L'editoriale Azzurro
sabato 07 marzo 2020 - 18:11
di Massimo Barbero
Diciamo la verità, oggi una buona parte di noi preferirebbe che questo campionato del Novara fosse già finito.
Se Juve-Inter a porte chiuse, dopo un po’ di smarrimento iniziale, per i telespettatori rimarrà più o meno la stessa cosa, con le magie di CR7 e Lukaku e le abituali, immancabili, polemiche da moviola o da chissàcosaltro… commentare un cross di Piscitella o una palombella di Peralta senza avere a fianco i soliti compagni di mille domeniche alle stadio… senza sfidare le immancabili intemperie (pioggia battente, freddo o caldo esagerato) ha davvero poco senso.
Peccato perché se non avessero disposto quel posticipo televisivo… almeno il derby di Vercelli avremmo fatto in tempo a giocarlo con un contorno di pubblico adeguato e, comunque fosse andata a finire, avrebbe rappresentato un congedo all’altezza (temporaneo per carità) da quello che rimane il posto più bello del mondo: lo stadio.
E per stadio non intendo i gradoni del “Piola” dove probabilmente potrò accedere comunque in forza del tesserino da giornalista. Stadio per me è Paolino in piedi sulla ringhiera che arringa la curva, Cassina che chiude l’ombrello all’indomani dell’allarme mondiale per Chernobyl urlando “questa è pioggia radioattiva che fa bene… fa crescere i capelli!!!”, il Carlone che inveisce nei confronti del malcapitato arbitro di turno…
Lo so, ho riproposto una serie di esempi ben datati nel tempo… ignorando protagonisti attuali probabilmente altrettanto meritevoli di menzione… ma da ormai 22 anni…vivo quasi tutte le partite in tribuna stampa o in cabina radio… ed i ricordi più vivi rimangono quelli.
Eppure dopo 3 domeniche di attesa e crescente preoccupazione mi manca tutto.
Persino l’ansia di partite giocate alle 17.30 nelle quali devi combattere con i tempi che stringono, la connessione che non funziona, i fari degli stadi che si spengono di colpo, ma si riaccendono proprio mentre stai pregustando (lo ammetto in maniera poco sportiva) lo “zuccherino” di un 3-0 a tavolino a punire le inefficienze altrui…
Oggi ha davvero poco senso parlare di calcio, schemi e prospettive. Sarebbe dolce farlo, se non altro per alleggerire un po’ l’atmosfera che quotidianamente stiamo vivendo, ma obiettivamente mancano dei riferimenti per scrivere qualcosa di interessante e non banalmente scontato. L’ultima partita giocata dal Novara risale a 21 giorni fa, in mezzo ci sono state due settimane di allenamenti (e partitelle) rigorosamente a porte chiuse a toglierci qualsiasi riferimento.
Piuttosto mi chiedo che sensazioni si vivranno in campo mercoledì sera.
La sfida a porte chiuse di Carrara dell’ottobre 2018 fu tutta un’altra cosa perché allo stadio comunque c’era più gente che tifasse per la squadra di casa che non ad un match interno “normale” della Juve Under 23, della Pianese, dell’Albinoleffe o dello stesso Renate.
E soprattutto il divieto d’ingresso era legato a situazioni molto diverse dalle incognite per la nostra salute che stiamo affrontando in questi giorni.
Stavolta al fischio d’inizio i protagonisti in campo dovranno essere bravi ad allontanare il prima possibile qualsiasi pensiero agonisticamente sbagliato ed a calarsi nel clima di un match da tre punti.
Non sarà un’amichevole, ma un derby, certamente meno bello di tutti gli altri, ma che alla fine avrà identica dignità in classifica, nelle statistiche, negli annali e nel nostro personalissimo album dei ricordi.
In pieno agosto, ad una settimana dal via del campionato, avevo dedicato un “editoriale” all’amata Radio nella speranza che quella colonna sonora che aveva accompagnato le gesta azzurre per oltre 40 anni tornasse a seguire, passo per passo, il cammino del nascente Novara di Banchieri.
Lo sapete, da gennaio fortunatamente è proprio così: “Azzurra” ha di nuovo il diritto di trasmettere per intero tutte le partite di campionato degli azzurri.
Il grande sforzo compiuto da Ugo Ponzio e dall’intera emittente ci garantirà l’orgoglio in questi giorni difficili di essere davvero il cuore pulsante della passione azzurra.Paolo, io e Danny (in rigoroso ordine anagrafico) avremo l’onore e l’onere di fare vivere anche a chi sta a casa e non ha sempre gli occhi sul tablet le emozioni di tante (speriamo non troppe) partite a porte chiuse.
Per una decina d’anni ho vissuto il compito di radiocronista del Novara Calcio come una piccola “missione”. Il radiocronista per me è colui che deve comunque arrivare all’evento agonistico per tempo, dribblando impegni, influenze, traffico, problemi di lavoro personali o famigliari.
Chi racconta un evento trasmesso dalla tv ha comunque il conforto delle immagini a soccorrerlo qualora non dovesse fare in tempo a presentarsi al fischio d’inizio, chi deve scrivere qualche via d’uscita la trova comunque...
Il radiocronista no, deve arrivare là puntuale, cascasse il mondo. Fino ad una decina di anni fa per molti la radio era quasi l’unico modo per sapere cosa stesse facendo il Novara Calcio. Concorrente principale, assai poco temibile… il televideo Rai… quasi sempre in ritardo e qualche volta persino impreciso.
Al rientro da una trasferta a Pagani mi era capitato di incontrare chi si lamentasse in città l’indomani “Che schifo… 0-0 con l’ultima in classifica”. Vagli a spiegare che a Pagani io c’ero stato… che avevamo vinto 2-1… e che era stato il televideo a sbagliarsi…
Ovviamente dall’estate 2010 la prospettiva è cambiata. La contemporanea diretta televisiva aveva reso meno sacro (per quanto sempre affascinante) questo appuntamento col microfono.
Ora, purtroppo, è di nuovo come prima. Peggio di prima perché le porte del “Piola” rimarranno sbarrate anche per chi da decenni non saltava una partita casalinga per nulla al mondo…
Per un paio d’ore Paolo, io e Danny (sempre in rigoroso ordine anagrafico) abbiamo il dovere di farvi dimenticare le porte chiuse e tutti i rischi e problemi che le hanno determinate… per trasmettervi delle emozioni, speriamo positive (quello dipenderà solo dai protagonisti in campo) ma comunque vada visceralmente azzurre….
Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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