L'editoriale Azzurro
domenica 15 dicembre 2019 - 23:37
di Massimo Barbero
Non prendetemi per “sborone” se dico che per chi era venuto a Busto una prestazione azzurra del genere non rappresenta nemmeno una sorpresa. La sorpresa sta ovviamente in un passivo di simili proporzioni rifilato ad un avversario che in trasferta aveva vinto 7 volte su 8, incassando appena 4 reti nei precedenti 8 viaggi lontano da Siena. Ma il calcio è fatto di momenti, situazioni.
Il 4-0 è figlio anche della peggior esibizione stagionale del giovane portiere Confente di cui si dice un gran bene. E di quel gol sbagliato da Serrotti nell’azione del possibile 1-1 nel finale di primo tempo. Considerazioni a mente fredda che però non possono intaccare minimamente i meriti della squadra di Banchieri che, superati 10 minuti iniziali di apprensione (sarà stato il ritardato arrivo di Danny Faranna?) ha letteralmente triturato l’avversario per voglia di vincere, concretezza, attenzione, qualità.Può suonare come una presa in giro fare i complimenti ai bianconeri dopo una sconfitta per 4-0. Eppure, sinceramente, per tutto il primo tempo ho avuto la sensazione di assistere ad una partita di categoria superiore per ritmo, intensità, determinazione nell’affondare il colpo alla prima occasione utile, più o meno da entrambe le contendenti.
Il raddoppio di Bianchi ad una manciata di minuti dall’intervallo ha indirizzato definitivamente il match a nostro favore e nella ripresa il Siena, già protagonista in questo campionato di una serie di rimonte che mettevano i brividi, non è più rientrato in partita, sprofondando in una confusione alimentata anche dai troppi cambi.Io credo che nelle prestazioni di Diego Peralta sia racchiusa tutta la crescita di questo Novara. Non vado a scomodare la stagione passata, indecifrabile per tanti sotto molti aspetti.
Mi tornano in mente invece le partite ravvicinate di settembre contro Pontedera e Pergolettese, due gare finite entrambe 0-0, nei quali l’ex Pisa era sempre subentrato in corsa a Pablo. Entrambe le volte, osservando dall’alto, ricordo di aver pescato Peralta poco dedito alla fase difensiva in almeno qualche situazione, come se rincorrere un avversario che si stava involando sulla fascia non facesse parte dei suoi compiti irrinunciabili. Mentre Pablo era iperprotettivo nei confronti del giovanissimo Tommaso Barbieri, tanto da sfiancarsi in un ruolo di quasi esterno difensivo aggiunto, Diego prediligeva stare lì davanti, ad aspettare l’occasione buona, per poi colpire come ha fatto in maniera implacabile contro Lecco e Gozzano.Ecco, scordatevi di quel Peralta di pur fresca memoria, cancellatevelo dalla mente. Da Olbia in poi ho visto un giocatore diverso, prontissimo a sacrificarsi, feroce anche nel pressing, immarcabile proprio perché non esce mai dalla partita e dunque non ha poi nemmeno bisogno di dovervi rientrare.
Il capolavoro di Banchieri sta in questo. Nell’aver convinto giovani e meno giovani, nuovi acquisti e confermati, bandiere o elementi criticati nella passata annata, a scendere in campo con lo stesso spirito, con una dedizione e con una ferocia agonistica simili.Stavolta il Novara ha letteralmente mandato in cortocircuito il Siena utilizzando (decisamente meglio degli ospiti) le armi con cui si era presentata in maniera spavalda la squadra di Dal Canto sul terreno del “Piola”. Il pressing sfoggiato dai toscani nei dieci minuti iniziali si è letteralmente ritorto contro di loro nonappena gli azzurri sono riusciti a scavalcare la prima barriera bianconera. Perché così siamo riusciti a servire i nostri tre uomini d’attacco che quando possono affondare negli spazi sono letteralmente immarcabili in quanto abbinano doti tecniche ad autentica “garra”.
La squadra che fino a fine ottobre allargava costantemente il gioco in cerca nella prevedibile discesa sulla fascia dei sempre più braccati e sempre più prevedibili esterni d’attacco ora può contare sui cambi di passo di Nardi, sui tagli di Peralta, sui movimenti non sempre decifrabili di Pablo. Bortolussi non è più solo nel combattere una lotta impari coi difensori avversari ed il suo contributo in fase realizzativa ne beneficia indubbiamente.Ovviamente il calcio è soprattutto una questione di equilibri. Potremo reggere un tridente del genere (con l’aggiunta di un Nardi in mezzo al campo) fin tanto che Buba si esprimerà su questi livelli, finchè avremo un Bianchi ed uno Sbraga così. Senza dimenticare l’apporto degli esterni di difesa, sempre più convincenti per attenzione e personalità. A cominciare da un Barbieri tornato dal Brasile ancora più convinto nei propri mezzi.
A medio-lungo termine però sarà inevitabile cambiare qualcosa perché non esiste la formazione perfetta, ma solo, al massimo, la formazione perfetta per quel determinato momento. Banchieri fa bene a centellinare le forze, ad alternare continuamente gli uomini. Non ci sono solo gli undici che hanno giocato queste ultime due gare.
Altri elementi della rosa sono stati determinanti in partite giocate altrettanto bene nel recente passato e lo saranno ancora.A me questo Novara ricorda il primo Novara di Sacchetti. Una squadra a cui nessuno osava chiedere più che una salvezza il più possibile tranquilla, che aveva cominciato il campionato tra lo scetticismo diffuso e che invece a Natale si era trovata nelle zone nobili della classifica dall’alto di un gioco sempre più convincente, una volta scacciate le paure iniziali, con la piena coscienza nei propri non trascurabili mezzi.
Con i risultati (e con i nuovi finanziatori) cambiarono di colpo le prospettive iniziali ed il mercato di gennaio pareva l’occasione irrinunciabile per fare il classico salto di qualità. Fini come tutti ricorderete, la magia d’autunno svanì di colpo in un brutto pomeriggio di febbraio a Pizzighettone quando con Chiappara e Dall’Acqua rinforzi invernali in rosa, si doveva per forza giocare per vincere…
Ecco il paragone sfoggiato dal direttore Zebi (in risposta ad una domanda sugli imminenti innesti invernali) del lampadario di cristallo che non va nemmeno spolverato per paura di… calza a pennello per questo Novara (che a differenza di quello ha già alternative di valore in quasi tutti i ruoli). Un vero e proprio capolavoro tecnico, tattico ed ambientale, realizzato grazie un’alchimia forse irripetibile, nemmeno immaginabile un anno fa quando eravamo arrivati alla sera del 15 dicembre senza aver vinto nemmeno una partita in casa…
Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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