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mercoledė 28 agosto 2019 - 16:36
41^puntata: 6 maggio 2012 Novara Cesena 3-0

La matematica certezza della retrocessione fa scattare in città un altro tormentone. Comincia il gioco di quellichesannopercertochesaremoripescati… Ti scrivono su facebook, ti fermano al bar o per strada… Tutti hanno avuto la “soffiata” che ci spetta di diritto un altro campionato di A.
Ed aggiungono: “Figuriamoci se tu, Massimo Barbero, non lo sai già…”.

No, non solo non lo so, ma nemmeno ci ho mai creduto. Non ho mai creduto che un club con tesserati invischiati nel calcioscommesse… potesse essere ripescato o riammesso. Penso anzi che se, per puro caso, ci fossimo salvati sul campo, a spese di un Preziosi, di un Dellavalle o di un Ghirardi, i tribunali sportivi ci avrebbero poi comminato i punti necessari per farci scivolare in serie B al posto del Genoa, della Fiorentina o del Parma di turno…Sta di fatto che il “gioco” dei punti di vantaggio sul Cesena alimenta questa vigilia apparentemente inutile.

Ci vogliamo convincere che se a fine campionato avremo più punti di vantaggio sul Cesena di quelli che ci verranno inflitti dalla Giustizia Sportiva saremo noi ad essere riammessi in A (invece del Cesena) nell’ipotesi di retrocessione congiunta di Lecce e Siena (o Lecce ed Atalanta).Visto così è addirittura uno scontro diretto. Invece questo Novara-Cesena rimarrà memorabile per un motivo decisamente diverso che coglieremo solo alla fine.Tesser schiera una formazione molto offensiva. L’assenza di Mazzarani (menisco) lo induce ad arretrare Mascara a trequartista alle spalle di Jeda e Caracciolo con Rigoni interno sinistro di centrocampo. Per contro il Cesena di Beretta (terzo allenatore dopo Giampaolo ed Arrigoni) è decisamente spuntato. Non ci sono né Mutu né Iaquinta mentre Candreva, Eder, Ghezzal e Bogdani sono partiti a gennaio quando la salvezza sembrava ancora possibile.

L’ultimo “nazionale” in campo è Parolo che al “Piola” ha raccolto spesso soddisfazioni anche quando militava in serie C (vedi Pistoiese e Foligno, quando giocava al fianco di Zebi).Nonostante il caldo primaverile è una gara piacevole, senza tatticismi. Mascara ha grande libertà ed impegna subito Antonioli con un gran tiro dalla distanza. Gli azzurri sfoderano soprattutto un Rigoni in condizioni straordinarie.

Appena dopo il quarto d’ora Marco viene anticipato sottoporta da un difensore romagnolo. Poi colpisce un clamoroso palo interno su traversone di Pesce e sponda di Caracciolo. Il gol azzurro è nell’aria ed arriva grazie ad un calcio di rigore procurato da Jeda che ruba il tempo a Colucci. Rigoni fa centro dal dischetto sotto la Nord. Poi sbaglia il facile 2-0 su invenzione di Mascara.A questo punto comincia lo show sfortunato di Caracciolo che non ha mai segnato al “Piola” e non riuscirà a farlo nemmeno in questo pomeriggio di festa (ma solo da avversario qualche mese dopo).

Dapprima l’Airone viene contrato al momento del tiro (e lamenta un fallo che non c’è) poi è Antonioli di piede a fermarlo. Al microfono con Paolo Molina dico che per valutare la sua parentesi azzurra oltre la sufficienza… sarebbero serviti almeno un paio di gol “facili” o banali. 2 centri a San Siro ed all’Olimpico, per quanto prestigiosi e spettacolari, non possono farci ritenere del tutto soddisfatti. Mentre parlo si consuma il piccolo dramma sportivo di Coser che, alla sua prima da titolare in Viale Kennedy, ancor prima dell’intervallo deve lasciare spazio a Fontana per un guaio muscolare.Alla ripresa Beretta inserisce un attaccante (Del Nero) per l’evanescente Martinho e la gara diventa più equilibrata. I romagnoli si fanno vivi con un tentativo di Santana ed un paio di conclusioni di Guana. Ma è il Novara ad avere ancora l’opportunità più grande per raddoppiare con Jeda che chiude a fil di palo, con il piattone, su cross di Garcia che stavolta fa il terzino sinistro al posto di Gemiti.Tesser vuole portarla a casa e si preoccupa degli equilibri di una squadra che ha dato molto. Fuori Mascara (che saluta per sempre la serie A visto che a San Siro non ci sarà per squalifica) e dentro Radovanovic.

