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mercoledì 16 febbraio 2011 - 18:54
di Luca Armilli

Dopo la splendida serata contro il Torino, eccoci pronti per una trasferta ricca di fascino. Forza vecchio cuore azzurro, fiero e determinato, anche in terra toscana !!!

La squadra: la passione per il calcio dei livornesi ha origine antichissime. Nel 1905 infatti, esisteva già una squadra con casacca bianco-azzurra, dal nome “Virtus Juventusque”. Un anno dopo nacque anche la “Società per esercizi sportivi Livorno”, con maglietta bianco-verde. Il nomignolo di quest’ultima squadra non venne scelto a caso: essendo il nome troppo lungo, la squadra era chiamata dai livornesi più semplicemente “S.P.E.S.”, che oltre ad essere l’abbreviazione del nome completo ha anche un ulteriore significato di buon augurio. La parola “Spes” infatti, in latino assume il significato di “speranza”; un aspetto curioso che dimostra come già quasi cento anni fa, lo sport fosse spesso legato a riti scaramantici e alla credenza popolare.
Nel 1915 le due società calcistiche si unirono formandone una soltanto: “Unione Sportiva Livorno”, creando non poche polemiche in quanto le due compagini cittadine erano fortemente rivali e le rispettive tifoserie fieramente avversarie. Il nome della nuova maglia richiama i colori della città, l’amaranto.
Da subito si capì che il progetto livornese era serio, infatti fino ai primi anni ‘50 la squadra giocò nella prima serie, potendo vantare persino ottime posizioni in classifica, come un secondo posto nel 1942.
Gli anni a seguire furono meno gloriosi: scendendo in serie C si stabilizzò nella medesima categoria per tantissime stagioni, fino alla triste realtà della serie dilettantistica nel 1992, che fortunatamente per loro durò soltanto un anno.
La svolta coincise con l’arrivo di Spinelli nel 1999. Le intenzioni del nuovo presidente furono subito molto ambiziose ed in pochi anni, Livorno, riassaporò l’affascinante campionato di serie A.
Nel 2006-07, per la prima volta nella loro storia, gli amaranto portarono alto il nome cittadino addirittura in Europa, giocando la Coppa U.E.F.A. contro squadre blasonate come Ranger, Auxerre e Partizan Belgrado. Vennero eliminati ai sedicesimi di finale dal forte Espanyol.
L’anno scorso si classificarono al ventesimo posto in campionato, retrocedendo in serie B.

La città: Livorno nasce come un piccolo villaggio di pescatori, posizionato in una cala naturale a poca distanza dalla foce dell’Arno a Pisa.
Sulle origini del nome come sempre ci sono diverse teorie. Si dice infatti che potrebbe derivare dal termine romano “Liburna”, che era una specie di nave da guerra veloce. Altri studiosi invece (la maggior parte), pensano che si riferisse al nome di una persona romana, di origine Etrusca.
Lo stemma cittadino è una fortezza a due torri che sorge in riva al mare, il cielo di sfondo è di color amaranto. Alcuni sostengono che in origine, nello stemma cittadino, fosse presente anche la “Liburna” romana attraccata alla fortezza.
Attualmente Livorno conta più di 160 mila abitanti ed è diventata un importante scalo commerciale e turistico grazie al suo famoso porto, tra i più importanti della nazione.
Il simbolo artistico della città, oltre alla Fortezza Vecchia (una splendida cinta muraria con diversi Bastioni a difesa della città), è la statua dei quattro mori in onore di Ferdinando I.

I piatti tipici: essendo una città di mare, ovviamente, chi prediligerà pietanze di pesce non sbaglierà di certo.
La portata locale più famosa è il “Caciucco”, un mix di pesci diversi adagiati su fette di pane abbrustolito sul fondo del piatto.
La leggenda vuole che il “Caciucco” nacque come offerta degli amici pescatori, alla vedova di un uomo morto in mare durante una tempesta.
Come dessert impossibile non assaggiare la tipica “stiacciata alla livornese” o la caratteristica ciambella all'anice.
Il più famoso vino livornese è il “Bolgheri” disponibile sia bianco che rosso.

