Storie di ex...Mirko Balacich
martedė 11 ottobre 2011 - 21:00
di Massimo Barbero
Mirco Balacich, chi era costui? Noi “over trenta” lo ricordiamo benissimo… Negli anni ottanta abbiamo sognato e sofferto l’agognata C1 aggrappati alle sue magie. Chi non ha vissuto quelle stagioni può pensare ad un calcio “minore”. Di certo il palcoscenico non era esaltante come quello attuale… Però capitava di vedere anche sette mila persone ritrovarsi in Viale Kennedy (con annesse code lungo la strada) per un Novara-Montebelluna con i gradoni appena spalati dopo la grande nevicata del 1985. Oppure che carovane di pullman partissero per Ospitaletto per una partita poi non disputata per nebbia…
La telefonata a Mirco calza a pennello per presentare Novara-Bologna. Perché l’ex fantasista azzurro, al di là delle apparenze dovute ad un cognome non proprio emiliano, è legatissimo alla città delle due torri: “E’ vero, il mio cuore è rossoblu – conferma – perché sono cresciuto nel vivaio bolognese. Ho fatto tutta la trafila: dai giovanissimi all’esordio in prima squadra. Ma l’altro risultato che chiedo subito ogni domenica è proprio quello del Novara…. L’altra domenica avevo scommesso sull’1 fisso contro il Catania e così quel 3-3 mi è bruciato doppiamente… Avevo sperato in un altro anticipo. Purtroppo però Novara-Bologna si giocherà proprio all’ora della partita…”.
Balacich infatti da anni allena squadre femminili di buon livello. L’avevamo lasciato nel 2010 alla guida del Cervia e poi: “Sono passato al San Zaccaria. Lo scorso anno abbiamo vinto il campionato e domenica scorsa abbiamo debuttato in A2…”.
Prima di passare a parlare del Bologna, sfogliamo l’album dei ricordi. Torniamo agli oltre tre anni (dall’estate 1984 al settembre 1987) vissuti da Balacich in maglia azzurra: “Novara è stata la tappa fondamentale della mia carriera. E purtroppo non in senso positivo. Se fossimo saliti in C1 le cose sarebbero cambiate sia per me che per la società azzurra. I rimpianti maggiori sono per quella promozione sfumata nel 1987. Con quella squadra avremmo potuto disputare altri campionati importanti, anche in categoria superiore… Invece le cose sono andate diversamente. Gli azzurri l’anno dopo si sono salvati all’ultima giornata. Io sono salito in C1 con il Trento, ma non è stata la stessa cosa…”.
Mirco croce e delizia dei tifosi novaresi. C’era chi lo criticava per partito preso e chi lo amava alla follia. Per assistere ad una sua partita da ex i “Forza Azzurri” organizzarono addirittura un pullman per Trento un sabato pomeriggio. Un po’ come facevano i fiorentini per Antognoni a Losanna all’epoca: “Quello che mi rimane di più impresso è l’affetto della gente. Io vivevo a contatto con i tifosi e mi trasmettevano tanto calore. Poi è ovvio che il pubblico si aspettasse sempre tanto da me. Come capitano e giocatore di un certo peso mi sentivo molto responsabilizzato quando i risultati non arrivavano”.
Qual è il gol più bello dei tanti segnati in azzurro? “Uno realizzato contro l’Alessandria. Vincevamo già 1-0 grazie ad un mio calcio di rigore. Ad un certo punto ho ricevuto palla da Scienza mi sono liberato di un avversario con un colpo di tacco ed ho segnato incrociando nell’angolo opposto. La cosa più emozionante poter andare ad esultare sotto
la Nordche quella domenica era piena…”.
Fabio Scienza era in tribuna la sera di Novara-Taranto, prima gara giocata al “Piola” sul nuovo sintetico. Allora l’attuale ds del Gozzano disse: “Con un fondo così
la C1 non ci sarebbe sfuggita…”: “E’vero – conferma l’amico Balacich – è una cosa che ripeto sempre. Il campo di Viale Kennedy ha spesso danneggiato il Novara e mai gli avversari. Abbiamo lasciato tanti punti pesanti per colpa del fango e della pioggia… Il discorso però non vale per la squadra di Tesser che in questi due anni sta facendo bene sia in casa che fuori…”.
Due parole sul Bologna che arriva a Novara con un solo punto in classifica, ma con tanti nomi importanti: “Sono sincero, a questa squadra manca proprio quello che serve ad una compagine che deve salvarsi. L’anno scorso c’era un gruppo più forte di tutto e di tutti, che ha superato con il carattere le difficoltà societarie. Adesso non vedo la determinazione che occorre per lottare nei bassifondi…”
Purtroppo per noi arriverà al “Piola” un Bologna verosimilmente rigenerato dal cambio di allenatore: “Pioli conosce l’ambiente e può far bene. Quando alleni in serie A gli aspetti tecnico-tattici contano poco. Devi immediatamente individuare i punti di riferimento giusti nello spogliatoio. Da quel che ne so io… Bisoli si è approcciato in maniera sbagliata con gente del calibro di Di Vaio e Portanova…”.
Mirco ancora si commuove quando vede il “Piola” stracolmo: “Che bello vedere 14-15 mila persone a Novara… in un momento in cui ci sono impianti di A in cui ci va la metà della gente… Spero di poter venire al “Dall’Ara” per la gara di ritorno…”. Sembrerà un paradosso calcistico, ma quello stadio che oggi può esultare anche per una vittoria casalinga sull’Inter non ha dimenticato l’estasi calcistica garantita, almeno a tratti, da Balacich. Uno che in C2 ci era finito per caso, ma non riusciva ad uscirne, Proprio come l’amato Novara… A presto Mirco
Massimo Barbero |