L'intervista a Mister Attilio Tesser
mercoledė 27 aprile 2011 - 07:56
di Alberto Battimo
Un allenatore tutto cuore ed esperto di calcio. Pronto a mettere in gioco le sue doti di grande conoscitore del pallone al servizio della squadra. Non si arrende mai... cerca sempre di migliorarsi e quando ottiene l'obiettivo è felice perché è riuscito a dare gioia ai suoi tifosi. Lui è il “Comandante”... Attilio Tesser.
Dopo lo strepitoso girone di andata gli avversari hanno trovato la chiave di volta per contrastare i nostri punti di forza. Come sta reagendo il Novara in risposta a questo nuovo atteggiamento nei nostri confronti ? Sta attuando nuove idee e schemi ? “ Io non penso che i nostri avversari abbiano trovato la chiave di volta. Penso piuttosto che noi, nella prima parte di stagione, abbiamo fatto qualcosa di straordinario dove, pur conoscendoci, nessuna squadra è riuscita a trovare il bandolo della matassa: siamo partiti così forti che nessuno ha avuto la forza di metterci in difficoltà. Nel girone di ritorno non siamo stati capaci di mantenere quella continuità e condizione psico-fisica presente all'andata e siamo un pochino calati: abbiamo avuto degli alti e bassi ma abbiamo anche offerto delle buone prestazioni. Il rendimento è stato un po' inferiore, c'era anche da aspettarselo perché mantenere quei ritmi era impensabile, ma ripeto, secondo me la spiegazione sta nella tenuta psico-fisica, ottima fino a Natale poi, purtroppo, ed è anche fisiologico, c'è stato un calo. Chiaro che gli avversari, qualche contromisura, l'hanno trovata: rispettandoci di più hanno cominciato a giocare più bloccati, chiusi e coperti, andando ad interferire con una nostra qualità che è quella di giocare in velocità. In qualche situazione l'abbiamo anche pagata ma ritengo che se avessimo dimostrato quella stessa intensità iniziale, li avremmo messi comunque in difficoltà. In allenamento non esiste qualche schema o altro di predefinito, sono le qualità dei giocatori che non cambiano. Di partita in partita, in base alle caratteristiche dell'avversario da affrontare, dentro al modulo base con cui giochiamo, cerchiamo di capire i lati deboli e dove possiamo colpire: questo comunque è svolto da tutte le squadre, anche contro di noi. Sono tutte letture che inglobiamo in un modulo base. Cambiare qualcosa a fine campionato, che ha reso in maniera straordinaria, diventa un azzardo ”.
Il posticipo contro il Siena è un evento atteso da tutto l'ambiente Azzurro. Oltre alla motivazione, che sarà già presente di suo, quali valori chiederà ai ragazzi di esprimere in campo ? Quanto sarà importante per lei lasciare il terreno del “Silvio Piola” con una vittoria sui toscani ? “ Un valore che chiederò di esprimere è quello dell'orgoglio. L'orgoglio di indossare questa maglia e l'orgoglio personale. Dico l'orgoglio di indossare questa maglia perché penso che, parlando dei due anni della mia stagione, a Novara abbiamo cercato di portare avanti realisticamente questo pensiero, per rispetto della proprietà e della tifoseria. Intendo far capire che ci troviamo in una zona importante e noi crediamo fortemente, senza presunzione, di poter dire ancora la nostra in questo campionato e mi riferisco nell'accettare, nel miglior modo possibile, i play-off e giocarceli al meglio. Sotto queste due ottiche vedo la partita, poi si scende in campo e quando si gioca a calcio ci deve essere sempre quello spirito di chi vuole vincere. Rispetto sempre dell'avversario, ma noi dobbiamo avere questo spirito. Vincere contro il Siena sarebbe importante, vincere contro la squadra prima in classifica non è fondamentale ma sicuramente molto importante. Non dico fondamentale perché i punti della vittoria sono sempre tre in tutte le partite, però vincere contro i toscani andrebbe a toccare l'aspetto psicologico: ti darebbe quella fiducia e quella maggior autostima, che magari in questo periodo stanno venendo un po' a meno e questo potrà solo caricarci ”.
Per entrare in ottica play-off, che percentuale di importanza assegna alla differenza tra finire il campionato al terzo piuttosto che al quarto posto ? “ Arrivare terzi è un vantaggio ma non determinante. Non voglio esprimere la cosa con dei numeri però è chiaro che avere due risultati su tre a favore, alla fine di un campionato e giocando i play-off ogni tre giorni, potrebbe essere importante; sentirsi però sicuri di ciò solo perché si è arrivati terzi potrebbe essere deleterio. Diciamo che in passato è stato dimostrato che più in alto si arriva, più opportunità si hanno di essere promossi vista la doppia possibilità, cosa che nei play-off precedenti è stato un valore da non trascurare; ma anche chi arriverà sesto potrà avere le sue possibilità. Arrivare dopo più di quaranta partite e giocare per il pareggio non è nelle condizioni mentali e tecniche di una squadra: saranno delle partite vivaci e combattute ”.
