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L'editoriale Azzurro
giovedė 20 ottobre 2022 - 21:42
Pro Sesto-Novara vista da Massimo Barbero
Quello che occorre fare adesso è soprattutto un bagno d’umiltà. Non siamo (più) la squadra che ha preso a pallonate la Pro Vercelli ed in parte il Vicenza. Non siamo (più) la squadra che si è divertita in contropiede con Renate e Mantova. Siamo una neopromossa con l’organico interamente rifatto. Che ha cambiato allenatore a meno di due settimane dal via del campionato. Ci sta di soffrire. L’importante è non diventare autolesionisti come ieri quando abbiamo letteralmente regalato i due gol alla Pro Sesto.
La partita di ieri è la migliore conferma che il modulo c’entra poco se poi in campo si fanno certe castronerie. Nonostante i tre gol presi sul campo della piccola Juve la Pro Sesto non ha rinunciato al suo tradizionale 3-4-3. I milanesi sono partiti bene gestendo il pallone in prevalenza nel quarto d’ora iniziale. Verso il quarto d’ora abbiamo cominciato a spingere con una discesa apprezzabile di Ciancio che non ha trovato né Bortolussi né Buric in piena area di rigore. E’ stato il preludio al vantaggio azzurro giunto con una bella incornata di Bortolussi favorito da un intervento non perfetto del portiere di casa.
Una volta in vantaggio c’erano tutti gli estremi per controllare la partita con una certa tranquillità contro una Pro Sesto obbligata a scoprirsi per cercare il pareggio. Invece ci siamo fatti del male da soli andando a subire un gol incredibile perché Pissardo dava l’impressione di poter chiudere già sul primo giocatore che si era inserito sulla destra. Benalouane che non scatta e rimane piantato sulla linea vanificando la tattica del fuorigioco è l’emblema di automatismi difensivi ancora tutti da registrare.
Sull’1-1 è cominciata un’altra partita. Ci siamo buttati in avanti nel tentativo di tornare in vantaggio ed abbiamo occupato costantemente la metà campo avversaria. La Pro Sesto però si è difesa molto bene, con ordine, non rinunciando mai all’idea di ripartire.
Noi abbiamo sbagliato molto al momento dell’ultimo passaggio. Peli ha spinto tantissimo, ma quand’è andato al cross l’ha fatto con palloni bassi, facile preda della difesa avversaria. Sulla fascia sinistra Goncalves ha spinto più di Urso. In mezzo al campo il più intraprendente è stato ancora Masini. Ranieri si è limitato a passaggi semplici mentre Rocca è sembrato ancora condizionato dalle recenti prestazioni. Davanti l’intesa Bortolussi-Buric non ha funzionato granchè. In un contesto tattico come quello di ieri era fondamentale che i due innanzitutto occupassero l’area di rigore avversaria. Quando l’abbiamo fatto con Mattia abbiamo realizzato di testa il gol del vantaggio.
Nel complesso la grande pressione del secondo tempo ha prodotto pochissime occasioni da gol. Ricordo la fuga di Masini in apertura, lo scatto di Buric vanificato da un fischio arbitrale, il calcio d’angolo velenoso battuto da Galuppini ed una buona palla di Peli per Gonzalez ancora sull’1-1.
L’ex del Renate ieri è entrato con le migliore intenzioni, ma è stato confinato in una posizione di mezzala lontano dalla porta che non gli consentiva di essere decisivo a ridosso dall’area di rigore. Al posto di Cevoli sarei passato al 3-4-1-2 che aveva dato buoni riscontri nel secondo tempo della gara con il Lecco.
Quando sembrava dovessimo commentare un pareggio scritto… è arrivato il pasticciaccio brutto del gol del 2-1a rovinarci la cena. Non c’è nulla da aggiungere, le immagini parlano da sole. Peli combina qualcosa di incredibile e gli altri non riescono a rimediare. Ha ragione Fabio Contribunale: “certe cose non si sono viste nemmeno in serie D”.
Ed ora andiamo a Padova a cuor leggero. Lasciamo che siano i biancoscudati ad aggredirci e prepariamoci a ripartire in contropiede come avevamo fatto con Renate e Mantova (ed in parte Vicenza). Il fatto di avere contro una squadra pronta ad attaccarci dal primo minuto può essere un beneficio per la concentrazione perché non ci fa sentire troppo sicuri di non prendere gol come forse ci è capitato ieri. Io riproporrei addirittura il 4-3-2-1 con Gonzalez e Galuppini alle spalle di Bortolussi per provare a sorprenderli con le ripartenze. Tanto che dietro ci sarà da soffrire lo sappiamo già sin d’ora. Meglio soffrire con la capacità di ripartire che rimanere bloccati ad un centrocampo a cinque che non ha sbocchi. Se c’è una cosa che Andreoletti ci ha insegnato ieri (al di là dei nostri regali) è che una squadra deve mantenere sempre una propria identità per essere credibile. Come si suol dire… non può piovere ogni maledetta domenica… Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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