Quel giorno in cui il "Nini"...
mercoledì 04 settembre 2019 - 17:48
...ci aprì la porta di casa sua
Era la fine estate/inizio autunno del 2001, avevo 19 anni.
Qualche settimana prima, quel "pazzo" di un Massimo Barbero, mi aveva scelto insieme al mio amico Andrea Stefanelli, per svolgere le interviste agli ex azzurri, da pubblicare sul Novara Magazine, giornale di cui era Direttore.
Sono trascorsi molti anni ma ho impresso ancora alcuni fotogrammi di quel periodo: dalla "chiacchierata" con Tato Lena al bar dello stadio di Galliate o all'intervista telefonica con Gigi Del Neri.
E poi, quell'appuntamento concordato con il leggendario capitano azzurro: "Nini" Udovicich.
Ricordo perfettamente le ore antecedenti a quell'incontro, fissato per le ore 20:30 presso la sua dimora a Novara. Ansia, un pizzico di paura e preoccupazione, nel presentarmi davanti a un'icona di quel calibro. Ero uno sbarbatello 19enne, non lo avevo mai visto giocare dal vivo.
Ricordo perfettamente quel dito sul campanello e quella voce "siete voi?". Una porta che si apre, ed eccolo li il "Nini", ad accoglierci in pigiama con un sorriso a 32 denti; a fianco a lui l'adorata moglie.
Avevamo dei fogli, forse una decina di domande scritte. Bene, quei fogli volarono nel dimenticatoio perchè, dopo aver bevuto un buonissimo caffè, il "Nini" iniziò un monologo di 2 ore, spaziando per periodi, partite, presidenti, compagni, aneddoti dei suoi lunghi anni azzurri.
Aveva 60 anni quel giorno e seppur grandicelli, sembravamo due nipotini con il proprio nonno.
Il "Nini" fino a quel giorno non ci aveva mai visto, non ci conosceva. Ecco perchè quell'accoglienza a casa sua, quelle ore trascorse con lui, rappresentano per me, per noi, quel valore aggiunto di una persona davvero speciale.
Non gli ho mai chiesto se quell'intervista pubblicata sul giornalino dello stadio, poi, gli sia piaciuta realmente. Lo spero davvero, l'ho sempre sperato.
Ho rivisto il "Nini" altre 4-5 volte, anche quando quella dannata malattia ce lo stava trascinando in un mondo parallelo. Lui, però, con quell'immancabile sorriso, mi ha sempre trasmesso positività, coraggio, passione e determinazione.
Ci mancherà a tutti,
Ciao "Nini" e grazie!
Daniele Faranna
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