Lei è entrato di diritto nella storia del Novara Calcio grazie alla storica promozione in serie B avvenuta poco più di un anno fa: cosa ricorda di quei bellissimi momenti ? In fin dei conti, questo successo, può anche essere stato un messaggio di risposta a chi in passato non ha creduto sufficientemente in lei ? “ Anche per me era per la prima volta. Io vivo molto di sensazioni morali e vincere il campionato in una società gloriosa come il Novara Calcio (e dico gloriosa non perché sono l'allenatore ma perché parla la storia, anche se lontana), aver contribuito, insieme a squadra, società e tifosi a questa promozione, è stata un'emozione bellissima e straordinaria. Vedere l'intera città entusiasta è stato un momento indimenticabile della mia vita professionale. Per mia fortuna il tutto sta continuando, quando ci siamo ritrovati a luglio ho visto i giocatori pieni di voglia e la città già in attesa della serie B pronta a sostenerci. Abbiamo avuto il merito e la fortuna di occupare le zone alte della classifica e quindi di regalare altre soddisfazioni e cercheremo realisticamente, senza nessun tipo di proclamazione, di poter regalare ancora qualcosa ai nostri tifosi: sono convinto, dentro al mio cuore, che daremo altre gioie, al di là di come andrà qualche partita di campionato. Non ho nessun messaggio di risposta da mandare a chi mi rappresentava in passato. Ho solo una componente: io sono una persona che crede fermamente nel lavoro. Io non dovevo prendermi rivincite, poi è chiaro che alla fine diventa così, come avviene nella vita umana di qualsiasi persona che svolge qualsiasi lavoro, quando le cose non vanno bene, poi però ti impegni nel migliorarle e ci riesci, ne esci gratificato e soddisfatto. Ho avuto la fortuna di allenare anche nella massima serie e mi sono fatto da solo grazie all'aiuto del mio staff. Non ho procuratori e non sono figlio di nessuno e tutto quello che ho è solo frutto delle mie capacità. Quando allenavo l'Alto Adige sono arrivato in finale play-off proprio contro il Novara, con la Triestina ho avuto il primo anno meraviglioso sfiorando le serie A e ho catturato l'attenzione anche di squadre della serie maggiore. Poi le cose sono andate meno bene, vedi Cagliari, e poi a Mantova sono arrivato settimo. Quando mi ha cercato il Novara ho colto al volo questa opportunità, con la possibilità di poter allenare convinto e con una società alle spalle seria dove si poteva la lavorare molto bene, centrando fin da subito qualche obiettivo ”.
L’anno scorso i calci piazzati erano un punto di forza, quest’anno invece la maggior parte dei gol subiti provengono da palla inattiva, mentre sono pochissimi quelli fatti su azioni da fermo. Come spiega queste disattenzioni ? “ Allora... ci sono due fasi: quella di possesso e quella di non possesso. In quella di non possesso capita di prendere reti su calci piazzati: ma questo succede a tutte le squadre, molte partite vengono decise sui calci da fermo. Ci sono tanti giocatori bravi a calciare, abili nel gioco aereo e tiratori diretti. Vero che l'anno scorso abbiamo sfruttato questa caratteristica tante volte mentre quest'anno solo una volta se non ricordo male. I giocatori sono gli stessi, i movimenti che facciamo più o meno sono gli stessi, tante volte comunque riusciamo ad essere incisivi anche noi ma siamo sfortunati: la palla va sempre fuori di poco, ricordo alcuni colpi di testa di Lisuzzo. Non abbiamo il classico tiratore di punizioni: confidavo in Pinardi quando l'abbiamo preso ma purtroppo non sta giocando con continuità causa problemi fisici e quindi è un problema che stiamo cercando di risolvere. Rimane però ancora un neo di squadra che ci ha penalizzato, perché ci sono squadre che vincono 1-0 magari con un golletto da calcio d'angolo di un difensore, mentre noi invece così cinici e cattivi non lo siamo mai stati. E' un deficit perché mi dicono che tolte le reti subite sui calci piazzati adesso saremo primi in classifica con addirittura 14-15 punti di vantaggio... peccato ! Sarebbe importante soprattutto in quelle partite difficili da sbloccare: ogni tanto qualche punizione a nostro favore poteva darci qualche punto in più e la classifica sarebbe ancora più straordinaria. In allenamento stiamo facendo delle sedute specifiche, anche dalla durata di un'ora per migliorarci sui calci da fermo. Grande peccato ma siamo così: io spero, anzi è una convinzione, che ci sarà una rete determinante a nostro favore su calcio piazzato nel momento più importante ” !
