L'editoriale Azzurro
lunedė 20 maggio 2024 - 17:00
il punto di Massimo Barbero sulla salvezza azzurra
Questa volta il mio referente tecnico avvocato Antoniazzi aveva vaticinato: “Segneremo un gol nei primi 5’ eppoi tutto sarà in discesa…”.
E così è stato. La rete di Ongaro ci ha spianato la strada verso un ritorno “soft”. Le parate di Minelli nel corso del primo tempo hanno fatto il resto perché se il Fiorenzuola avesse colpito nel corso dei primi 45’ il discorso salvezza si sarebbe riaperto.
Così invece nella ripresa i rossoneri non avevano più né energie né motivazioni per ribaltare l’esito del doppio confronto. E l’abbiamo gestita con relativa tranquillità. Dopo il raddoppio su rigore di Bentivegna tutto il pubblico ha tirato un grosso sospiro di sollievo. E come se ci fossimo liberati di un incubo cominciato ai primi di settembre quando la Pro Patria al “Piola” aveva messo a nudo tutte le nostre fragilità.In stagione abbiamo vinto 6 volte su 6 contro la simpatica squadra emiliana, penso sia impossibile mettere in dubbio la nostra superiorità.
Soltanto l’Inter con il Milan può vantare una serie di vittorie altrettanto importante.Senza mancare di rispetto a nessuno, io credo che questa salvezza abbia soprattutto un nome ed un cognome: Giacomo Gattuso.
L’ottimo Jacopo mi ha preceduto la scorsa settimana evidenziandone i meriti tecnici. Non voglio ripetere le sue dissertazioni tattiche che condivido pienamente. Avendo frequentato molte conferenze stampa pregara (e tutte le interviste post partita) voglio esaltare invece il lato umano di un professionista che ha messo tutto sé stesso nella causa.
Ha accettato di allenare il Novara come fosse una missione da portare a termine. Non dimentichiamo che ha preso in mano la squadra quando non c’erano garanzie societarie di alcun genere. Dopo le scoppole prese in casa con Atalanta Under 23 ed Albinoleffe (e se volete ci mettiamo pure il Pontedera in Coppa) ha ricompattato un gruppo di 13-15 giocatori trascinandoli fino alla rimonta di fine dicembre che ci ha permesso di lasciare all’Alessandria il cerino dell’ultimo posto a Natale.
Dopo lo 0-3 con il Padova si è trovato un compito altrettanto difficile: riassemblare in corsa una rosa integrata a gennaio con ben 11 giocatori nuovi, qualcuno reduce da seri infortuni, qualcun altro proveniente dall’altra parte del globo, qualche altro ancora segnato da un lungo periodo di desuetudine agonistica.
Da Gorgonzola in poi è stato abile a creare un Novara 2 altrettanto affidabile con un pizzico di qualità ed esperienza in più. Soltanto i guai muscolari in serie che hanno accorciato la rosa (anche così si spiegano le tante rimonte subite) ci hanno impedito di festeggiare una salvezza diretta che avrebbe avuto del miracoloso.
Ma il nostro mister è stato bravo a non piangersi mai addosso: ha sfruttato l’emergenza per studiare nuove soluzioni tattiche, spesso vincenti.Dopo la delusione di Trieste si è trovato di fronte un avversario “tosto” per il triplo faccia a faccia che valeva la salvezza: quel Fiorenzuola che aveva centrato 24 punti nelle prime 18 gare del girone di ritorno.
Ha vinto il duello con il tanto celebrato Tabbiani con un complessivo 7-2 che non ammette repliche.
Ovviamente non dimentico l’apporto dato da un gruppo di giocatori che ha saputo trasformare le critiche (motivate) in elogi. E’ stata la stagione del riscatto per elementi che nel passato avevano convinto a corrente alternata. Penso a capitan Ranieri il cui recupero dal derby di Vercelli in poi è stato di fondamentale importanza. Penso ad Oliver Urso che ha smentito il nostro scetticismo con un girone di ritorno esaltante.
Penso a Riccardo Calcagni che ad agosto era stato messo ai margini della rosa e che una volta recuperata una condizione accettabile è stato un protagonista assoluto.Ed è stato l’anno del salto di qualità per giocatori che erroneamente non ritenevamo all’altezza del salto di categoria. Mi riferisco a Di Munno che in questo biennio ha fatto registrare una crescita esponenziale che lo rende uno dei centrocampisti più completi della terza serie. Ma anche a Bonaccorsi, un “cuore azzurro” che sicuramente in C ci può stare.
Quella di ieri è stata davvero una bella festa per tutta Novara sportiva. Come ha detto Carlo Accornero è stato come vincere un campionato. Il futuro adesso è nuovamente azzurro…
Forza Novara sempre!!! |