La mossa dà i suoi frutti perché una punizione del serbo propizia l’azione del secondo rigore: sulla conclusione di Jeda il mani di Von Bergen è evidente. La gente vorrebbe che a calciare dal dischetto fosse Lisuzzo, ma il Komandante non modifica le gerarchie con la gara ancora in bilico. Tira nuovamente Rigoni ed è nuovamente gol.Paolo si scioglie al microfono, io ancora no. Voglio vincere e so che una partita sul 2-0 non è al riparo da rischi. Però questo Cesena non ha davvero più stimoli e l’uscita di Parolo dà il segnale di una resa anticipata. Il tris arriva al 40’ quando Morganella fugge dalla destra, c’è una strana carambola tra il nostro giocatore, il portiere Antonioli ed i due legni della porta ospite. La sfera arriva proprio sul piede di… Marco Rigoni che insacca comodamente una memorabile tripletta. Ha realizzato 11 gol in serie A con la penultima in classifica, nessun giocatore della Juve che sta per laurearsi Campione d’Italia ha segnato tanto.

La vittoria mi vale un personale sorpasso su Paolo: ho raccontato da “prima voce” 4 successi azzurri in campionato, il nostro “capitano” solo 3. E’ un bel regalo di compleanno per il mio amico Ezio Giacoletti di Pella che spegne oggi 85 candeline. Nel vederlo e nel sentirlo siamo tutti convinti che ci accompagnerà per tanti altri campionati azzurri con la carica di sempre. Ed invece purtroppo per lui e per noi questa gioia rimarrà l’ultima regalatagli dal suo Novara…

 Tutto lo stadio…” urla la Nord, ma il recupero decretato da Merchiori è talmente è breve che non c’è tempo di proseguire coi cori.

Al triplice fischio finale però ecco il momento più emozionante di questo pomeriggio di primavera inoltrata. I 10.000 non se ne vanno, restano tutti in piedi ad applaudire il Novara.

Il primo a cogliere quello che sta accadendo è proprio il Komadante che richiama i suoi giocatori, li invita a prestare attenzione alla gente, a quello che succede sugli spalti. C’è un altro giro di campo trionfale per il Novara di Tesser dopo quelli per festeggiare le promozioni del 2009 e del 2010. Stavolta gli applausi arrivano anche dopo una retrocessione.

Se fosse successo in Premier League in Italia se ne parlerebbe per giorni per esaltare la mentalità del tifo inglese. Invece sui quotidiani nazionali questo Novara-Cesena finisce in un angolino di pagina, trattato come un inutile anticipo di B.

Sembra di vivere l’inizio di un nuovo ciclo, possibilmente con gli stessi uomini della vecchia guardia. Invece già in sala stampa dalle parole del ds Giaretta si comprende che a Novarello vogliono o vorrebbero voltare pagina.Al di là delle dichiarazioni di facciata, Tesser non è più intoccabile e nemmeno la sua conferma così scontata: “Ci aspetta ancora la gara di San Siro – risponde Giaretta che comincia a levarsi qualche piccolo sassolino – poi faremo il punto della situazione con il dottor De Salvo, per ripartire nel migliore dei modi. Siamo soddisfatti di quello che il mister ci ha dato, specialmente dal momento del suo ritorno in poi… Se devo parlare di un rimpianto però, dico che forse avremmo dovuto avere meno timore reverenziale della serie A nella prima parte di campionato. E’ un errore che non ripeteremo se avremo un’altra possibilità del genere…”.

