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L'intervista a Carlo Nesti
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martedė 15 marzo 2011 - 17:05
di Massimo Corsano

Carlo Nesti (nella foto) nasce a Torino il 10 maggio 1955, inizia la carriera da giornalista nel 1974 con il settimanale “Calcio Film”, nel 1975 è corrispondente da Torino del “Guerin Sportivo”. Dal 1976 al 1979 passa a scrivere per il quotidiano “Tuttosport”. Nel 1978 diventa giornalista professionista e nel 1989 vince il premio come miglior giornalista televisivo dell'anno. Dal 1991 al 2002 è commentatore delle partite della Nazionale Under 21. Nel 2001 - dopo 21 anni - ritorna a “Tutto il calcio minuto per minuto”, mentre nel 2002 inaugura il sito “Nesti Channel”, sempre nel 2002 pubblica “Calcio”, un libro dove racconta i suoi ricordi su questo sport. A seguire usciranno altri suoi libri: nel 2007 “Viaggio di ritorno”, nel 2008 “Il mio psicologo si chiama Gesù”, nel 2009 “Il mio circuito si chiama Paradiso”. 
Nel marzo 2010 lascia la RAI diventando libero professionista e collaborando con Dahlia TV e Telelombardia, sebbene figuri ancora nella televisione di stato come ospite nella trasmissione “A casa di Paola” e “Pomeriggio sul Due”, in qualità di opinionista sportivo e cattolico.

Cosa ti ha spinto a fare il giornalista ? “Determinanti sono state le presenze di mio padre e di mio zio che erano due grandissimi appassionati di calcio; diciamo che fui rapito dal fascino di “Tutto il calcio minuto per minuto” e della voce di Nicolò Carosio nelle telecronache, così come oggi un bambino lo è da un videogioco… una consuetudine che negli anni cinquanta poteva accadere e che oggi appare sicuramente molto differente a livello di divertimenti ed intrattenimento”.

In 37 anni di giornalismo, c’è un servizio, un personaggio o un intervista che più ricordi ? “Sicuramente da ricordare vi sono due persone che considero i miei maestri: Giovanni Arpino e Pier Cesare Baretti; sono inoltre legato a due personaggi sportivi: per quanto riguarda il Torino a Gigi Meroni e per la Juventus a Gaetano Scirea; purtroppo Meroni non ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente, Scirea invece l'ho frequentato tante volte e mi vanto di averlo sempre considerato un grande personaggio ancor prima che morisse, sempre umile e disponibile, un grande campione”.

L'ultima tua telecronaca per la RAI è stata Milan-Novara di Coppa Italia lo scorso anno... “Quel pomeriggio me lo ricorderò per sempre, sono passato in pochi attimi dalla gioia al terrore. La gioia è stata vedere quello stadio occupato dai tifosi del Novara, mi è sembrato di tornare indietro negli anni sessanta, quando insieme a mio padre andavamo a vedere Milan-Juventus: metà stadio era bianconero, l'altra metà rossonera e non ti succedeva assolutamente niente; erano delle meravigliose scampagnate. Quel giorno a San Siro ho riassaporato, prima e durante la partita, quel clima di euforia e festa dei tifosi del Novara, in uno stadio che non era il loro. Sicuramente anche perché c'era un atteggiamento di simpatia dei tifosi del Milan, in una partita che come accoglienza vedi solo nei campionati del mondo o agli europei, non sicuramente nel campionato italiano. Lo sconforto terribile è stato quando mi è arrivato sul telefonino un messaggio del caro amico Pasquale Sensibile, che avevo conosciuto qualche giorno prima, dove mi diceva che purtroppo era stata distribuita allo stadio la lista delle formazioni con due numeri invertiti e, quindi, avevamo dato un marcatore errato (N.d.R. la rete degli azzurri fu messa a segno da Gonzalez, ma attribuita erroneamente a Bertani). A fine partita ci sono stati alcuni momenti di tensione, però parlando successivamente con l'addetto stampa del Milan ci siamo chiariti e siamo diventati molto amici”.

A tuo parere due televisioni che seguivano la serie B erano troppe ? “I fatti sembrerebbero dire di sì per come sono andate le cose riguardo a Dahlia TV; mi spiace molto per come sia finita l'avventura di quest’ultima emittente per il quale ero anche telecronista; non tanto per le partite di serie A, ma perché stavano veramente valorizzando la serie B come non aveva mai fatto nessuno in Italia. Un’occasione persa per la crescita del campionato cadetto”.

Dove può arrivare questo Novara ? “Le credenziali per la massima serie ci sono tutte. E’ normale che dopo due stagioni, giocando alla grande e con il motore che va a 150 all'ora, ci possa essere un momento dove il tuo motore voglia andare solo a 80 all'ora… un momento dovuto anche alle assenze di giocatori e legato alla mancanza di alternative in attacco. Il Novara iniziava questo campionato con l'obiettivo di non ritornare nella divisione precedente, se guardiamo dove era quest’Estate il Novara e dove è adesso, chiunque abbia un può di sale in zucca può solo essere contento, il Novara a mio avviso merita alla grande di andare in serie A”.

I giocatori azzurri che più ti piacciono ? “Quando ho fatto le due telecronache per Dahlia sono rimasto incantato da Bertani e Gonzalez, soprattutto da Bertani perché ti fa capire quanto è bello e imprevedibile il calcio rispetto ad altri sport: se si pensa che per anni è passato inosservato in squadre di secondo piano e poi te lo ritrovi in età avanzata a far giocate che ti aspetti da Maradona… una circostanza che in nessun altro sport può accadere, inspiegabile come nessuno, prima del Novara, si sia accorto di lui”.

Un giudizio sull’attuale dirigenza ? “Molto positivo, basta andare a vedere la struttura di Novarello, inoltre non so quanti avrebbero dato fiducia ad un allenatore come Tesser che veniva da cinque esoneri e che pur essendo un ottimo allenatore si è sempre trovato in società dove gli sono capitati molteplici episodi sfortunati; inoltre non ha mai potuto contare sul materiale umano adatto e si è sempre trovato degli interlocutori come dirigenti che non lo hanno capito: questo dimostra come la società abbia visto molto bene ed abbia creduto in lui, adesso sta cogliendo i suoi frutti con ottimi risultati”.

Un tuo obbiettivo per il 2011 ? “A livello professionale quello di continuare a fare il giornalista; poi, dato che mi piace molto scrivere, vorrei continuare la mia collaborazione con  le Edizioni San Paolo. Sono molto contento anche di andare in televisione e trattare argomenti che non riguardano soltanto il calcio; credo che questo faccia anche parte della maturazione di un giornalista, fino a qualche anno fa vivevo solo di pane e pallone, partecipare alla trasmissione di Paola Perego su Rai Uno e non parlare di calcio mi fa molto piacere, vuol dire che qualche passo avanti sono riuscito a farlo”.

Un messaggio per gli utenti di forzanovara.net ?  “Li saluto tutti, l'augurio è che il Novara riesca a salire in Serie A. Un derby tra squadre piemontesi nella massima serie manca da qualche anno: sono certo che una partita come Novara-Juventus, oltre ad essere una gara inedita, il Novara se lo merita di diritto per quello che ha fatto vedere in questi ultimi anni”.

Grazie a Carlo Nesti per il tempo dedicatoci e la disponibilità nel concederci questa intervista.

Massimo Corsano

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