4 chiacchiere con... Antonello De Giorgi
martedė 08 febbraio 2011 - 08:35
di Massimo Corsano
Antonello De Giorgi (nella foto a destra, assieme a Corsano) nasce a Novara il 12 gennaio 1965; inizia la sua carriera di calciatore professionista nel 1982 con il Novara militante nella ex serie C2, qui vi resta fino al 1990. Nella stagione seguente rimane fermo a causa di un problema contrattuale con la società azzurra, nel 1992 gioca ad Aosta in C2, in quella seguente passa alla Solbiatese, mentre dal 1993 al 1996 è a Tempio Pausania in Sardegna; in entrambe queste ultime due stagioni nella medesima categoria (C2). Nei campionati seguenti gioca a Borgosesia, Pavia, Casale, Ivrea, tutte in serie D. Dal 2000 fino al 2008 è preparatore dei portieri con la Pro Patria, due anni in C2 e sei in C1. Dal 2008 fino al 2010 è alla Pro Belvedere, dove conquista la promozione in 2a divisione Lega Pro. I tifosi azzurri di vecchia data lo ricordano sempre con affetto, otto stagioni con la maglia azzurra non sono cosa da poco. Avrebbe meritato di centrare la promozione in C1 nella stagione 1986/87. Attualmente è preparatore dei portieri della Pro Vercelli in 2a divisione Lega Pro.
Da sempre, il ruolo del portiere, viene visto come quello più delicato e difficile da intraprendere. Nel caso di De Giorgi qual è stato il fattore determinante nello sceglierlo ? “Avevo delle doti innate per buttarmi e poi il repertorio classico: coraggio, non avevo paura ad andare sui piedi dell'avversario, ma soprattutto il fatto che odiavo correre… i primi anni di preparazione, quando gli allenamenti si concentravano sulla corsa, erano gli altri giocatori che si adattavano agli allenamenti del portiere; oggi la preparazione di questi ultimi si è molto modificata”.
Passare dal ruolo di portiere a quello di preparatore di questi ultimi, può comportare delle agevolazioni oppure è indifferente ? “Non ho avvertito grosse differenze, è stato un processo lento, una conseguenza naturale. Nel corso della carriera, quando ero in competizione con un altro portiere, che fossi io o lui a giocare ho sempre avuto la vocazione per fare questo mestiere; bisogna accettare gradualmente il fatto di invecchiare, per me è stata una cosa naturale. Nel 2000 potevo ancora giocare ma ho deciso di accettare una proposta di una categoria superiore per fare il preparatore dei portieri, quindi è stata una scelta consapevole, sono molto felice di fare quello che faccio”.
Un giudizio di Antonello De Giorgi sul settore italiano dei portieri. “In questo momento stiamo faticando parecchio, gli altri sono migliorati tanto, sia dal punto di vista fisico che di mercato; ci sono piazze emergenti molto competitive, basta vedere nelle squadre “primavera” dove una volta c'erano solo portieri italiani. Personalmente sono favorevole alla globalizzazione, la competizione deve portare ad un miglioramento generale del movimento. Il miglior portiere e mi riferisco a Buffon, l'abbiamo ancora noi; arriva da un lungo infortunio e non sta vivendo un buon momento. In molti hanno seguito la scuola calcio italiana che per anni è stata la più forte del settore”.
Tanti anni con la maglia azzurra. Ci sarà sicuramente un episodio che ancora oggi si ricorda con più entusiasmo… “Per me sono stati tutti bei momenti, purtroppo ho vissuto anche la retrocessione e non posso sicuramente affermare che quella stagione sia stata esaltante. Ma Novara mi ha dato tanto, specie a livello di esperienza. Quello che si viveva qui negli anni che ho giocato io era qualcosa di fantastico, c'erano tre televisioni, radio, cene organizzate con i club, si era già molto al di sopra della categoria, tutte esperienze estremamente costruttive… di quegli anni non butto via proprio niente. Anche dagli errori ho saputo imparare: c'è stato un anno iniziato tra i fischi e finito ricevendo il titolo di miglior giocatore di club…”.
L’episodio che invece rappresenta il momento più difficile con la maglia del Novara. “Subito dopo la retrocessione ci fu il ripescaggio e lì si sollevò un problema burocratico nuovo per quei tempi; potevano reintegrarmi in rosa e farmi allenare, anche andar via a parametro zero, ma la società mi disse che c'erano dei vincoli che riportarono in auge il mio contratto, scaduto al momento della retrocessione in serie D. L'anno dopo mi svincolai e continuai a giocare ad Aosta in C2 tra i professionisti”.
Il Novara di quest’anno può fare affidamento su due portieri di notevole spessore… “Fontana lo conosco molto bene, in quanto ha trascorsi importanti. Anche se non ha mai giocato tantissimo è un elemento fondamentale per lo spogliatoio, credo che sia una persona positiva e solare e che sia di esempio per i compagni. Ujkani è molto reattivo, giovane, ha già vinto un campionato e ne sta disputando un altro a livelli decisamente alti; giocare in questa categoria a Novara non è come essere a Sassuolo, le responsabilità sono svariate… ovviamente con tutto il rispetto per il Sassuolo, che resta una realtà in serie B molto importante”.
I tifosi azzurri sognano un nuovo importante traguardo al termine di questa stagione… “Personalmente mi accontenterei di vedere il Novara nella posizione attuale. Gli azzurri stanno ottenendo risultati fantastici, tutti coloro che operano all’interno della società svolgono con passione ed impegno il loro compito. Se mi trovassi coinvolto in questa stupenda avventura, vivrei alla giornata… senza caricarmi di troppe pressioni, perché si rischierebbe di rovinare quella atmosfera che si è venuta a creare e che mi sembra fondamentale”.
L’obiettivo di De Giorgi per il 2011. “Professionalmente mi auguro di riuscire a centrare i play-off con la mia squadra, attualmente siamo primi; dopo ciò che è successo con il cambio di società (fusione tra Pro Belvedere e Pro Vercelli, N.d.R.) sarei felice di giungere a questo traguardo. Poi tutto può succedere...”.
Un messaggio per gli utenti di forzanovara.net. “Continuate a seguire il Novara senza avere delle pretese eccessive. Mi sembra la soluzione migliore per continuare a crederci, raccogliendo grandi soddisfazioni”.
Massimo Corsano |