L'editoriale Azzurro
domenica 21 maggio 2023 - 09:15
Il punto di Massimo Barbero
La magia del Novara Fc è durata fino al 20 novembre 2021 o giù di lì. Poi l’abbandono di Di Bari ha segnato l’inizio di un periodo di confusione che dura tuttora.
Fino a quel momento avevamo fatto le cose per bene. Un ds dalla discreta esperienza (Di Bari appunto) aveva scelto un allenatore di nome per la categoria (Marchionni) ed assieme si erano messi alla disperata ricerca di 20-25 giocatori che a settembre inoltrato potessero diventare una squadra in grado di centrare subito il grande salto della promozione in C.
Mi si obietterà a buon diritto che senza Di Bari il Novara di Marchionni ha continuato a vincere come e più di prima. Vero. Ma la campagna di rafforzamento di gennaio non è stata all’altezza di quella di settembre. E in primavera ci siamo arrivati con il fiatone e con la Sanremese (travolgente al “Piola”) pericolosamente attaccata a noi.
A quel punto il presidente Ferranti ha riempito la casellina vuota (con Cordone) ed abbiamo ripreso a vincere partite in serie fino al calo finale (2 punti in 3 partite) del nostro grande avversario.
L’equivoco è ricominciato con Zebi. Scelto a fine maggio senza dargli la possibilità di scegliere l’allenatore. Il buon Moreno si è messo a costruire un Novara che calzasse per il 3-5-2 di Marchionni. Ma l’ha fatto senza convinzione, quasi sapesse che la prima avventura di Marchionni in azzurro era ormai al capolinea.
Impensabile che Ciancio ed Urso fossero gli esterni di una squadra destinata a giocare con quel modulo. Un anno prima avevamo Paglino e Di Masi (o Pagliai) gente che portava su e crossava un’infinità di palloni per la testa del centravanti.
Lo stesso Galuppini appariva sacrificato nelle maglie di uno schieramento dai compiti abbastanza delineati.L’ennesima scena madre si è consumata subito dopo Ferragosto.
Zebi ha potuto finalmente scegliere l’allenatore (Cevoli) ma quando la rosa era ormai fatta per 22-25 esimi. Cevoli ha avuto un avvio brillantissimo (il 3 ottobre eravamo da soli in testa alla classifica) nel quale ha mostrato un calcio propositivo e divertente. Ma dopo le prime battute d’arresto ha rinnegato il proprio credo tornando a quel 3-5-2 marchionniano che poco si adattava alla sua idea di gioco. Ha sacrificato Galuppini, Gonzalez e Peli per una squadra molto più coperta che giocasse partite come quella di Lignano Sabbiadoro (Pordenone) nella quale non abbiamo mai tirato in porta.
Il suo esonero è maturato quando aveva sulle spalle 6 sconfitte in campionato nelle ultime 10 gare giocate.A fine novembre il presidente Ferranti è rimasto un po’ a metà del guado. Non se l’è sentita di rilanciare ancora accollandosi i costi di un terzo allenatore ed ha puntato sul tecnico che aveva in casa (Semioli). A quel punto doveva essere chiara la strategia di ridimensionamento della società azzurra. Ed in effetti Zebi stava prendendo quella strada: via i “senatori” che avrebbero potuto zavorrare di costi anche la stagione successiva dentro dei giovani in prestito. Non ha avuto il tempo di portare a termine nemmeno questa operazione perché dopo la sconfitta di Trieste è maturato l’ennesimo ribaltone con il ritorno di Marchionni, Ciancio, Benalouane e, poco dopo, di Vuthaj.
Al posto di Zebi è stato scelto un ds con contratto di soli sei mesi (Pitino) accompagnato da un supervisore (Ceravolo) dai ruoli non ben definiti. Il mercato di riparazione è stato completato con operazioni non sempre comprensibili, ma comunque legate al solo presente.
Come ho scritto dopo Verona se il compito era quello di salvare la stagione evitando rischi di play out Marchionni e c hanno centrato l’obiettivo. Se era stato chiesto loro di costruire qualcosa in prospettiva hanno invece completamente fallito creando un distacco affettivo con Novara sportiva che si percepisce chiaramente.
Ora bisogna voltare pagina ed evitare gli errori del recente passato.
Il primo sarebbe quello di scegliere l’allenatore (che sia Marchionni, Cevoli o chi altri poco importa) prima di aver individuato il direttore sportivo.
Bisogna partire dalla nomina del ds e dargli carta bianca (o quasi) nella scelta dell’allenatore e della rosa. Per ritrovare un po’ di senso di appartenenza mi piacerebbe ritrovare sulla scrivania qualche personaggio che ha già fatto parte della nostra storia. Penso, in rigoroso ordine alfabetico, a Luca Matteassi (da quando è tornato lui il Piacenza ha avuto un’altra marcia), a Antonio Obbedio (con il Renate ha fatto tre stagioni molto positive) o a Raffaele Rubino (che a Trapani fece benissimo con Italiano in panchina).
E bisogna avere pazienza senza mettere in discussione il ds o l’allenatore scelto al primo refolo di vento contrario. La Pro Sesto del giustamente celebrato Andreoletti cominciò il campionato con un 1-6 a Vicenza. Dopo 8 giornate prima di giocare con noi aveva 8 punti in classifica. Da queste parti sarebbe resistito in panchina tanto a lungo?
Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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