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La parola a Lepiller e Faragò
martedì 16 ottobre 2012 - 15:43
La parola ai due azzurri nella consueta conferenza stampa infrasettimanale
Uno dei giocatori più attesi in questa stagione è il trequartista Matthias Lepiller, che finalmente recuperata la condizione fisica potrà dimostrare tutto il suo valore. “Nella gara contro il Brescia, il mio obbiettivo era quello di dare tutto – commenta il talentuoso giocatore - . Non sono ancora al 100 % dal punto di vista della condizione fisica, ma ho cercato di dare il massimo sia in attacco che in difesa. Dopo due sconfitte era fondamentale tornare alla vittoria e sono contento che ci siamo riusciti. All’inizio ho fatto un po’ di fatica, poi piano piano sono entrato in partita. Sono circa tre mesi che non faccio una gara ufficiale adesso mi sento al 60-70%. A Novara mi trovo molto bene, ho trovato un grande gruppo in cui si lavora benissimo e ci si diverte. Io sono un giocatore che cerca sempre di fare l’ultimo passaggio, ma devo imparare tanto in fase di copertura. Cosa penso della coppia Gonzalez e Mehmeti? E’ facile servirli, hanno grande velocità ed un ottima tecnica”.
Dopo l’esordio in serie B contro
la Reggina , Paolo Pancrazio Faragò, ha giocato alla grande parte della vittoriosa gara con il Brescia. Le buone cose dimostrate in ritiro, si stanno ora traducendo in prestazioni sul campo, ma lui mantiene i piedi per terra: “Sono felici dell’esordio e dell’impatto con la serie B. A Reggio Calabria non ho fatto niente di importante ma era importante riuscire ad inserirmi nel calcio dei grandi. Quando ho capito che averi potuto farcela? Non c’è un momento o fatto in particolare, mi alleno al massimo e questo mi dà la carica. Il mio inserimento è avvenuto anche grazie ai miei compagni che mi sono stati vicini ed hanno aiutato. Poi Raffaele Rubino è un esempio da seguire sia in campo che fuori dal campo. Ho un grande appoggio da parte della mia famiglia che mi sta vicino ed aiuta a mantenere la concentrazione ed i piedi per terra. Il calciatore a cui mi ispiro è Javier Zanetti sia come persona che come atleta. Potermi un giorno affermare a Novara sarebbe un sogno divenuto realtà”.
Simone Cerri
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