L'intervista ad Andrea Lisuzzo
mercoledì 09 febbraio 2011 - 08:50
di Alberto Battimo
E' tornato a presidiare la difesa con autorità. L'infortunio non ha fatto altro che caricarlo ancor di più, pronto a contribuire al meglio per raggiungere nuove vittorie. Giocatore conscio delle sue capacità, pronto a vivere alla giornata senza fare voli pindarici. Consapevole delle qualità della squadra che non sono inferiori a nessuno. La parola al “sindaco”... Lisuzzo.
Contro il Grosseto è arrivata la prima vittoria in campionato nel girone di ritorno. Azzurri capaci di badare agli attacchi dei padroni di casa, soprattutto nel primo tempo, per poi essere spietati nella ripresa e vincere meritatamente. Che clima si respira nell’ambiente Azzurro dopo questi tre punti e l’aggancio al Siena al secondo posto ? “ Il clima è sempre uguale, anche quando non riuscivamo a vincere l'ambiente è rimasto sempre lo stesso: non è mai cambiato nulla. Sinceramente non vedo niente che ci possa far cambiare morale. E' mancata quella fortuna in più che ci avrebbe portato già alla vittoria contro il Cittadella, ma la squadra è consapevole che sta facendo qualcosa di importante e di Atalanta e Siena non ci interessa molto quello che fanno, quindi il fatto di aver agganciato i toscani non modifica il nostro ambiente. E' la nostra forza: il non aver problemi a stare in alto, siamo abituati a lavorare e i risultati sul campo non sono altro che la conseguenza del lavoro svolto in settimana ”.
Lunedì al “Piola” ospiteremo il Torino. Una partita molto sentita dai tifosi che vogliono vendicare la sconfitta dell’andata e soprattutto cercare di allungare le distanze in classifica sugli inseguitori del gruppetto di testa. Dopo aver gioito per le vittorie casalinghe contro Atalanta, Livorno e Reggina siete pronti a regalarci un’altra serata indimenticabile ? “ Sicuramente il Novara ha abituato il suo pubblico a prestazioni eccezionali: ci sono tutti gli ingredienti per poter fare una partita strepitosa. Rispetto alla gara di andata siamo al completo e abbiamo la possibilità di rifarci dal risultato negativo ottenuto a Torino. Il fatto poi di venire da una vittoria ci porterà ancora più entusiasmo, siamo pronti a far divertire i nostri tifosi. Di sera poi ci esaltiamo alla grande, abbiamo sempre svolto delle belle prestazioni quindi siamo pronti. In campo penso di trovare il solito Torino: una squadra che può vincere e può perdere con tutte, non si presenteranno arrendevoli. E' una rosa composta da nomi importanti e vorranno rifarsi della sconfitta precedente contro il Sassuolo. Dal nostro punto di vista può arrivare qualsiasi tipo di Torino, ma noi saremo pronti ad affrontarlo perché non giochiamo mai in base agli avversari ma in base al nostro gioco, l'abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo ”.
Un tuo commento sulla valutazione del premio “panchina d’oro” 2009-2010 all’allenatore del Varese Sannino. Giusto così o ritieni che questo riconoscimento dovesse andare a mister Tesser ? “ Beh io sono di parte comunque mister Tesser si meriterebbe non soltanto questo premio ma tanti altri riconoscimenti. Il fatto che il premio sia andato nelle mani di Sannino fa comunque piacere perché è un allenatore che ha fatto molta gavetta e adesso si ritrova forse al primo anno in serie B insieme a molti dei suoi giocatori. Forse è stato premiato perché il loro campionato dell'anno scorso è stato più lottato del nostro, loro sono arrivati in B passando per i play-off. Io ne ho fatti tanti di play-off e so che cosa significa giocarci: vincerli ti trasmette quel qualcosa in più rispetto magari a vincere un campionato qualche giornata prima della fine, come abbiamo fatto noi. Sannino ha vinto tanto in serie C, anche negli anni passati, quindi può darsi che il premio gli sia stato assegnato guardando anche i risultati delle ultime stagioni. Secondo me è come se mister Tesser avesse vinto anche lui questo premio: era scontato dare un riconoscimento ad un allenatore che ha stravinto un campionato condito da una serie di record difficilmente da battere in futuro ”.
