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martedė 09 agosto 2016 - 08:56
Ottava puntata...1998

Dopo due estati travagliate stavolta il Novara Calcio ci lascia godere in maniera tranquilla i giorni dei Mondiali di Francia, dell’indimenticabile doppietta Giro-Tour di Pantani e dell’ultimo grande duello hockeistico Novara-Vercelli. La crisi societaria (con le dimissioni di Gozio) arriverà puntuale anche quest’anno, ma solo a fine ottobre.
Il primo campionato di C2 dell’era post “Finnova” finisce in maniera malinconicamente dolce sul campetto di Albino con uno 0-0 scontato in una partita senza tiri in porta. A fine gara l’avvocato Baraggioli dribbla abilmente le domande sulla conferma di mister Vallongo, grande artefice di una salvezza che a gennaio appariva molto difficile.
Sullo sfondo si consuma la solita illusione del rientro di Armani. La alimenta il ritorno in pianta stabile di Federico Gozio che si appresta a far parte della compagine societaria che aveva lasciato meno di un anno prima. Con lui dovrebbe esserci anche Camillo Cedrati, storico accompagnatore dell’Inter di Pellegrini e del Trap nonchè del Novara di Frosio.

Intanto Vallongo si fa tentare dalla chiamata di Nedo Sonetti che lo vuole come suo secondo a Lecce. Il Novara si mette a cercare un allenatore ed il primo nome che gira è quello del “mitico” Villa, ex centrale dell’Ospitaletto e del Bologna di Maifredi che ha appena guidato il Comacchio in Eccellenza. Altri nomi, dotati di maggiore pedigree, sono quelli di Beretta, Zecchini, D’Alessi ed Adelio Moro.
Il Direttivo del 3 giugno ratifica l’attesa novità: Federico Gozio è il nuovo Presidente del Novara Calcio e prende il posto dell’avvocato Baraggioli che rimane nel Consiglio assieme a  Croso, La Rocca, Palopoli ed ai soci di minoranza della precedente stagione. Di Cedrati non c’è traccia e tantomeno di Armani che, si vocifera, darà comunque un piccolo contributo dall’esterno.
Il Novara di Gozio però parte forte ed il 9 giugno presenta già il nuovo allenatore: a sorpresa è il 34enne Bruno Tedino che ci ha appena battuto per due volte al timone del San Donà. Un grande personaggio ed un tecnico preparato, catapultato però troppo presto in una realtà delicata.

Il 13 giugno arrivano i primi acquisti: Guernier centrocampista ex Reggina che militava nella Viterbese ed il duo dall’Ospitaletto appena retrocesso Torchio-Preti. Gozio (ancora in assenza di un ds) ha le idee chiare e va a scovare uomini in cerca di rilancio, ma potenzialmente sempre di qualità ed esperienza. Quattro giorni dopo vengono ufficializzati anche i nomi di Bracaloni, regista dello Spezia e Liperoti, esterno scuola Milan che militava nel Crotone.
E’ un Novara quasi tutto da rifare anche perché partono pure gli elementi più convincenti dell’annata precedente. Come ad esempio Nicolini che non trova l’accordo con la società e si accasa al Borgosesia appena promosso in C2. Si sparge la voce di un possibile ritorno di Scotti. Gozio non smentisce la trattativa che però non andrà a buon fine. Si interrompe dopo un solo anno anche il rapporto con il Consorzio Gorgonzola ed il Novara rimane senza sponsor (e sarà così per lungo tempo).
La serie C ha cambiato le regole. Bisogna avere in campo per tutti i novanta minuti almeno un under ed i ragazzi delle varie primavere sono giocoforza molto ambiti. Il Novara si assicura Cervato, un esterno sinistro del Vicenza che giocava nel Castel San Pietro. Ed il 1 luglio viene ufficializzato l’ingaggio della punta che Tedino voleva: è Giorgio Carbone proveniente dal San Donà. Qualche anno prima aveva realizzato gol a raffica nella cavalcata verso la C1 dell’Ospitaletto di Ferrario.

Gli ultimi giorni di mercato vedono un Novara impegnato nel colmare le residue caselline vuote. Dall’Albinese arriva Morlacchi un classico esterno di categoria, dal Derthona viene ripescato Roberto Perrone, portiere novarese che ha sempre giocato altrove. La necessità di garantirsi degli “under” viene assecondata con il prestito di Gissi, un 1980 di proprietà della Ternana per cui Tedino stravede.

Non c’è nemmeno bisogno di aspettare la fine del mercato. Il Novara completa il proprio organico con 24 ore di anticipo sulla chiusura delle trattative con Rossi centrale difensivo dello Spezia e Patrick Agazzone di ritorno dal Derthona. Resta in azzurro Davide Corti, reduce da un’annata comunque positiva.
In nome della scaramanzia la squadra viene presentata la sera di domenica 19 luglio sulla pista da hockey di Viale Buonarroti proprio come nell’anno della promozione in C1. A presentare è la voce azzurra per eccellenza, Gianni Milanesi. Tra coloro che sfilano prima di partire per il ritiro di Arona non figura Pravatà impegnato con il servizio militare. Per contro è arrivato Giangaspare, un portiere “under” di proprietà del Cesena. La serata è turbata dai fischi a Giordano, ormai separato in casa. La società non vede l’ora di liberarsi di un attaccante dall’ingaggio pesante che ha segnato col contagocce pure in C2. Anche perché in arrivo c’è Vincenzo Garofalo, ex Cremapergo e Leffe, che viene portato in ritiro in attesa di essere ingaggiato.
Giordano suda e lavora ad Arona, ma non viene impiegato nelle amichevoli per indurlo a cercarsi una sistemazione quanto prima. Per vedere gli azzurri in campo in una vera partita bisogna attendere una decina di giorni. Mercoledì 29 luglio la squadra di Tedino supera di misura (2-1 gol di Carbone e Petrone) i padroni di casa dell’Arona facendo già intravedere quella difficoltà nel tradurre in qualcosa di concreto la propria supremazia in campo che caratterizzerà tutta la stagione azzurra. L’indomani arrivano due notizie importanti: il Novara ufficializza l’ingaggio di Garofalo e la Lega vara dei gironi molti diversi dai precedenti con le piemontesi di nuovo mischiate con liguri e toscane, come non accadeva da un po’ di stagioni.

