gara. Forse ha ragione Paolo Molina quando sostiene (come del resto anche Tesser, almeno in parte) che ci eravamo bruciati quasi tutto il nostro tesoretto di energie psico-fisiche nell’esaltante mezzogiorno contro la Lazio. Lo ripetiamo da un po’ di tempo. Questo Novara può competere con le avversarie in serie A solo se riesce ad aggiungere il massimo dell’intensità a qualità tecniche inferiori a quelle degli avversari. Oggi forse è avvenuto addirittura il contrario. La Juve aveva più forza fisica degli azzurri. E ci ha triturato in mezzo al campo”.

Infierisce anche Nico Pulizzi, milanista deluso per la vittoria della Juve, con un sms del tipo: “La Reggina in A non avrebbe fatto certe figure…”. Il brutto arriva l’indomani quando in Tribunale una Cancelleria mi dice: “Devo segnalarle un fatto molto grave. Mio figlio è andato nella curva del Novara, ha esultato al gol della Juve ed è stato preso a male parole…”. La mia risposta non si fa attendere: “Hanno fatto bene, è stata una lezione di vita. Gli hanno insegnato che non si deve fare… perché altrove potrebbe finire anche peggio…”.

All’ora di pranzo si consuma la mesta e sfarzosa riunione di un premio Dr che verrà comunque assegnato nonostante la retrocessione. Il presidente Accornero è orgoglioso, ma un po’ triste per la secca sconfitta. La chiosa è di Luciano Zucca Marmo: “Gli juventini ce l’avevano con Fontana perché non era disposto ad ammettere che l’aveva toccata e dunque che era calcio angolo. Ma perché con il Milan loro non hanno detto all’arbitro che quello di Muntari era gol?”.

Massimo Barbero

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