L'intervista ad Alex Pinardi
venerdì 11 marzo 2011 - 09:59
L'intervista di Alberto Battimo
Un giocatore con la testa sulle spalle che mette in primis la sua squadra e poi le soddisfazioni personali. Una persona dalle enormi qualità, sia dentro che fuori dal campo: campione anche nella solidarietà. Il suo impegno non mancherà mai per la causa Azzurra: è pronto a dimostrare tutte le sue potenzialità. Lui è... Alex Pinardi.
Contro l'Atalanta sei stato il grande assente: prima del match avevi catturato l'attenzione dei giornali sportivi grazie al tuo passato con la maglia orobica. Purtroppo una tendinite ti ha escluso dal campo. Quanto ci tenevi ad essere della partita ? Adesso come stai ? Pensi di essere già a disposizione sabato contro il Sassuolo ? “ Purtroppo non è una semplice tendinite ma una cosa un po’ più complessa. Ho fatto tutti gli esami e sembra che abbia una piccola protusione su un disco vertebrale, che porta a schiacciare il nervo sciatico provocando dolore. Se non ci saranno miglioramenti salterò la sfida con il Sassuolo e si valuteranno le mie condizioni per la sfida di Vicenza, per la quale penso di recuperare. Sono ormai tre-quattro settimane, dalla partita contro il Torino, che sto facendo delle infiltrazioni per giocare e, come ben sai, la partita contro l'Atalanta l'avrei fatta anche con una sola gamba; quando però ti svegli la mattina e vedi che non puoi neanche appoggiare il piede per terra è addirittura irrispettoso pensare di voler giocare, perché avrei dato solo il 10% delle mie possibilità, anche nei confronti dei compagni e del mister che mi hanno sempre dimostrato fiducia sin dal primo giorno. Detto tutto questo era ovvio che ci tenessi tanto ad essere della partita contro l'Atalanta. Peccato... perché, oltre a non aver avuto la possibilità di dare il mio contributo per il Novara in una partita così importante, mi è dispiaciuto anche perché sarebbero venuti mia mamma, mio fratello e mio cognato, che vengono raramente allo stadio. Quando poi ho dato la notizia della mia assenza non sono più venuti e mi sarebbe comunque tanto piaciuto confrontarmi con giocatori e staff che conoscevo nella maggior parte. Alla fine è andata bene lo stesso: abbiamo ottenuto un bel punto condito da una bella prestazione... questa è la cosa più importante ”.
Non ci sono più parole per descrivere la grinta e il cuore che il Novara mette in ogni match: molte sarebbero state le squadre a demoralizzarsi dopo il vantaggio iniziale dell'Atalanta ed invece noi abbiamo preso in mano la situazione creando occasioni importanti fino al pareggio meritato di Rubino. Che segnale può dare alla squadra questo pareggio e questa prestazione ? “ Sicuramente un bel segnale, soprattutto da quando sono arrivato io siamo stati, concedimi questo termine, grandi con i grandi e un po' meno grandi con le squadre cosiddette “piccole”. Abbiamo fatto più fatica ad esempio contro Cittadella e Portogruaro rispetto alle partite con Varese, Torino ed Atalanta. Qualcosa è mancato: dobbiamo essere onesti ”.
È un discorso di motivazioni ? “ No... oltre alla motivazione secondo me entra in gioco il fatto che alcuni match sono degli scontri diretti. Contro il Portogruaro è stata un'occasione persa, non abbiamo fatto una bella partita, eppure nonostante tutto, abbiamo avuto tre-quattro occasioni. Anche contro questi avversari ci sono le motivazioni, però magari contro l'Atalanta ti vengono da sole: davanti a 25.000 persone contro la prima in classifica e in posticipo viene tutto più naturale. Il segnale, per concludere la risposta è questo: in una giornata in cui noi, rispetto alle altre squadre che stanno lottando per posizioni di vertice, avevamo il turno più difficile sulla carta, siamo comunque riusciti a guadagnare qualche punto sulle inseguitrici e non ne abbiamo persi da chi è lì a lottare con noi. Questa giornata ci dovrà dare più forza e consapevolezza dei nostri mezzi per l'immediato futuro ”.
Andiamo a guardare la classifica: secondo te a quali squadre dovrebbe portare più attenzione il Novara ? È più fattibile la rincorsa ad Atalanta e Siena per puntare ai primi due posti o più concreto guardarsi indietro cercando di allungare il margine sulla quarta per raggiungere i fatidici dieci punti di differenza ? “ Sono sempre stato abituato a guardare avanti e bisogna fare così, perché guardarsi sempre dietro è un pensare sbagliato. La nostra attenzione è rivolta a chi ci è sopra in classifica e cercheremo di recuperare punti proprio da queste squadre, perché se recuperi punti da loro significa che non ne perdi da quelle che stanno dietro di te: questa è la chiave di lettura. In questo momento noi non abbiamo niente da perdere, siamo tranquilli. Una squadra neopromossa che sta facendo un campionato oltre ogni aspettativa iniziale si può permettere di andare in campo rilassata e serena e sono convinto che, quando i campi torneranno man mano più leggeri, si tornerà a far bene anche in casa, ne sono convinto ”.