Mancano poche giornate alla fine del girone di ritorno, quale opinione si è fatto sul campionato ? Quale squadra l’ha più delusa e quale l’ha più sorpresa in positivo ? “ I valori, come organico generale, alla fine sono usciti: Siena ed Atalanta investono di più di qualche squadra presente addirittura in serie A. Chi allestisce una rosa stile Atalanta e un po' più in basso il Siena, è difficile che non riesca a vincere un campionato. Hanno avuto anche loro momenti di difficoltà ma alla lunga riescono a far pesare il loro organico: questa è la verità. Ci sono quelle squadre poi che non definirei deluse, ma quelle alla vigilia del campionato, date come protagoniste per accedere in serie A: parlo del Torino, in lotta per un posto play-off ma con un potenziale straordinario, il Grosseto, il Livorno (che viene dalla serie A) e il Padova che adesso sta risalendo ma fino a qualche partita fa si trovava in zona play-out, Io da giugno dico che, a livello di valori tecnici e di conoscenza dei giocatori, hanno una squadra molto forte. Sono squadre che hanno trovato molte difficoltà durante il loro cammino. Poi ci sono le tre sorprese che siamo noi, il Varese e la Reggina. Noi e il Varese siamo due squadre neopromosse, non abbiamo cambiato molto, abbiamo mantenuto gran parte dell'organico già presente in Lega Pro e travolti da un'onda di entusiasmo e di un qualcosa che dall'anno scorso ci ha dato delle fortificazioni straordinarie, ci siamo tutti e due presentati bene a questo campionato. La Reggina è una società blasonata che da anni ha fatto più serie A rispetto alla B, quest'anno ha speso di meno rispetto al passato puntando sui giovani. Giovani che comunque hanno già giocato anche nella serie maggiore e quindi pieni di motivazioni. Ricapitolando, tolti Atalanta e Siena, alcune squadre come il Torino sono lì pronte a fare il colpaccio, altre come Livorno e Padova sono vicine alla zona play-off però nel contesto generale potevano fare qualcosa di più, stessa cosa per il Grosseto andando a vedere gli investimenti che ha fatto. Non dimentichiamo del Sassuolo, l'anno scorso sono arrivati ai play-off ed erano partiti, anche quest'anno, per vincere ”.
L’obiettivo primario, dopo 33 anni di astinenza dalla serie B, era ottenere la salvezza anticipata. Obiettivo centrato perfettamente. Lei che è un allenatore esperto, conoscendo gran parte della rosa già all’inizio del campionato, sentiva dentro di sé che comunque una squadra con queste qualità straordinarie potesse lottare per qualcosa di più che una semplice salvezza ? “ Sono sincero... ero curioso. Davanti a tutte quelle squadre nominate nella risposta precedente per valore tecnico, nome e blasone stesso che si portavano dietro era difficile ipotizzare, all'inizio, di pensare di stare là davanti. La fiducia, nata poi grazie al mantenimento di questa squadra, derivava dal fatto che l'anno scorso, con trenta partite di imbattibilità, era nato un gruppo straordinario, caratterizzato da una grande coesione. Non è facile trovare un gruppo così unito e forte, che per me è la base per lavorare al meglio. La mia era una curiosità derivata dalla speranza, ma poi entra in gioco la realtà di dire “va bene, misuriamoci. Siamo consapevoli di tutto questo però abbiamo fiducia nella squadra e nel lavoro compiuto”. Quando ci siamo ritrovati a luglio ho avuto quella sensazione che tutti avessero voglia di continuare quello che era stato compiuto lo scorso anno e questo ci ha permesso di fare cose importanti in questo campionato ”.
Lo sa che i tifosi la vorrebbero trattenere per almeno 20 anni qui come Ferguson a Manchester ? Come si trova a vivere in questa città ? “ Io sono onorato di indossare questa maglia. Dove vado io mi rendo partecipe delle cose che faccio. Tutte le cose che faccio, le faccio con cuore e passione, senza fare il semplice professionista che si sposta da una società all'altra. Il mio impegno sarà sempre massimo, sia sul lavoro ma anche nella vita quotidiana. A Novara sto benissimo, ho avuto anche la fortuna che le cose siano andate bene e cercherò sempre di impegnarmi con tutto me stesso. Sono molto felice della scelta di essere venuto a Novara e di poter regalare felicità alle persone. Non dimenticherò mai il Presidente Accornero, quando abbiamo vinto a Siena in Coppa Italia mi diceva “Grazie! Grazie!” e io dicevo “No... sono felice per voi!”. La mia felicità è vedere voi persone felici, mi piace. E' chiaro che sono felice anche io, sto bene... sono molto contento ” !
