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Storie di ex...Luca Matteassi
martedì 06 settembre 2011 - 16:58
di Massimo Barbero
“Matteassi Kakaaaa” era la colonna sonora dell’estate 2007. La sua conferma (riscatto dal Verona dopo due anni in prestito) aveva mandato in visibilio la tifoseria azzurra che aveva temuto a lungo di doversi separare dall’esterno grossetano. Sembra passato un secolo. Ora Luca gioca in serie D nell’Atletico Bettola Ponte Pro Piacenza che domenica ha esordito in campionato con una sconfitta (2-0) sul campo della Rudianese: “Ci ha girato male – racconta il diretto interessato – avevamo alcune assenze ed abbiamo giocato su un terreno reso impossibile dalla pioggia. La sconfitta è giunta solo su due palle inattive. Ma la stagione è ancora lunga”.
Tutto vero, ma cosa ci fa in quelle categorie un giocatore come Matteassi che, a lungo, ci era parso un lusso anche per la C1? “Dopo l’esperienza con la Pro Belvedere – racconta - ho deciso di smettere con il calcio professionistico e di fermarmi a casa, con la mia famiglia. Non ho più voglia di girare l’Italia per qualche centinaio di euro in più…”
Ed allora ripercorriamo a ritroso l’album azzurro di Luca. Giunse a Novara alla fine del mercato estivo 2005. Ci aveva incantato nelle file dello Spezia, nel giorno di un memorabile 4-2 al “Piola” fino ad allora imbattuto. I primi mesi alle dipendenze di Cabrini non erano stati eccezionali, tanto che si parlava di una sua repentina cessione. La svolta è arrivata a Busto a fine novembre 2005: punizione di Porcari e gol di testa di Matteassi per il provvisorio vantaggio azzurro. Da quel momento abbiamo ammirato un giocatore da categoria superiore. Impeccabile nel 3-5-2 primaverile di Cabrini, incontenibile nel Novara tutto contropiede di Sacchetti. La magia è durata almeno fino al 2008 quando Bellotto l’ha messo in discussione per ragioni tattiche. Nell’ultima stagione Notaristefano lo schierava come interno di un centrocampo a tre francamente un po’ troppo leggero: “Con lui però mi trovavo bene – afferma Luca – giocavo abbastanza spesso e credo di essermela cavata egregiamente anche come mezzala. Peccato non essere riusciti a raggiungere i play off. Abbiamo mollato troppo presto…”Ed è arrivato il doloroso distacco da Novara. Anche perché la scelta di Tesser comportava la rinuncia pressoché definitiva al 4-4-2: “Avevo ancora un anno di contratto, ma ho preferito andarmene senza creare problemi. E senza chiedere “buonuscite” come hanno fatto altri. Forse ho avuto troppa fretta, accettando la proposta di Discepoli che mi voleva alla Pro Belvedere. Con il mister mi sono sempre trovato bene, ma per il resto… D’altronde uno che ha giocato per quattro anni nel Novara non può trasferirsi a Vercelli…”
E così Luca ha assistito alla cavalcata dei suoi compagni dall’esterno, con un comprensibile mix di emozioni. Lo scorso novembre era a Piacenza a gustarsi la sfida tra le sue ex squadre risolta da un colpo di testa di Bertani: “Sono molto contento di vedere il Novara in serie A. Lo meritano il presidente De Salvo e tutti i giocatori. Mi sento spesso con Rubino, ma sono felice anche per i vari Ludi e Porcari che non avevano mai raggiunto la massima serie. 4 anni in azzurro non si dimenticano, non sono mai stato così tanto in una società… Posso dire che il Novara è la mia squadra del cuore, ovviamente dopo la Fiorentina per cui tifo da sempre. Anche Valentina, la mia fidanzata, è rimasta una sostenitrice degli azzurri. Però non nascondo che provo anche un po’ di dispiacere nel non aver potuto partecipare direttamente a queste imprese…”.
Anche perché Matteassi la serie A l’ha conosciuta da calciatore. Dapprima nel Piacenza, eppoi nel Verona quando aveva davanti un certo Camoranesi: “Sono riuscito a fare comunque una decina di partite. La A è un campionato bellissimo, ci sono gli stadi pieni, avverti il sapore del calcio vero. Al Novara auguro di centrare quanto prima la salvezza per poi guardare anche oltre…”
Per il momento accontentiamoci dei saluti di un giocatore rimasto legato alla nostra città: “Saluto tutti i tifosi azzurri con grande emozione. Novara mi è rimasta nel cuore e spero un giorno di tornarci, magari anche sotto un’altra veste. Mi auguro di avervi lasciato qualcosa di buono. Non ho vinto niente ma sappiate che per la vostra maglia ho dato tutto…”.
Massimo Barbero
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