Il tecnico azzurro invece parla già di programmi: “Dopo la partita con il Milan saremo ancora qui al lavoro con la società, per pianificare il futuro. Malgrado la retrocessione non è tutto da buttare…”

Lo conferma l’incredibile legame creato con gli “aficionados” che non hanno mancato nemmeno all’ultimo impegno casalingo: “Questo straordinario pubblico – prosegue Tesser - ha capito che la squadra ha dato tutto. Abbiamo fatto il giro d’onore, un’altra volta. Dopo due promozioni, questa volta ci hanno tributato una grande ovazione anche da retrocessi. E’ l’ennesima conferma delle grandi potenzialità della piazza di Novara, una base per costruire un grande futuro. Ora sappiamo che certi spettacoli non appartengono soltanto a paesi stranieri, ma sono una realtà anche nostra”.

Rigoni è bloccato a lungo dall’antidoping e non può venire a parlare. Lo avvicendano Porcari, Pesce e Rubino che ringraziano a loro volta il pubblico del “Piola”.
Ed allora la copertina tocca al presidente Accornero, visibilmente commosso al triplice fischio finale: “Non nego che ho provato un po’ di tristezza. Mi è venuto in mente che l’ultima retrocessione del Novara l’avevo vissuta a Pistoia, in un pomeriggio molto sfortunato. Le trasferte hanno un chilometraggio terribile quando si perde… Oggi è stato malinconico salutare un pubblico ancora una volta fantastico che non smetterò di ringraziare. L’ulteriore motivo di dispiacere è dato dal timore che qualcuno abbia potuto infangare questa società con dei comportamenti scorretti. Se ciò verrà provato saremo inflessibili con i responsabili…”.

Rientro a casa per ora di cena e mi metto a scrivere un Editoriale incentrato sulla differenza vista tra Novara e Cesena. Abbiamo 10 punti in più dei bianconeri che al “Manuzzi” a gennaio ci avevano triturato. Nel ritorno, in tutto, ne abbiamo recuperati 13 a Mutu, Iaquinta, etc
La nostra vittoria odierna è stata sacrosanta. Oltre ai tre gol abbiamo colpito tre pali e creato un’infinità di occasioni (senza contare un altro paio di penalties negati). Era tempo che il Cesena non perdeva tanto nettamente. Forse con Beretta non l’aveva mai fatto. Al di là delle assenze, la partita di oggi ha dimostrato che nel corso di questa stagione Tesser è riuscito a dare ai suoi un’impronta di gioco ben superiore a quella dei romagnoli e, forse, di altre squadre che ci precedono in classifica. Per abbozzare un esempio concreto, il Cesena ha fatto una figura decisamente migliore contro la Juventus, badando soltanto a difendersi ad oltranza. Ma quando Comotto e compagni vanno sotto è molto difficile che riescano a rientrare in partita. Rispetto ad altre formazioni ci è mancata un po’ di organizzazione difensiva e di malizia in certe situazioni. Forse è il retaggio di due campionati vinti con una squadra che pensava soprattutto a far gioco e non tanto a contenere. Però dal momento del ritorno in panchina di Tesser in poi abbiamo raccolto 15 punti in 11 partite, con una media da tranquillo centroclassifica. E sempre affrontando a viso aperto tutti, a costo di incassare qualche sconfitta vistosa. Nel complesso ad una giornata dalla fine abbiamo raccolto gli stessi punti (32) del Brescia dell’anno scorso che rappresenta il nostro più credibile termine di paragone (anche le “rondinelle” erano salite dopo i play off, ma al mercato estivo avevano piazzato colpi importanti e costosi)”.

La serata si chiude con l’eco dei caroselli bianconeri dopo lo scudetto conquistato a Trieste. E’ il primo titoli juventino dopo Calciopoli, ma sono pochi a Novara a fare festa, meno del solito. Io mi addormento affogando un piccolo magone nell’ancora fresco ricordo della città impazzita per quella serie A azzurra conquistata un anno prima che è già scivolata via…

Massimo Barbero

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