L'editoriale Azzurro
domenica 20 febbraio 2022 - 22:08
Novara-Ligorna vista da Massimo Barbero
Questa volta non sono d’accordo con l’amico Paolo Molina: questa sconfitta non mi ricorda Novara-Lumezzane dell’era Toscano. Troppe le differenze rispetto a quel pomeriggio della Befana vissuto sull’orlo di una crisi di nervi ad inveire contro Miglietta. Piuttosto questa è la nemesi di San Siro, 10 anni dopo quella prodezza di Caracciolo. Il Ligorna ha vissuto a Novara una domenica simile a quella che abbiamo vissuto al “Meazza” dieci anni fa ed è di ben magra consolazione che le legioni interiste non possano goderne causa Sassuolo.
Non sono mai stato un grande estimatore di Alfiero, ma vorrei rigiocare questa partita con Alfiero in campo per rendermi conto delle differenze tra l’avere un centravanti di peso e lo schierare due-tre punte dalle caratteristiche diverse. Purtroppo quando piove… puntualmente diluvia sul bagnato: già hai due assenze di peso in attacco ed ecco che ti viene a mancare in extremis anche l’unico elemento in rosa adatto per caratteristiche a sostituirli.
Detto di tutte le sfortune possibili dovevamo giocarla in maniera diversa. Purtroppo il Ligorna non era più la squadra allegra e giocherellona dell’andata. Ora ha in panchina un allenatore d’esperienza, uno di quelli che badano al sodo (leggi al risultato). Di identico rispetto all’andata ha quel Gomes un centravanti che sui calci d’angolo sa essere micidiale. Ci aveva purgato ad ottobre, si è ripetuto oggi con una modalità d’esecuzione molto simile.
Sullo 0-1 abbiamo avvertito sin da subito una tremenda difficoltà nell’andarla a recuperare. Se pensate eravamo andati sotto anche con Casale e Varese, ma allora ci avevamo messo pochi minuti a capovolgerla. Potenza di Vuthaj! Stavolta abbiamo cominciato uno sterile giropalla sulla trequarti. Di Di Masi gli affondi principali sulla corsia sinistra. Su uno c’era un probabile fallo da rigore, ma dopo Varese di rigori non ce ne fischiano più. Di Pagliai l’occasione più pericolosa: una palla d’oro che Pereira in corsa ha spedito alto a tu per tu con Fiory. Il tempo si è comunque chiuso con un sorriso per noi con quel cartellino rosso a Gomes che sembrava aprire nuovi scenari.
Invece la superiorità numerica si è rivelata un limite tanto che adesso rigiocherei pure il secondo tempo undici contro undici per vedere come va a finire… Il Ligorna si è schiacciato a ridosso della propria area concedendosi al massimo un paio di ripartenze, noi ci siamo adattati al loro walzer lento facendo girare la palla in maniera compassata e prevedibile. Di Masi a parte, non ho visto nessuno provare a saltare il proprio diretto avversario. Pablo a parte, non ho visto nessuno osare la giocata risolutiva. Eppure il libro dei rimpianti è bello grande perché se l’avessimo pareggiata prima del quarto d’ora con quel tiro cross di Di Masi che ha centrato assieme traversa e palo forse saremmo riusciti anche a capovolgere il risultato. Forse. Perché la realtà è un’altra e dobbiamo accettarla. Il Ligorna si è difeso con ordine ed intelligenza. Ha fatto le barricate (anzi una sola barricata) senza mai eccedere in falli o scorrettezze. Le cose sono peggiorate per noi quando Di Masi ha finito la benzina. Marchionni dalla panchina ha fatto le mosse giuste inserendo dapprima Diop nella speranza di trovare una punta vera poi Benassi e Vimercati confidando nella freschezza di chi sarebbe partito dalla difesa nel tentativo di raddrizzarla in qualche maniera. Non ce l’abbiamo fatta e la sconfitta suona come immeritata per quello che si è visto nel corso della gara.
Ma non dobbiamo sottovalutare i campanelli d’allarme che stanno suonando uno dopo l’altro. Nel girone d’andata eravamo stati solo due partite consecutive senza vincere: le due gare d’esordio contro Asti e Borgosesia. Adesso abbiamo perso in soli quattro giorni la metà del vantaggio in classifica che avevamo sulla Sanremese. Quando scrivevo che il campionato non era chiuso mi riferivo al fatto che con i tre punti a vittoria non si può amministrare un vantaggio, lo si può fare solo vincendo. Ed è quello che dobbiamo riprendere a fare a partire da Romentino. Partendo da una base: meglio essere avanti cinque punti sulla seconda in classifica che avere cinque punti da recuperare dalla prima della classe. Dunque sangue freddo e cuore caldo…. Questo campionato è ancora nelle nostre mani… non facciamocelo sfuggire… Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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