Già un anno fa la città gridava “Lisuzzo in Nazionale”. Pensi che sia un sogno ancora realizzabile nonostante si avvicinino i 30 anni ? E se ce ne sono chi, tra i tuoi compagni, vedresti bene con l’ “altra” maglia azzurra ? “ Sono pensieri che lasciano il tempo che trovano: mi ritengo un ragazzo molto umile, attento al lavoro quotidiano senza guardare al futuro. Se andiamo a guardare la mia carriera ho giocato sempre in serie C ed il mio sogno è sempre stato quello di avere il nome dietro alla maglia: già questo è un sogno che sono riuscito a realizzare. Andare in Nazionale non sta né in cielo né in terra, innanzitutto perché non gioco in serie A e l'età non mi avvantaggia, penso sia preferibile puntare sui giovani che giocano nella serie maggiore, mi sembra più giusto. Non ho ambizioni da Nazionale: è un sogno e rimane tale. In generale noi siamo una squadra “anziana”, non ne vedo tantissimi pronti ad avere ancora il sogno della maglia dell'Italia. Un nostro giovane non italiano che potrà solo migliorare è Ujkani: è gia nel giro della sua nazionale ed è anche arrivata la convocazione di Morganella per la Svizzera. Su questo aspetto abbiamo dei giovani molto promettenti ed hanno più chance di essere chiamati dalle rispettive nazionali. E' un periodo che i giovani più bravi sono stranieri, penso a Pablo. Purtroppo Bertani è scoppiato troppo tardi, sarebbe stato bello vederlo come un Di Vaio della situazione. Sfortunatamente per lui ha fatto la mia stessa carriera e quindi non è mai stato al centro dell'attenzione. Per me Rigoni avrebbe meritato la possibilità di giocare per la nazionale. Ha giocato insieme e contro a grandi campioni, ha tanta qualità e mi avrebbe incuriosito tantissimo vederlo giocare per l'Italia. Sai chi potrebbe arrivarci in nazionale ? Pippo Porcari ! Sicuramente... se non è troppo tardi potrebbe arrivarci facilmente perché segna a tante squadre, è un lottatore e l'età è dalla sua parte: avrà ancora tanta strada da fare ”.
Sei appena tornato da un tormentato infortunio: come stai ? Recuperato in pieno e pronto per essere uno dei protagonisti del girone di ritorno ? “ Affermare di aver recuperato al 100% secondo me è sbagliato: non esiste una condizione fisica ottimale ma uno punta sempre a migliorarsi. L'infortunio porta degli strascichi perché non allenarsi per tanto tempo può portare a dei deficit dal punto di vista atletico e della visione di gioco. Sono rientrato contro il Grosseto faticando un po', ma complessivamente i 90 minuti sono andati bene quindi penso di aver recuperato abbastanza e spero di riprendere la condizione che vorrei al più presto, perché il vero Lisuzzo non si è ancora visto quest'anno. Qualche partita prima dell'infortunio stavo raggiungendo il top delle prestazioni poi si è messa in mezzo la sfortuna. Adesso ho tantissima voglia di riprendere al più presto quella condizione sia fisica che psicologica e quella posizione all'interno dello spogliatoio che mi ha sempre contraddistinto. Vorrei ricordare che sono rimasto fuori per circa tre mesi con in mezzo la partita contro il Pescara in cui il dolore era ancora nella fase acuta. Sono un giocatore che, nonostante il dolore, va avanti: non vedrete mai un Lisuzzo che sbaglia le cose semplici, io sono molto pragmatico. Faccio sempre il mio, però tra fare il mio e fare qualcosa in più per essere un giocatore che spinge la squadra e che trasmette le giuste motivazioni ai suoi compagni di squadra, si deve essere anche nella giusta condizione: è quel contributo in più che ti può far fare il salto di qualità anche a livello personale. Devo ancora raggiungerla questa condizione e spero di arrivarci al più presto ”.