Lo stadio: la costruzione iniziò nel 1933 e venne completato ed inaugurato solo due anni dopo. In un primo momento venne intitolato a Edda Ciano Mussolini, una dei cinque figli di Benito Mussolini. Nell’immediato dopoguerra venne invece chiamato “Yankee Stadium”, in quanto gestito dai soldati americani che svolgevano le loro parate militari e disputavano all’interno le partite del loro sport preferito: il football americano. L’attuale nome gli venne dato nel 1990 in onore del famoso sportivo livornese Armando Picchi, grande capitano degli amaranto, dell’Inter e della Nazionale. La sua capienza attuale è di 19.238.
Per raggiungere lo stadio è necessario uscire a “Livorno Sud” oppure a “Livorno Montenero”, seguendo le indicazioni per il settore riservato ai tifosi ospiti ed imboccando via Dei Pensieri.

La tifoseria: gli “Ultras Livorno 1976” sono stati i fondatori del tifo organizzato a Livorno, seguiti l’anno dopo dalla “Fossa 1977”.
Gli anni successivi furono un susseguirsi di nuovi gruppi: “Magenta”, “Fedayn”, “Sbandati” e “Gruppo Autonomo” in primis.
Se pur divisi in tante fazioni non unite, non per una diversa mentalità ma solo per una questione di rioni di appartenenza o diversi ceti sociali, nel 1999 decisero di unirsi sotto un unico nome, le famose “Brigate Autonome Livornesi”.
Per tutti gli anni a venire gli unici due gruppi in curva toscana furono le “Brigate”, gruppo portante e i “Norh Kaos”. In molti accostavano questi ultimi come un gruppo politicamente di estrema destra, ma ciò non corrispondeva a verità: più semplicemente, infatti, avevano un concetto di vivere lo stadio ed il gruppo completamente differente da quello principale, anche se ciò non creò mai tensioni e spesso, anche al di fuori dello stadio, in particolare durante le manifestazioni, si ritrovarono spesso assieme.
La tifoseria livornese ha fatto spesso parlare di sè, sia per i diversi scontri avvenuti contro le tante rivali, sia per i tanti striscioni che hanno fatto scalpore. In particolare uno esposto a Trieste, che inneggiava alla tragedia delle foibe in un territorio che ha vissuto questa tragedia in prima persona.
Un episodio curioso è accaduto nella stagione 2004/05, alla prima partita del Livorno in serie A contro il Milan.
I 7.000 livornesi in trasferta quel giorno si presentarono in gran numero con una bandana in testa. Quell’estate, infatti, era abitudine del Presidente del Consiglio Berlusconi portarne una simile. Questa provocazione ebbe molto risalto sia su giornali, che nelle trasmissioni televisive.
La politica, inutile negarlo, è sempre stata un fattore di estrema importanza per i livornesi. Simboli legati alla sinistra e striscioni in cirillico resero famoso il tifo delle “B.A.L.”, nel bene e nel male, in tutta Europa. Classificando la “Curva Nord livornese” tra le più politicizzate in assoluto.
Dal 2007 però, le “Brigate Autonome Livornesi” non presenziarono più, neanche in maniera “non ufficiale” come avevano fatto negli anni precedenti. Il gruppo, infatti, dopo aver raggiunto più di 500 diffidati nello stesso periodo, decise di non esporre più lo striscione principale e identificarsi dietro ad un altro, pensato appositamente per rappresentare in pieno il loro stato d’animo a seguito dei numerosi D.A.S.P.O. ricevuti: “Fino all’ultimo Bandito”.
Dopo lo scioglimento delle “B.A.L.” la curva è stata gestita da due gruppi in particolare, i “Livornesi” ed i “Visitors 1312”.
Non volendo aderire alla “Tessera del tifoso”, la curva livornese (come molte altre tifoserie italiane), si è ritrovata spoglia del proprio tifo e senza un’organizzazione stabile come negli anni precedenti.
La Curva Toscana ha due gemellaggi: con i greci dell’AEK Atene ed i francesi dell’Olympic Marsiglia.  
Con i vicini pisani, invece, i rapporti sono al contrario tutt’altro che buoni; per molti infatti questo derby è tra i più “caldi” d’Italia, essendo le due città divise da una fortissima rivalità campanilistica.
Altre antipatie sono verso la curva di Triestina, Varese, Verona, Lucchese, Roma, Lazio, Inter, Milan e moltissime altre. 

Luca Armilli

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