Prossima avversaria: Sassuolo. La squadra di mister Gregucci sta attraverso un buon periodo: 11 punti in 6 giornate con una sola sconfitta arrivata contro l'Atalanta. Avversari che fanno del possesso palla la loro “arma” principale. Come si può scardinare una difesa con queste caratteristiche ? Obiettivo: tre punti ? “ Si può battere cercando appunto di evitare che tirino fuori la loro “arma” principale: togliendogli la palla il più possibile. Bisognerà esercitare un possesso palla molto elevato perché loro non sono abituati a correre dietro quando la palla è degli avversari. Più avremo la palla noi, più eviteremo la possibilità di fare il loro gioco. Il Sassuolo è forte, li conosco bene grazie al mio passato modenese e si è rinforzato grazie a degli innesti importanti che in serie B fanno sicuramente la differenza; mi sorprende un po' questa loro posizione di classifica, anche perché inizialmente erano partiti con altri obiettivi. Certamente contro il Sassuolo l'obiettivo è la vittoria. Ci aspettano 12 partite ed ogni match sarà affrontato per raggiungere i tre punti. Adesso si può dire, a questo punto della stagione, che chi sta davanti è perché ha fatto un bel campionato e chi è dietro significa che ha avuto un campionato difficile. Noi ci troviamo in alto e proveremo a giocarcela fino alla fine, senza assilli particolari. Contro il Sassuolo dobbiamo tornare a vincere in casa con una bella prestazione: spesso un'ottima performance porta anche un risultato favorevole ”.
Sicuramente tutti i tifosi avranno ancora negli occhi il tuo splendido assist a Bertani per il momentaneo vantaggio Azzurro contro il Varese. Sei un giocatore fondamentale perché oltre a far segnare sai anche regalarti gioie personali concludendo a rete in prima persona: quanto può essere importante per una squadra avere un giocatore con le tue caratteristiche ? Ti soddisfa di più servire un bell'assist ad un compagno o segnare ? “ Un giocatore con queste caratteristiche è importante come tutti gli altri. Non è una frase di circostanza perché sono arrivato in un gruppo che ha fatto sfracelli l'anno scorso e benissimo quest'anno, quindi sono molto contento di essere a Novara e quando si è prospettata questa possibilità in un giorno abbiamo chiuso tutto: questo significa che c'era la volontà sia mia che della società. Purtroppo non sono ancora riuscito a segnare ma a me va bene comunque vincere. È normale sperare di entrare nella classifica marcatori, soprattutto magari segnando in casa oppure continuare a fare degli assist. Non ho nessuna preferenza nello scegliere tra fare un assist o segnare. Se proprio mi costringi a scegliere... non essendo attaccante non soffro se non segno, nella mia carriera non ho fatto tante reti mentre gli assist sono stati molti quindi preferirei far segnare i miei compagni ”.
Durante la tua carriera sei sempre stato allenato da allenatori preparati e competenti, per citarne alcuni ricordiamo Vavassori, Mandorlini e Zeman. Anche quest’anno hai rispettato il tuo trend incontrando una persona dalle grandi doti umane e calcistiche come mister Tesser. Come è stato l’impatto con il Comandante ? Tesser ha una qualità che gli altri allenatori che ti hanno seguito in passato non hanno ? “ Rapporto ottimo, non potrebbe essere altrimenti. Come hai detto tu, indipendentemente dall'allenatore che è, per lui parlano i risultati che sta ottenendo negli ultimi anni. Io guardo prima il lato umano e sotto questo aspetto è molto corretto. Persone così ne esistono poche nel mondo del calcio, la maggior parte guardano sempre prima i propri interessi invece lui si concentra sull'interesse comune e ti fa capire subito il ruolo che possiedi in questa squadra. Moralmente è una persona a posto e io ci vado molto d'accordo. Non mi piacciono i furbi o quelli che vogliono fare troppo i protagonisti perché secondo me un allenatore bravo è quello che fa meno danni. Sotto questo punto di vista mister Tesser è uno dei migliori allenatori che ho avuto. Tesser ha una qualità che gli altri allenatori non hanno: la pazienza. Un allenatore che ti aspetta. Certi allenatori magari ti dicono che contano su di te invece alla prima occasione mancata sei fuori. Per il mister non è così... dà sempre più di una possibilità ad ogni giocatore ed è una persona chiara e trasparente. Quello che dice è esattamente ciò che pensa... queste sono le caratteristiche che lo contraddistinguono dagli altri allenatori ”.
