Russova e l’incontinenza
martedì 25 febbraio 2020 - 20:11
di Gianfranco Capra
Per sorridere un po’ e alleviare la pressione.
Il Novara ha sempre avuto grandi portieri (Feher, Caimo, Corghi, Lena, Felice Pulici, Garella), essendo una squadra abituata a difendersi, aveva bisogno di un portiere sicuro.
Negli anni Quaranta-Cinquanta, appena dopo la guerra, arrivò a Novara chissà attraverso quali strade misteriose un portiere del Pisa, tale Celestino Russova, classe 1922.
Già il nome Celestino faceva un po’ ridere, e poi , lui pisano di Frassinoro ci metteva del suo firmando gli autografi con il w doppio: Russowa, sostenendo di avere una madre russa.
Era un portiere onesto, nè fenomeno nè schiappa. Guadagnò la promozione in serie “A” nel 1948 nello squadrone guidato da Silvio Piola, e giocò alla fine con gli azzurri 77 partite fra serie “B” e serie “A”.
Fra i cadetti aveva conteso il posto al triestino Costanzo, un gatto.Celestino aveva giocato in serie “A” dieci partite; dopo il pesante 5- 1 incassato il 26 dicembre a Lucca (quando il Novara scese in campo con dieci elementi petrchè durante il viaggio in treno si era ammalato Castelli), Silvio Piola si era imbufalito e aveva preteso dal commissario tecnico Luciano Marmi almeno tre rinforzi: un portiere di sicurezza; un centrosostegno grintoso e un’ala sinistra che sapesse fare i cross.
“Con l’attuale squadra non ci salviamo! Non facciamo nemmeno venti punti!”, Piola era stato categorico.
Silvio aveva anche indicato i tre nomi: portiere Corghi del Modena (faceva la riserva di Corazza); Gigi Molina novarese filiforme che vegetava nelle riserve; Piero Ferraris II, vercellese campione del mondo, che si era ritirato dal calcio e gestiva un albergo a Vercelli (avrebbe pensato lui stesso a convuincere il Piero a tornare in campo).
E così avvenne. E con questi tre nomi nuovi, il Novara compì il miracolo della salvezza grazie ai gol di Piola 15 e di Piero Ferraris II 10.
Russova vegetò nelle riserve insieme all’altro portiere Costanzo. Apparve in prima squadra ancora tre o quattro volte nei campionati successivi, poi tornò a casa, giocando poi nel Pavia e nel Lugano.La sua carriera fu modesta e poco brillante, comunque con una promozione in serie “A” e 77 partite in azzurro.
Ma quello che rese “celebre” (si fa per dire) Celestino "Russowa" fra i tifosi novaresi fu un fatto singolare.
In alcune partite casalinghe, prima del fischio d’inizio, Russova si accomodava fra I pali, e poi un irrefrenabile impulso lo costringeva ad un gesto che oggi sarebbe stato pubblicizzato da tutte le TV mondiali.
Celestino si avvicinava al palo, cercando un po’ di intimità, e poi orinava liberando la vescica. Fra l’ilarità del pubblico della curva sud, quella verso il Mercato Coperto (dall’altra parte non c’erano tribunette).
I suoi compagni gli chiedevano: “Ma non potevi farla negli spogliatoi?”. Rispondeva Celestino: “Sì, ma appena in campo mi scappa ancora, sarà l’emozione…”
L’arbitro faceva finta di niente. Il pubblico rideva; non c’erano presenze femminili nella curva sud.
Venne sostituito da Ivano Corghi, non causa la minzione pubblica, bensì per limitato rendimento.
La prossima volta racconteremo l’avventuroso arrivo a Novara del modenese Corghi, in una giornata di nebbia speciale.
Gianfranco Capra |