4 chiacchiere con... Alberto Marchetti
mercoledì 27 ottobre 2010 - 07:20
di Massimo Corsano
Massimo Corsano ha incontrato l’ex giocatore azzurro Alberto Marchetti, in un interessante confronto tra il suo Novara (della metà anni ’70) e quello attuale.
Alberto Marchetti (nella foto, a destra, assieme a Corsano) nasce a Montevarchi il 16/12/1954. Muove i suoi primi passi nel calcio professionistico nella stagione 73/74 con l'Arezzo in serie B, l'anno seguente è alla Juventus e nel 75/76 gioca col Novara dove colleziona 32 presenze e 7 reti in serie B. Nel 76/77 ritorna alla Juventus e vince campionato e Coppa Uefa, nei successivi 6 anni gioca con il Cagliari totalizzando 185 presenze e 19 reti. Tra il 1983 e il 1987 gioca prima con l'Udinese e poi con l'Ascoli. Ha chiuso la sua carriera con il Novara in C2 tra il 1987 e il 1990 con 89 presenze e 14 reti. Centrocampista centrale, buon incontrista ed una buona visione di gioco, queste qualità gli permetteranno di giocare per 17 stagioni ad alti livelli. Nel 1999 è stato allenatore del Novara, mentre attualmente sta valutando delle offerte. “Ricordo che nella stagione 75/76 sfiorammo la promozione in serie A. Avevamo un ottimo gruppo che somigliava a quello del Novara attuale. Partimmo per salvarci ed eravamo quasi tutti giovani sui vent'anni affiancati a pilastri come Vivian, Udovicich, Veschetti e Scala, autentica ossatura della squadra. Questo mix ci fece disputare un buon campionato, dove la ripetizione della partita a Catanzaro ci costò la promozione”.
Già, i tifosi azzurri più giovani non lo ricorderanno, ma in quella stagione il Novara fu ad un passo dal raggiungere la massima serie, per un episodio che ancora oggi lascia molti dubbi. “Il Catanzaro, nella partita di campionato contro di noi, impiegò un guardialinee non tesserato (allora le regole erano ben differenti da quelle attuali), con un’evidente responsabilità oggettiva. Si decise di ripetere la gara, la cui vittoria ci sarebbe dovuta essere assegnata a tavolino. Il presidente del Catanzaro, Ceravolo, ricopriva a quel tempo anche la figura di presidente di Lega… con tutte le conseguenze del caso). In quella ripetizione l'arbitro Menicucci, alla fine del primo tempo, venne nei nostri spogliatoi, avvisando i tanti giocatori azzurri, ammoniti nella prima frazione di gara, di prestare attenzione altrimenti li avrebbe espulsi. Le conseguenze psicologiche furono significative: i giocatori rientrarono in campo senza quella necessaria tranquillità per quanto detto loro in precedenza (N.d.R. il Novara perse 3-0, subendo tutte le reti nel secondo tempo)”.
Alberto Marchetti visse, con il Novara, uno dei momenti più belli della sua carriera agonistica. “Nella stagione 75/76, in un gruppo molto affiatato ed entusiasta come quello attuale, dove i tifosi ci furono molto vicini per tutto il campionato e dove strinsi tante amicizie”.
Ma qual è il giocatore del Novara di oggi che somiglia di più a Marchetti ? “Penso Rigoni, anche se per svariati motivi lui è approdato alla serie B un po’ più tardi rispetto a me. E’ sicuramente il giocatore che più si avvicina a quelle che erano le mie caratteristiche”.
Come sopra anticipato, Marchetti ebbe anche l’onore di sedersi sulla panchina azzurra nel 1999. “Una bellissima esperienza, di cui serbo un buon ricordo. In parte mi servì per riscattarmi dell'ultima stagione da giocatore del Novara dove eravamo retrocessi (N.d.R. il Novara fu poi ripescato). Nello spareggio salvezza perso a Modena col Pontedera per 3-1 io non venni schierato per squalifica… quella stagione fu disastrosa, risultai il capocannoniere con 4 reti ed era un po’ poco per una squadra che avrebbe potuto fare sicuramente molto di più. Nel 1999 ci salvammo ai play-out contro il Voghera e fui contento, perché in questo modo ripagai un debito verso la tifoseria novarese e con me stesso”.
I tifosi però saranno sicuramente interessati ad un parere sul Novara di questa stagione e sulle sue potenzialità. “Il Novara è partito molto forte, se adesso è li non è per caso. C'è molto entusiasmo, ci sono giocatori di qualità, penso che farà un bel campionato anche perché ha battuto squadre molto blasonate come Livorno ed Atalanta. Ha questo tandem d'attacco veramente micidiale, spero che duri a lungo anche perché bisogna tenere conto che il campionato di serie B è lunghissimo e a parte l'exploit del Novara non si è ancora definita bene la situazione, basta vedere il Torino, l'Atalanta, il Siena… nonostante gli alti e bassi sono squadre accreditate per la promozione, però il Novara può contare su un ritrovato entusiasmo, su una forza di volontà non indifferente, su un ambiente favorevole e soprattutto su una società sana che sta facendo un ottimo lavoro, grazie all’ingaggio di persone molto qualificate che hanno permesso un salto di categoria”.
Alberto Marchetti, pur giocando nelle fila di Arezzo, Torino, Cagliari, Udine ed Ascoli, ha deciso di vivere a Novara. Una scelta di vita. “Ho scelto Novara perché qui mi sono fidanzato e successivamente sposato. A fine carriera sono poi tornato a giocare in azzurro, stabilendomi definitivamente. Adesso è vent'anni che vivo a Novara dove ho le mie amicizie, mentre d'estate mi trasferisco in Toscana… a questa età non ha senso cambiare, a meno che non succeda qualcosa di straordinario”.
Marchetti conosce il sito forzanovara.net e vuole lasciare un messaggio ai suoi lettori. “Restare sempre vicini alla squadra ed aiutarla nei momenti difficili, che mi auguro non arriveranno, anche se prima o poi qualche criticità capita a tutte le squadre… E’ in quei momenti che si devono spronare i giocatori ed incitarli sempre, facendoli sentire importanti. In questo modo si potrebbe riuscire ad arrivare a quello che è meglio non pronunciare… anche perché il Novara è una squadra di grande blasone ed è una delle squadre più vecchie del calcio italiano. L’importante è restare concentrati, ma su questo aspetto si può davvero stare tranquilli perché Tesser mi sembra un allenatore molto preparato, uno che bada al sodo e mantiene sempre tutti con i piedi per terra, come è giusto che sia, mescolando sapientemente concentrazione, determinazione ed allegria nel gruppo".
Massimo Corsano |