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martedì 28 gennaio 2020 - 17:18
21 giugno 1992: Pergocrema-Novara 0-1

E’ una strana, lunga e noiosa primavera.
L’attesa dell’appello di luglio di Diritto Privato mi toglie un po’ la spensieratezza che a vent’anni si dovrebbe comunque avere.

Con l’hockey in vacanza da tempo (troppo presto fuori dai play off, ma con una Coppa Cers da mettere in bacheca) il calcio potrebbe essere una piacevole distrazione. Purtroppo l’azzurro del Novara invece è più sbiadito che mai.

Una stagione che si annunciava quantomeno ambiziosa e divertente si sta trascinando da mesi senza un reale obiettivo.Anzi un obiettivo da raggiungere è rimasto, ce lo siamo creati con una serie incredibile di insuccessi. All’alba del 21 di giugno, infatti, ci manca ancora un punto per raggiungere la salvezza.

Potevamo conquistarlo a Busto contro il fanalino di coda Legnano, ma il novarese Perrone ha parato anche l’impossibile (compreso un rigore di Armanetti). Potevamo prendercelo a Varese, ma abbiamo sbagliato l’incredibile sottoporta. Potevamo metterlo in cassaforte in casa contro un Olbia già tranquilla ed invece abbiamo giocato paralizzati dalla paura.

L’ultima tappa di questo campionato azzurro, comunque senza gloria, è in programma al “Voltini” di Crema. Bisogna almeno pareggiare per evitare di essere risucchiati nel calcolo delle classifiche avulse. Se perdessimo rischieremmo di ritrovarci a giocare uno spareggio con il Valdagno per evitare di finire in un terribile minigirone a tre dal quale una sola formazione uscirà salva. In pratica c’è un’unica combinazione possibile che relegherebbe il Novara a quota 35 alla pari di Valdagno e Virescit e con sole due squadre alle spalle (Cuneo e Legnano) ma a fine stagione può davvero succedere di tutto ed è meglio non correre rischi di scivolare in quello che sarebbe davvero un girone infernale, probabilmente senza via d’uscita.

A metà settimana “il Piercarli” (al secolo mio padre) con gli amici del Direttivo vara l’iniziativa sperata: attingendo ai risparmi di tante trasferte saltate per la delusione di un campionato anonimo i “Forza Azzurri” organizzano un pullman gratis per Crema, nella speranza di portare finalmente un po’ di gente.

Si riescono a convogliare così una cinquantina di persone per un viaggio che l’estate precedente, alla stesura dei calendari, immaginavamo molto diverso. Accanto a me c’è l’inseparabile vicino di casa Carlo che, in attesa di spopolare per qualche anno tra l’universo femminile (fino al fidanzamento ovviamente) per nulla al mondo si perderebbe una partita del suo idolo Armanetti. In viaggio con noi c’è il leggendario “Carlone” che dice: “ Stasera aspetterò la Domenica Sportiva per sentire i risultati delle altre e capire se siamo salvi”.

E mentre parla mima il battito del cuore per farci intuire quale sarebbe la sua agitazione in caso di sconfitta.Per Crema è un week end storico e non certo per la partita. Si è chiusa oggi la tre giorni di vista a Cremona, Crema e Lodi dell’amatissimo Papa Wojtyla.

La società di casa per far ricordare alla popolazione che c’è anche un incontro di calcio vara un biglietto unico al prezzo simbolico di mille lire. Non fa caldo, il cielo è grigio come fossimo in autunno ed allora, non essendo clima da piscina, la gente invade il “Voltini” che da quel giorno non ho mai più visto così pieno.

E’ la prima volta che vedo dal vivo uno stadio in cui il Novara invece ha giocato spessissimo nell’ultimo decennio. Il pullman ci scarica davanti all’ingresso. Non prendiamo posto in curva, ma in tribuna laterale, nell’angolo adiacente a quello che da sempre è il settore ospiti.C’è tanta gente, ma molti spettatori sembrano più che altro attratti dal biglietto a mille lire.

Della partita non frega molto ai vicini di posto e quasi tutti danno la sensazione di non conoscere nemmeno i giocatori di casa.
Io, per contro, conosco alla perfezione gli undici azzurri che ho seguito in tantissime trasferte in un campionato cominciato tra mille speranze a Leffe nell’estate 1991 e che sta per finire all’inizio dell’estate 1992. Davanti a Bettini giocano Birtig, Castiglioni (al posto dello squalificato Riviezzi), Pacioni e Farsoni. In mezzo al campo da destra Testa, Armanetti, Uzzardi e Di Vincenzo con Marcellino-Folli coppia d’attacco.