Prima di lei ho intervistato tutti i giocatori presenti in rosa attualmente e tutti mi hanno parlato della forza del gruppo e dell’unione che lega tutti i giocatori. Il merito principale va a lei che è riuscito a mantenere tutti i giocatori concentrati e a farli sentire tutti parte di un progetto importante. Come ci è riuscito avendo una rosa di notevole qualità in tutti i suoi componenti, anche quelli costretti a giocare meno ? “ La fortuna non è coincisa con il mio arrivo o del mio staff l'anno scorso, ma con il fatto di essere partiti molto bene l'anno scorso. Pensare che a metà agosto avevamo già fatto tre partite di Coppa Italia più subito tre vittorie in campionato ha creato entusiasmo, fiducia e gruppo, si attinge molto anche ai risultati. Poi c'è la bravura dei ragazzi stessi ed è ammirabile il comportamento che hanno, partendo dal giocatore più famoso al ragazzo: li tratto, penso, in maniera corretta, credo molto nella moralità e nei comportamenti delle persone. Se ti comporti bene sei credibile, se non sei credibile puoi creare dei problemi. Ho sempre cercato questi valori, sia in campo che nello spogliatoio, verso tutti giocatori. Penso che questo possa essere un aiuto ai giocatori stessi ”.
Quando sceglie la formazione e le tocca mandare in tribuna grandi giocatori che altrove sarebbero assolutamente titolari pensa a quanto è fortunato ad avere una rosa con tanta qualità, oppure le dispiace dover fare certe scelte e sapere quindi di non poter disporre delle qualità che questi giocatori potrebbero darle durante la partita ? “ Prevale nettamente la seconda scelta: tutti i ragazzi si allenano bene durante la settimana. Mandare dei giocatori in tribuna è la peggior cosa che un allenatore sente dentro ma dovrà fare delle scelte in base solo al bene teorico della squadra. Dico teorico perché a volte le scelte possono rivelarsi giuste o sbagliate, col senno di poi è troppo facile. C'è grande rammarico, mi dispiace che la Uefa o la Fifa non diano delle opportunità di allargare la panchina. Fare venti convocazioni e mandarne due in panchina, invece che in tribuna, farebbe comunque sentire importarti i giocatori stessi. Viaggiano, pagano, si allenano: non capisco il problema nell'avere una panchina più allargata, in questo modo si risolverebbero delle situazioni che non sono belle per chi allena ”.
Su quali principi si basa il suo credo calcistico ? “ Credo molto nella formazione di un gruppo, credo molto nel lavoro di equipe (parlo molto con il mio staff tecnico, con la società, con i tifosi e con la stampa). Credo molto nel lavoro, lavoro inteso come l'approccio e come ognuno viene ad allenarsi: deve essere consapevole che va a fare qualcosa che deve considerare lavoro. In quelle due ore circa di allenamento voglio massima applicazione. Credo molto nella gestione dei rapporti personali. Il mio calcio è prevalentemente propositivo, costruttivo e costruito per mettere in difficoltà gli avversari. Non basta solamente schierare i giocatori tramite un modulo predefinito ma entrano in gioco le qualità di ogni singolo giocatore, l'allenatore dovrà adeguarsi. Non dimentichiamo anche le motivazioni della squadra, di un gruppo che sono importanti ”.
Un messaggio per i tifosi… “ Innanzitutto ringrazio i tifosi per tutto quello che ci stanno dando. Ci seguono in trasferta e in casa e ci danno un aiuto che, credimi, è molto importante perchè sentiamo il loro incitamento. Lo stadio “Piola” ci regala sempre una grande cornice. Un grandissimo grazie a tutti i tifosi che vengono sempre allo stadio, anche quelli che abbiamo un po' perso per strada e mi raccomando... restiamo assieme ! Stiamo vicini ! Stiamo vicini anche nei momenti più difficili perché poi le soddisfazioni ce le prenderemo insieme. Più siamo una squadra... più forti siamo ! Grazie per tutto quello che state facendo ” !
Ed un ringraziamento lo rivolgiamo anche noi - di forzanovara.net - a Mister Attilio Tesser per la disponibilità nel concederci questa intervista e per la gentilezza dimostrata.
Un ringraziamento anche all'Ufficio Stampa del Novara Calcio per la concessione rilasciataci nella stessa.
Alberto Battimo
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