L'editoriale Azzurro
domenica 23 aprile 2023 - 07:10
Trento-Novara vista da Massimo Barbero
Chi scrive è da sempre un grande estimatore di Bruno Tedino e dunque in questa salvezza del Trento c’è un pizzico di gioia per i meriti che vanno riconosciuti a questo allenatore che da Novara è passato troppo presto quando la società non viveva giorni sereni.
Mi fermo qui perché c’è poco altro di positivo da sottolineare dopo una partita davvero a senso unico che ci ha visto incassare la sedicesima sconfitta di un campionato che passerà agli archivi per le troppe battute d’arresto incassate da una squadra senza cuore.
Mi sento come dopo la sconfitta di Pisa del 2019 quando andare ad affrontare i play off appariva un non senso per un Novara abulico ed incolore. Allora vincemmo a Siena e riuscimmo a fare venire un grosso spavento all’Arezzo che ci precedeva in classifica.
Pablo è ovviamente l’unico superstite di quei giorni del maggio di quattro anni fa quando la squadra riuscì a ricompattarsi, lavorando al riparo dallo scetticismo generale.
Ecco la mancanza di senso appartenenza è il difetto più grande che imputo nella costruzione di questo Novara. Il primo Novara di Zebi aveva gente come Pablo, Buba, Bellich, Bove, Collodel, Nardi, Schiavi che aveva l’azzurro nel cuore. Il secondo Novara di Zebi è stato costruito “ex novo” lasciando all’argentino di Tandil (troppo spesso in panchina) il compito impari di trasmettere un po’ di cuore azzurro a compagni che si sentono tremendamente di passaggio.
Ieri al “Briamasco” ho avuto la sgradevole sensazione che il Novara non abbia colto l’importanza della posta in palio. C’era tutta la possibilità di scavalcare l’Arzignano e di giocarsi al “Piola” la prima gara dei play off.
Invece il Trento aveva più fame, più voglia di vincere. Se dopo mezzora ci fossimo trovati sotto di tre gol nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Soltanto nel finale di primo tempo la squadra di Tedino si è rilassata un po' permettendo agli azzurri di tornare sotto nel punteggio.
La ripresa è scivolata via con uno sterile possesso palla dei nostri che non hanno creato pericoli alla porta gialloblu. Per contro Desjardins ha dovuto compiere due-tre parate decisive che ci hanno tenuto in corsa fino al triplice fischio finale.
Ed ora i play off. La memorabile scalata del 2020 (quando non c’erano gare di andata e ritorno) ci autorizza a sperare di non essere di passaggio in una manifestazione che regala sorprese in serie.
Però occorre che la squadra lo voglia, che sopperisca a infortuni e contrattempi vari con la determinazione di chi sa che non ha davvero più nulla da perdere.
Non voglio fare l’allenatore, ma mi piacerebbe vedere in campo chi ha conquistato la serie C come Bonaccorsi e Tentoni. O un giovane di prospettiva come Khailoti che ha bisogno di giocare con continuità per ritrovare la condizione di fine 2022 quando appariva uno dei ragazzi più interessanti della categoria.
L’assenza di Dardan (ricaduta muscolare per lui, stagione finita) ci toglie un altro po' di cuore azzurro e voglia di vincere. L’obbligo di un solo risultato per andare avanti ci restituisce la possibilità di far vedere il nostro volto migliore. Non siamo una squadra capace di gestire il risultato e quando andiamo in campo con l’idea del pareggino rimediamo magre figure come quella di ieri a Trento perché dietro commettiamo sempre errori grossolani.
Non so quello che succederà a Verona. La squadra che ha vinto fuori casa a Mantova, Vercelli, Padova, Vicenza ed allo stesso “Gavagnin Nocini” è capace di qualsiasi impresa. L’importante è chi va in campo non abbia in testa l’idea delle vacanze (troppo) anticipate perché sarebbe una grave mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi che anche in questa balorda stagione hanno seguito la squadra ovunque non facendo mai mancare il loro supporto.
Spero che Marchionni sappia leggere in anticipo qual è il termometro della squadra in settimana e mandare in campo solo gente motivata. Parlare dopo di partita non giocata è troppo semplice e non serve a nulla…
Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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