Sul campo le cose vanno meglio quattro giorni dopo quando, sempre ad Arona, superiamo per 2-0 la “bestia nera” Saronno (che milita in C1) in cui giocano gli ex Castiglioni e Spinelli. I tifosi azzurri sognano ed intonano i primi cori della stagione: “Alè Carbone bello guaglioneeeeeee” e “Braca Braca Braca… Leon… Leon… Leon!!!”. Il ritiro si chiude dunque nel migliore dei modi, sorretti da un entusiasmo crescente.
Invece al “Chinetti” di Solbiate il sabato successivo riaffiorano antichi fantasmi contro la squadra che Massimo Venturini ha appena rilevato dopo la retrocessione in D. Il successo (2-1) arriva solo all’ultimo secondo grazie ad un’incornata di Preti dopo una prova deludente. Nessuno può immaginare però quello che accadrà a Como tre giorni dopo. I lariani che militano in C1 ci travolgono con un 6-1 che mette a nudo i limiti di una retroguardia orfana dell’infortunato Consonni. Tommaso Rocchi fa il diavolo a quattro e “Jack” Gattuso governa una difesa che ci concede solo il gol della bandiera di Bracaloni su rigore.  

Un lutto riempie le cronache novaresi. Muore a 78 anni Dino Armani, fratello dell’ex presidente Giampiero ed a propria volta già in procinto di rilevare il Novara nella primavera del 1984. Ai funerali la rappresentanza azzurra è folta e le leggende si sprecano. C’è chi giura che Giampiero Armani avrebbe salutato i dirigenti presenti garantendo loro un sostegno economico importante e c’è invece chi assicura che Dino Armani sul letto di morte avrebbe fatto promettere al fratello di non mettere mai più una lira nel calcio. La verità forse è molto più scontata: difficile credere che in quei momenti dolorosi qualcuno abbia avuto dei pensieri per il Novara Calcio che per la famiglia Armani aveva rappresentato un impegno (o, se preferite, un amore) passeggero.
Comunque il Novara di Tedino si vendica dei 6 gol presi dal Como rifilandone 5 al Momo. Dopo Ferragosto c’è un’altra amichevole nei dintorni, sul terreno del Suno. Ci sono tanti novaresi sugli spalti ed un buon tifo che degenera in qualche battibecco di troppo con il pubblico di casa. Gli azzurri partono forte e vanno presto in vantaggio con Morlacchi. Poi cominciano a sprecare l’inverosimile e la gara termina con un 2-0 onorevole  (raddoppio di Garofalo) per la formazione di Boldini.

E’ tempo di Coppa Italia ed a Biella è derby vero, anche sulle gradinate. Il Novara rimane presto in dieci per l’espulsione di Rossi, ma le emozioni si susseguono da una parte e dall’altra. A metà ripresa sono gli ospiti a trovare il gol partita con un contropiede di Petrone finalizzato da Garofalo. I bianconeri, con l’ex Saviozzi in testa, si ributtano avanti, ma il risultato non cambia.
C’è attesa per il debutto casalingo contro il Varese di Roselli che milita in C1. Purtroppo l’impianto di illuminazione è fuori uso e così si gioca alle 17 di un mercoledì pomeriggio. I biancorossi partono forte e si portano immediatamente sul 2-0 grazie ai gol di Gorini e di uno scatenato Possanzini. Il Novara però non sta a guardare e rientra in partita con una prodezza di Petrone. Prima del finale di tempo l’incerto Mazzoleni concede un dubbio penalty ai lombardi che il solito Possanzini trasforma per il 3-1. La squadra di Tedino reagisce da par suo: spreca un calcio di rigore con Carbone eppoi accorcia le distanze in mischia con Corti prima di un vano serrate finale che vale solo l’applauso convinto di un pubblico in ogni caso soddisfatto.

Ora bisogna fermarsi per dieci giorni perché l’assurdo calendario di coppa non prevede altre gare prima del via del campionato (ma solo a C2 iniziata quando l’interesse per la manifestazione minore giocoforza scema ai minimi termini). La squadra azzurra deve allenarsi a Garbagna perché il campo dell’Antistadio è impraticabile.
L’esordio in campionato coincide con una bella domenica di sole e d’azzurro in cui battiamo (1-0) il Pontedera con un gran gol di Petrone. Ed in sala stampa vengono presentati due nuovi dirigenti (famiglia Montini da Montichiari) per una società che sembra sempre più solida ed ambiziosa…

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