All’andata abbiamo vinto 2-1, giocando bene, ma è stata una delle ultime prestazioni convincenti di una squadra che nel ritorno non si è più ritrovata. Il Pergocrema, per contro, è già tranquillo, anzi in una buona posizione da parte sinistra della classifica.La memoria ci riporta a quel che accadde nel maggio 1989. Un Novara già sicuro del platonico terzo posto non aveva creato problemi ad un Pergocrema che aveva bisogno di un punto nell’ultima gara di campionato per salvarsi. La sensazione è che oggi ci siano tutte le condizioni per riavere indietro quel prezioso 0-0.Sono i nostri a fare la partita mentre gli altri stanno a guardare. Folli sveglia il pubblico reclamando a gran voce per una trattenuta in area. Al quarto d’ora il nostro numero 9 non trova la porta di testa su cross del sempre preciso Di Vincenzo. Poco dopo è proprio Di Vincenzo ad azzeccare una punizione delle sue, ma il portiere Locatelli devia in angolo. Ci prova ripetutamente anche Marcellino, senza fortuna. Poi il “Voltini” s’infiamma reclamando per un contatto in area tra Pacioni e Tallandini.

Al 38’ invece il Novara passa in vantaggio. E’ capitan Farsoni a svettare su tutti in area gialloblu e ad incornare nell’angolino sotto la curva di casa.E’ l’episodio che ridesta il Pergocrema che si mette di colpo a giocare. E’ Venturato, l’attuale allenatore del Cittadella, a mangiarsi in avvio di ripresa un gol che sembra fatto. Dopo l’intervallo non ho ritrovato il mio posto in tribuna. Mi sono messo lì attaccato alla rete a sentire le urla provenienti dal campo e dalla panchina di Veneri ed ad incoraggiare gli azzurri. Che adesso soffrono. Bettini esce dall’area e travolge due giocatori avversari facendo arrabbiare il pubblico. Armanetti di testa manda a lato il pallone del possibile 2-0.Accanto a me c’è ovviamente Carlo, ma di lì a poco ci raggiunge un signore distinto con tanto di giacca. E’ distante qualche metro da noi, non fa altro che incoraggiare i giocatori del Novara.

I capelli sono ormai imbiancati, ma non posso fare a meno di riconoscerlo. E’ Santino Tarantola che otto anni prima ha lasciato il Novara per poi dedicarsi alla Sparta che ha portato dalla Terza Categoria alla serie D dove milita tuttora. L’avevo notato anche a Varese, accanto al fido Aschei, quando sembrava un semplice addetto ai lavori in cerca di un po’ di calcio. Stavolta no. Sembra proprio uno della squadra. Non smette di incitare gli azzurri, come fosse già uno di loro. Smetto di seguire con attenzione la partita e mi dedico al Santino, sognando un suo ritorno che mammano che osservo la scena mi sembra sempre più verosimile ed imminente. E’ un momento storico per il Novara Calcio e lo sto vivendo in presa diretta. Ritrovo il sorriso e la speranza mentre la squadra di casa attacca in maniera sempre più convinta. Veneri urla come un indemoniato in panchina, ce l’ha con un certo Coti che gioca sulla fascia.

I gialloblu vanno al tiro ripetutamente dal limite. Ma noi in porta abbiamo un Bettini in giornata di grazia che sventa tutto. Entrano Rinaldo Piraccini e Cavicchia. Il giovane attaccante bianconero che sta vivendo l’anno del servizio militare ha la palla buona, ma spara addosso al portiere. Ed allora sul proscenio sale ancora Bettini che sventa l’ultimo tiro dei gialloblu, in pieno recupero.Veneri è furente, discute animatamente con Nicolini che di suo è un signore autentico, anche in panchina. E’ antipatico azzardare interpretazioni malevole da fuori, senza un minimo di riscontro ed a distanza di ormai 28 anni, ma si ha quasi la sensazione che gli dica che in fondo il pareggio avrebbe reso felici tutti.Sul pullman del ritorno la speranza Tarantola si fa sempre più concreta. Il sentore comune è che il rientro del Santino sia ormai imminente.

Ci vuole davvero un personaggio come lui per scuotere il microcosmo Novara Calcio da un’apatia che pare irreversibile. Carlone discute con un tifoso più anziano che sostiene che non siamo mica salvi, tutto dipenderebbe dai risultati delle altre che ancora non conosciamo. Ovviamente non ci sono dubbi, ci siamo abbondantemente guadagnati il nostro dodicesimo campionato consecutivo di C2. Rientrando a casa però scopriremo che sugli altri campi si è verificata proprio l’unica combinazione possibile che ci avrebbe condannato in caso di sconfitta. La salvezza almeno oggi ce la siamo presa con le nostre forze.Dopo cena c’è il tempo per dare un’occhiata a Svezia-Germania, semifinale dell’ultimo mini Europeo (a 8 squadre) che ci vede solo spettatori.

L’indomani i giornali confermano che Tarantola sta per tornare al timone della società con Del Neri in panchina. Il campionato è finito da nemmeno un giorno, ma mi sono già messo alle spalle tutte le delusioni. Il Cuore Azzurro ha ripreso a battere forte ed anche le pagine del manuale di Diritto Privato sembrano meno grigie del solito…

Massimo Barbero

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