Dal 2007 sei testimonial della onlus F.D.G. (Federazione Nazionale Diabete Giovanile), una delle malattie metaboliche più diffuse, soprattutto tra i bambini e gli adolescenti. Cosa ti ha spinto a ciò ? Quanto può essere importante un appoggio, la solidarietà messa in primo piano da un calciatore ? “ Tutto è nato quando ho conosciuto il Dottor Gianluca Gasparri di Livorno. Ci siamo conosciuti durante un ritiro ed è nata questa collaborazione. Il mio obiettivo è quello di raccogliere più maglie possibile, anche quelle dei miei compagni ed avversari. Le mando al dottore che li mette all'asta su e-bay e alla fine riusciamo sempre a raccogliere i soldi necessari per poter comprare dei macchinari necessari ad aiutare questi bambini nelle cure. E' un'iniziativa che a me non pesa, anzi partecipo molto volentieri visto che sono padre e so cosa significa stare in pensiero quando il bambino non si sente bene. Con un piccolo gesto pensare di dare sollievo a dei bambini ed anche a me fa soltanto piacere. E' importante l'appoggio di un giocatore nella solidarietà anche soltanto nell'esprimersi. Anche due parole giuste dette da un calciatore, siccome bene o male ci troviamo sempre in televisione, mi riferisco soprattutto ai giocatori di serie A, possono fare un certo effetto sui giovani di oggi o comunque sulla massa. Si può fare anche della solidarietà esprimendo dei concetti che però devono essere detti nella giusta maniera. La cosa bella della solidarietà è quella di farla e non dirla: sono testimone di questa federazione perché comunque è famosa a livello nazionale, ma faccio anche tante altre cose che preferisco non dire. Molti pensano che il calciatore è fortunato ma secondo me facciamo parte della credibilità, quindi se un giocatore dice una parola in maniera corretta e viene recepita bene dalla gente si possono ottenere degli aiuti importanti ”.
Negli anni passati hai vestito anche la maglia dell’Under 21 diventando uno dei giovani emergenti del calcio italiano eppure non ha mai vestito la maglia della prima squadra dell’Italia. A distanza di anni sai dire cosa ti è mancato per raggiungere anche la Nazionale maggiore ? “ Pensa che una volta ci sono stato vicino a vestire la maglia della Nazionale, purtroppo non si è concretizzata. Qualcosa è mancato ma di preciso non mi viene in mente cosa. Magari un po' di continuità, di fiducia dei miei mezzi ma non saprei dirlo con certezza ”.
Una tua opinione su questo campionato cadetto… “ E' un campionato equilibrato. Rispetto agli anni scorsi il livello si è alzato: squadre come l'Atalanta ed il Siena potrebbero stare tranquillamente in serie A già da adesso, anche il Torino. C'è chi ha speso di più, chi meno, ma è comunque un campionato in cui l'ultima può vincere con la prima, mentre invece è difficile che questo succeda nella serie A. Nel nostro campionato non esistono risultati scontati, forse c'è meno qualità rispetto alla serie maggiore ma più agonismo sicuramente ”.
Hai legato il tuo contratto con il Novara fino al 2013: ti sei già posto degli obiettivi che vorresti raggiungere sia in ambito personale che di squadra ? Se si, quali ? “ Il mio contratto è quasi tutto basato sul rendimento: ho dei premi per le reti, per l'eventuale promozione, in base alle presenze ecc... quindi meglio faccio più il contratto è alto. Ho deciso di mettermi in gioco: potevo rimanere a Cagliari ma la felicità non dipende soltanto dai soldi. Si, ti aiutano ma esistono altri valori importanti ”.
Sei qui da poco, com’è stato l’impatto con la città ? “ Sia io che la mia famiglia ci troviamo molto bene a Novara. Come ti dicevo prima ci sono tanti valori importanti e uno di questi è vedere la mia famiglia trovarsi bene. A Cagliari non ci trovavamo bene al contrario di Novara. Pensa che ci siamo trasferiti a Novara anche se potevo benissimo farmi avanti e indietro perché avevo casa a Brescia e per arrivare a Novara bastavano solo 50 minuti circa. È una città tranquilla dove si sta benissimo: perfetta per le mie esigenze ”.
Un messaggio ai tifosi… “ Sono arrivato da poco. Per adesso posso solo ringraziare tutti i tifosi che mi hanno accolto benissimo. Due partite in casa e due volte ho sentito un coro su di me. Stateci vicino fino alla fine. Anche se sono arrivato adesso so che la squadra da due anni ad oggi sta facendo cose straordinarie e possono capitare dei momenti difficili. Appoggiateci sempre, in qualsiasi situazione e insieme raggiungeremo importanti traguardi ”.
Grazie ad Alex Pinardi per la disponibilità nel concederci questa intervista. Un ringraziamento anche all'Ufficio Stampa del Novara Calcio per la concessione rilasciataci nella stessa.
Alberto Battimo |