Editoriale del 04.09.2011
domenica 04 settembre 2011 - 12:31
di Massimo Barbero
La serie A è questa! Ci capiterà molto spesso di imbatterci in attaccanti come Mutu, capaci di capitalizzare ogni pallone giocato e di spostare l’inerzia di una gara dall’alto della propria classe superiore. Sabato, per qualche minuto, ho avvertito la stessa sensazione di scoramento che avvertivo nei tempi bui della C2 quando andavo ad assistere, pieno d’entusiasmo, alla prima gara casalinga agostana di coppa e mi accorgevo che gli avversari erano fuori portata… Mi ricordo di un Novara-Biellese 0-3 ed ancora di un Novara-Pro Vercelli con i bianchi in vantaggio al primo minuto e noi incapaci di tirare in porta per tutta la gara…
Stavolta, però, ci è bastato prendere le misure. Poi la squadra di Tesser ha tirato fuori la grinta ed il gioco che ci hanno esaltato per un biennio. Due campionati consecutivi non si vincono per caso e chi ha dentro il Dna del protagonista lo tira fuori sempre, a Solbiate Arno come al “Santiago Bernabeu”, pur nel rispetto dei diversi valori tecnici. L’intervento di Comotto su Giorgi (pessimo Gallione nel non autorizzare l’ingresso in campo dei sanitari a gioco fermo) ha fatto capire a tutti quanti che non si trattava di un passerella, ma di una gara vera contro un avversario sufficientemente motivato. Pesce ha ringhiato addosso a Comotto, dando la carica a pubblico e compagni per un buon finale di tempo. L’inerzia positiva è durata fino al meritato pareggio di Granoche. Poi è cominciato il walzer delle sostituzioni che hanno un po’annacquato il valore tecnico della gara. Le prodezze di Mutu e Mazzarani sarebbero state meno “semplici” in una partita ufficiale.
In realtà l’amichevole con i bianconeri ha evidenziato un aspetto tattico che verosimilmente caratterizzerà l’intera stagione. In A Morganella e Gemiti hanno bisogno di una protezione adeguata per reggere il confronto con esterni avversari di qualità ben superiore rispetto a quelli che affrontavamo l’anno passato. Ma questo è un problema di molte squadre. Lo scorso anno Del Neri ha alternato invano tutti i laterali a propria disposizione, senza riuscire mai a “blindare” adeguatamente le fasce.
Quelli che sabato rumoreggiavano per le opportunità non sfruttate da Meggiorini sono gli stessi che nel 2008 sostenevano che Bertani fosse un attaccante da 5 gol a campionato. Invece le reti di una punta non nascono mai per caso. Sono il frutto di una delicata alchimia fatta di equilibri tattici e della giusta serenità data da mister squadra ed ambiente. Quest’anno Tesser ha molte più alternative rispetto all’anno passato quando le scelte in attacco erano quasi obbligate. E’ un vantaggio, ma potrebbe essere uno svantaggio se non riuscissimo a tenere tranquilli coloro che vanno in campo, invocando sempre chi sta in panchina.
Domenica spero di vedere un “Bentegodi” colorato in gran parte d’azzurro. E’ un’occasione da non perdere: una trasferta vicina e relativamente tranquilla (senza problemi particolari di biglietto) per il nostro debutto in serie A. Il 5 febbraio 1989 una doppietta di Fiorio mutò il destino delle due società: sorpasso gialloblu in classifica e fuga verso la C1, prima tappa dell’approdo al grande di calcio di un club allora sconosciuto. Ad oltre 21 anni di distanza ci siamo anche noi… Ne abbiamo fatta di strada per arrivarci… Ora godiamocelA… Forza Novara sempre! |