Le tue doti difensive sono indiscutibili: hai la capacità di intervenire sull’avversario in maniera pulita ed efficace, spesso senza fare fallo e prendendo pochi cartellini. La tua grinta e la tua determinazione sono ineguagliabili: dove nasce questa capacità di saper cogliere il momento esatto dell’intervento rendendolo fruttuoso ? “ Non ne ho idea. Per chi gioca a calcio sono dei doni, delle qualità. Avrò anche altre doti, come nel palleggio, tecnicamente posso dare quella giocata in più. Come ho ribadito prima sono molto pragmatico però, questa è la mia forza. Quando sono in campo non penso molto a ciò che devo fare, mi viene tutto spontaneo, istintivo: non vorrei fare un danno proprio nel momento in cui inizio a pensare. Ho avuto un passato da attaccante, esterno, centrocampista ecc... diciamo che ho fatto tutti i ruoli fino ad arrivare al centrale di difesa. Forse questo è il segreto: conoscere un po' tutti i ruoli mi ha addestrato al meglio per fare il centrale e quindi avere quella capacità di saper leggere la giocata dell'avversario e anticiparlo senza fare falli. Mi fido molto del mio istinto, in qualsiasi cosa faccio, specialmente nel giocare a calcio, che è la cosa che so fare meglio ”.
Quanto può essere importante avere in rosa un difensore esperto e dotato di grande professionalità come Matteo Centurioni ? “ Matteo è importantissimo sotto tanti aspetti: innanzitutto perché è il simbolo della professionalità e poi come difensore centrale non si discute. Non gli manca nulla per giocare ancora, a 37 anni avere la capacità di inserirsi anche a partita in corso, come per esempio a Grosseto, entrando subito in sintonia con la squadra che aveva già sulla gambe circa ottanta minuti. Sono qualità che sicuramente ha e sono importanti sia per me, per sentirmi sicuro e per avere una certezza in caso di sostituzione, ma soprattutto per mister Tesser ed il Novara Calcio. Un difensore esperto nel gruppo ci vuole sempre: mi reputo ancora un giocatore che ha tanto da imparare e Centurioni ha raggiunto gli obiettivi che anch'io ho nel mirino, quella tranquillità psicologica di un giocatore affermato pronto a dare il suo contributo in qualsiasi momento. All'interno dello spogliatoio è fondamentale, è un uomo a 360°. C'è soltanto da imparare da lui ”.
E’ giunto il momento che il Sindaco lasci un messaggio ai propri cittadini e tifosi Azzurri… “ La mia opinione si basa su quello che ho visto da quando sono a Novara, non vado a guardare gli anni passati in cui magari ci sono stati degli allontanamenti da parte della tifoseria nei confronti della squadra. In questo anno e mezzo ho visto grande partecipazione, abbiamo incrementato il numero di spettatori: le nostre prestazioni sono state premiate da un afflusso di pubblico non indifferente, sia in casa che in trasferta. A San Siro sono venuti in 12.000 circa e l'unica cosa da dire è soltanto “grazie”; se riusciamo a raggiungere questi risultati lo facciamo anche grazie a loro, nel senso che senza un contributo da parte dei tifosi sugli spalti non è il calcio e quindi invito sempre i tifosi a venire numerosi: questo è importante sia per il calciatore che per la platea. L'unica cosa che mi domando spesse volte è questa: se a Milano sono venuti in 12.000 perché non vengono al “Piola” in 10.000 tutti i sabati ? Fanno meno strada... è capitato un abbassamento di pubblico nelle partite non di cartello. Ripeto, l'invito che faccio è questo: venite sempre numerosi perché noi abbiamo bisogno di voi. Per un giocatore come me, che vive dell'applauso e dell'incitamento del pubblico, fa si che il mio lavoro si riduca alla metà: per me e per la squadra diventa tutto più semplice se il pubblico ti segue numeroso allo stadio ”.
Grazie ad Andrea Lisuzzo per la disponibilità nel concederci questa intervista. Un ringraziamento anche all'Ufficio Stampa del Novara Calcio per la concessione rilasciataci nella stessa.
Alberto Battimo |