Squadre ed epoche a confronto
giovedė 23 giugno 2011 - 17:10
di Massimo Barbero
Un po' dell'antica magia di Spagna nell'estasi del “Piola”... Al termine di una delle stagioni più entusiasmanti della storia ultracentenaria del club azzurro, abbiamo provato a fare un adeguato confronto fra questa squadra, che resterà nella memoria di tutti i tifosi e quella della Nazionale italiana del 1982, capace anch’essa di trasmettere analoghe, straordinarie, sensazioni…
Zoff, Gentile, Cabrini… Conti, Tardelli, Rossi, Antognoni… Ci sono squadre che entrano nella leggenda, destinate a rimanervi all’infinito.. Perché quello che ti hanno trasmesso va al di là degli albi d’oro, delle cifre che accompagnano ogni campionato di calcio, qualsiasi evento sportivo…
I nomi dei giocatori che ci hanno appena regalato il sogno “Serie A” resteranno, per sempre, scolpiti nel mio (nostro) cuore… Non ne scrivo 11…. Perché sarebbe corretto pronunciarli tutti… egualmente protagonisti, nessuno escluso…
Quella dell’anno scorso era stata una promozione da record. Ma questa, invece, è stata un’autentica impresa sportiva, bella ed irripetibile…
Mi piace pensare ai bambini che giocano per strada, chiamandosi Rigoni o Bertani… conquistati per sempre dall’azzurro che ci ammalia anche nei tempi meno felici…
Ma ci pensate ??? Una squadra che si ripresenta in serie B dopo 33 anni con una rosa quasi identica a quella che ha appena vinto la C… che si siede al tavolo delle grandi deluse… Atalanta, Siena, ma anche Torino e Livorno…
Senza dimenticare tutte le altre formazioni già avvezze a questa serie cadetta, abituate ad investimenti e sofferenze… La scorsa estate, di questi tempi, non mancavano le cassandre cittadine: “Dove vogliono andare con questa squadra ? Pensano solo a rifare il sintetico…” .
Ed invece il batticuore è durato dieci minuti. Il tempo di incassare quel gol di testa dello sfortunato Succi e di mettere da parte emozione e timori. Ed è cominciata una sinfonia calcistica, fatta di azioni spettacolari e segnature impossibili che diventavano realtà, come fossimo alla Play Station.
Me li rivedo, di tanto in tanto, e resto, ogni volta, sbalordito. Ma soprattutto questi momenti sono impressi nella mia mente e talvolta, nel corso della giornata, mi capita di andare a ricercarli perché non accade spesso, nella vita, di vivere un sogno…
A me è successo. Per 46 lunghe giornate attraverso l’Italia calcistica. Da Torino a Reggio Calabria, passando per Trieste e Frosinone assieme agli immancabili compagni di viaggio, Paolo, Jean Paul e Danny. Ed a tutti gli altri (Fabrizio, Fabio, Pdl, Enea, Gianluca, Renato, Francesca) che, tra impegni vari hanno colorato la nostra allegra comitiva, almeno qualche volta, durante il campionato.
Ma ogni impresa sportiva che si rispetti ha anche il suo momento di “sofferenza”. Non sono state solo rose e fiori. Ci sono state settimane (mesi) in cui la magia pareva svanita, il sogno finito. Il pessimismo (anche nostro) di fine aprile, seppur con sfumature diverse, non era così lontano dallo scetticismo italico prima delle sfide con Argentina e Brasile dell’estate 1982.
“Quando conta non si perde!!!” urlavano nello spogliatoio gli azzurri poco dopo la finale con il Padova. Ed in effetti questa è la costante delle grandi squadre. Quella di farsi trovare pronti nel momento decisivo. Agli altri “normali” restano i rimpianti per essersi fermati ad un passo da quello che i vincenti riescono a raggiungere, magari con quel pizzico di fortuna che per definizione aiuta gli audaci…
Chiudo questo paragone del cuore tra la squadra che mi ha fatto impazzire da bambino e quella che mi ha regalato emozioni impensabili alla soglia dei 40… osservando che ci sono punti in comune anche tra la gestione del gruppo del “Vecio” Bearzot e quella del “friulano d’adozione” Attilio Tesser.
Il calcio è cambiato tantissimo da 29 anni a questa parte, tattiche e metodi di allenamento viaggiano alla velocità della luce. Certi valori umani, però, sono rimasti e chi li coltiva, prima o poi viene premiato anche dalla discutibile legge del campo.
Il “modus operandi” di Tesser non poteva incantare, di primo acchito, un calcio abituato ad esaltare gli allenatori “alla Mourinho” o “alla Sannino” perché “dicono sempre quello che pensano…”.
Il “Comandante” però non si è arreso di fronte ad esoneri frettolosi. Ha scalato le categorie ripartendo dalla Lega Pro. Ha cementato un gruppo che ha ottenuto risultati straordinari grazie all’impegno ed al sacrificio quotidiano. Questo Novara così speciale, da non aver bisogno di effetti speciali, porta soprattutto il suo marchio di inconfondibile serietà…
In questi attimi vorresti fermare il tempo che scorre inesorabile, gustarti all’infinito istanti di estasi calcistica… Non è possibile, le lancette dell’orologio avanzano sempre spietate… Per gli amanti delle statistiche… la parabola degli eroi di “Spagna 82” è finita quattro anni dopo, in Messico, per mano di un Platini già sul viale del tramonto…
Ed invece Zoff e compagni conservano ancora un angolo privilegiato nel mio cuore. Dove resteranno per sempre. Esattamente come gli azzurri di questo incredibile 12 giugno, qualunque strada calcistica dovessero intraprendere… Grazie ragazzi !!!
Massimo Barbero |