Di Cosmo: “Siamo carichissimi in vista di Lumezzane…”
venerdì 28 novembre 2025 - 10:12
Il centrocampista del Novara ha parlato ieri ad “Azzurri in Radio”
Leonardo Di Cosmo è abituato a guadagnarsi attraverso la sofferenza sul campo i suoi traguardi in carriera. Dopo essersi messo in luce dall’Andria è stato acquistato dall’Entella proprio nella folle estate (autunno) dei mancati ripescaggi in B: “Fu una stagione assurda – ha detto ieri nel corso del programma “Azzurri in Radio” – Le altre squadre avevano già iniziato il campionato e noi non sapevamo ancora se avremmo giocato in B o in C. Ho trascorso la vigilia di Natale con i compagni perché dovevamo recuperare una gara il 26. Ed un’altra il 28. Ad un certo punto abbiamo giocato 7 partite in un mese. Vincere quel campionato è stata una grande impresa, io sono cresciuto tanto dal punto di vista calcistico e sportivo. Da quella stagione ho imparato la mentalità vincente. E’ quella che cerco sempre di portare dentro e di trasmettere ai compagni che non hanno avuto la fortuna di vivere un’esperienza del genere. Peraltro quel campionato non me lo sento completamente mio. Ho giocato poco, avevo solo 19 anni. Fu un’annata faticosa, ma ricordo bene il presidente Gozzi, una persona squisita. Non fummo ripescati davvero ingiustamente…”.
Ha lasciato Chiavari nel gennaio 2023 per andare a giocare in una squadra penultima in classifica: “Nella stagione precedente avevo giocato parecchio, ma in quel momento ero in scadenza di contratto. Ho scommesso sul Trento che mi ha offerto un contratto di due anni e mezzo, ma rischiava la retrocessione. Mi ha convinto il progetto del direttore Zamuner e di mister Tedino che mi aveva conosciuto in un ritiro in B con l’Entella. Nei miei due anni e mezzo ho visto il Trento crescere molto, come società e come squadra. Hanno anche rimesso a posto lo stadio”.
Nell’agosto scorso invece è arrivata la chiamata del Novara: “Sono arrivato l’8. Per un mese ho fatto la spola tra i bed and breakfast con Alberti e Boseggia che erano nella mia stessa situazione, poi ho trovato casa vicino alla sede. Mi sono ambientato bene. Novara è bella, ma non bellissima. Sono sincero, mi manca il mare, anche se nei dintorni ho già visitato posti stupendi. Con i compagni ho legato molto. Non ci sono gruppetti, siamo tutti molto uniti. All’inizio ovviamente stavo di più con quelli che non avevano ancora casa. Poi ho frequentato parecchio anche Ranieri, Donadio, Lorenzini e diversi altri…”.
Ad accoglierlo mister Zanchetta: “Mi sono trovato subito bene con lui. Non sono frasi scontate, è così davvero. E’ un allenatore giovane, ma ha tanta voglia di fare. E’ un martello, nemmeno a casa stacca mai. E’ un discorso che vale anche per tutto il suo staff ovviamente. Mi sono messo a sua disposizione. Mi aiuta il fatto che in carriera sia stato un mediano forte, vorrei tanto avere il suo piede…”.
La scelta di impiegare Di Cosmo come centrocampista centrale ha evidenziato al meglio la caratteristica di essere un elemento duttile: “Lo sono sempre stato. Negli anni ho cercato di interpretare al meglio tutti i ruoli in cui venissi impiegato. Racconto un episodio. Nel primo anno in cui giocavo in prima squadra ad Andria, proveniente dalla Juniores un allenatore mi ha provato in allenamento come braccetto. Ho giocato quel giorno con tale abnegazione e volontà che la domenica successiva il mister mi ha fatto partire titolare dall’inizio. Ed a fine stagione mi ha spiegato che aveva preso quella decisione proprio dopo avermi visto all’opera in una partitella in un ruolo non mio…”.
La sua avventura al Novara è stata interrotta da un infortunio, non banale, proprio nella gara casalinga da ex con il Trento: “E’ l’incidente più serio che ho avuto sin qui in carriera. In una scivolata mi sono procurato una lesione di media gravità del legamento collaterale del ginocchio sinistro. Sarei dovuto stare fuori un mese e mezzo, ma siccome la squadra aveva bisogno sono rientrato dopo sole tre settimane anche se ero ancora un po’ sofferente. Ora le cose vanno molto meglio. Ciònonostante avverto ancora un po’ di fastidio a calciare di sinistro e proseguo con le terapie…”.
Gli infortuni purtroppo stanno flagellando il mondo del calcio, a tutti livelli: “Il nostro sport è completamente cambiato in questi anni. E’ diventato molto più fisico, veloce, dinamico e ci espone maggiormente al rischio di incidenti. Le top squadre praticamente giocano quasi tutti i giorni. La Juve è reduce da un viaggio travagliato in Norvegia ed ora anticipa subito con il Cagliari. A Novara c’è uno staff che svolge un grande lavoro nella prevenzione degli infortuni. Si analizza nel dettaglio quanto ciascuno ha corso nella singola partita e si imposta il lavoro di conseguenza”.
E veniamo al recente passato. A quella sconfitta con il Renate che brucia ancora parecchio: “L’impegno non è mancato, ma evidentemente ci ha fatto difetto qualcosa. Il secondo tempo l’abbiamo affrontato con un altro piglio. Peccato per quel gol in contropiede. Dobbiamo ripartire da lì, dalla nostra reazione nella ripresa, ben coscienti che non ci possiamo permettere certi cali”.
Vietato però perdere la fiducia: “Una sconfitta non deve incidere sul morale. Sappiamo la squadra che siamo e quali sono i nostri obiettivi. Piuttosto deve farci capire che non possiamo mai permetterci di abbassare la guardia”.
Peccato perché la gara con il Lecco pareva aver impresso una svolta che non ha poi avuto continuità: “Prima della partita con il Lecco effettivamente ci siamo parlati. Mancavano 7 giornate alla fine del girone d’andata e ci siamo detti che avremmo dovuto fare più punti possibili. Da quel momento abbiamo raccolto 2 vittorie ed 1 sconfitta. Ora pensiamo partita per partita, senza guardare oltre, ma dedicandoci al lavoro quotidiano”.
La continuità, anche all’interno di una singola sfida, sembra ancora far difetto a questo Novara: “In fondo abbiamo fatto 3 sconfitte, mica 23! Io guardo sempre il bicchiere mezzo pieno e dico che eravamo reduci da 7 risultati utili consecutivi. L’ultima partita però ci deve ricordare che non possiamo permetterci di sbagliare nemmeno un tempo”.
Domani si va a Lumezzane, purtroppo ancora incerottati: “Non saremo al completo. Stiamo pagando qualche infortunio di troppo. Sono quasi sempre causa di eventi traumatici, siamo un po’ sfortunati in quello, anche se pare brutto dirlo. Siamo consapevoli che ci aspetta una partita importante. Quello che conta è l’atteggiamento, il risultato quasi sempre è una conseguenza. Per domani siamo carichissimi. Non vediamo l’ora di giocare…”.
Per finire una domanda sull’aspetto ambientale. Cosa si può fare per rivedere un “Piola” un po’ più gremito? “La gente vuole una squadra affamata, che lotta su ogni pallone. I novaresi vogliono vedere una classifica diversa, delle vittorie e non ci resta che essere bravi in quello. Dal canto mio invito i tifosi a riempire il “Piola”. Novara è una piazza storica e sarebbe bello rivedere lo stadio pieno come negli anni precedenti…”.
redazione forzanovara.net |