Lente d'ingrandimento
lunedė 17 ottobre 2011 - 16:10
di Simona Ragusa
Si dice che la prima volta non si scorda mai, ma questa prima sconfitta stagionale del Novara, al “Piola”, noi vorremmo tanto dimenticarla in fretta, possibilmente mettendoci un bel punto e andando a capo. Desiderio forse pretenzioso, perché il campionato in questione è la serie A, mica la serie B, dove l’unica sconfitta interna stagionale, l’anno scorso, il Novara l’ha rimediata contro il Modena, quando lo spareggio playoff con la Reggina era ormai matematicamente conquistato. E non è neppure la Lega Pro, in cui l’unica (platonica) sconfitta registrata al “Piola”, due stagioni fa contro la Paganese, è un ricordo ormai remoto.
Al “Piola” la prima sconfitta in casa degli azzurri coincide con la prima vittoria del Bologna targato Stefano Pioli (e questa prima volta, Pioli, sicuramente non vorrà scordarsela mai). Peccato che il binomio veda coinvolto il Novara. I rossoblù non conquistavano i tre punti dal 13 marzo scorso e, alla faccia del sintetico che tanto temevano e sul quale nei giorni precedenti la sfida tanto hanno lavorato, proprio a Novara, nella gara d’esordio del nuovo tecnico, hanno deciso di voltare pagina e ripartire. Complimenti a loro.
Novara e Bologna si affrontano con lo stesso schieramento, 4-3-1-2, e le assonanze non finiscono qui. Entrambe si affidano a trequartisti di estro e talento: Pinardi da una parte e Diamanti dall’altra, capaci d’innescare assist preziosi e giocate pregevoli in grado di risolvere l’incontro in qualsiasi momento. La cattiva sorte li vuole entrambi fuori per infortunio nella prima frazione e per correre ai ripari Tesser e Pioli non decidono di rimescolare drasticamente le carte. Il tecnico azzurro sceglie di affidarsi a Rigoni, spedendo Radovanovic in mezzo al campo, mentre Pioli si affida a Ramirez. Il primo tempo vede Rigoni destreggiarsi con grande personalità, sfornando assist ai compagni e intendendosi alla grande con Gemiti quando sulla fascia sinistra si sovrappone e chiede al numero 10 la verticalizzazione, mettendo in seria difficoltà un difensore esperto come Raggi.
Per placcare Rigoni, il Bologna del primo tempo ricorre spesso al raddoppio della marcatura (triplicata in alcune occasioni), a testimonianza del fatto che mentre il Novara detta i tempi e le regole del gioco, il Bologna è principalmente impegnato a parare i colpi con ogni mezzo.
Se Ujkani, da una parte, prima del grave infortunio che lo metterà ko, non viene mai chiamato in causa, dall’altra, tanto Agliardi quanto la retroguardia ospite, non possono permettersi di abbassare la guardia perché Morimoto corre e scalcia nel tentativo di essere utile alla causa azzurra e nella speranza di firmare un gol con dedica al ct Zaccheroni seduto in tribuna e Meggiorini è mosso dalla voglia e dell’entusiasmo dell’ex di turno.
Il gol di Ramirez congela tutti, in modo particolare Jimmy Fontana, colpito a freddo dopo pochi giri di orologio dal suo esordio stagionale in serie A.
Nella ripresa le cose da fare per la squadra Tesser non sono molte: spingere nel tentativo di pareggiare i conti. Ma se tiri la coperta da una parte, dall’altra, di conseguenza, ti scopri e il Bologna, che aveva abbassato il proprio baricentro, in attesa solo del momento migliore per colpire in contropiede, trova in Acquafresca l’interprete ideale per recitare un copione che tutto sembrava tranne che scontato.
Gli infortuni registrati in settimana, le due sostituzioni obbligate nella prima frazione, qualche decisione arbitrale contestabile ed una direzione all’inglese, nel corso degli oltre 90’ di gioco, hanno fatto sì che nulla fosse ritenuto scontato: neppure la vittoria facile sul Bologna ultimo in classifica. Eppure gli episodi hanno sfavorito il Novara, giocando a favore di un Bologna che ha fatto delle motivazioni e della consapevolezza i suoi punti di forza. Che ha saputo chiudere quando era il momento di chiudere e pungere quando c’è stata l’occasione per farlo.
Adesso punto e a capo. Perché questa è la massima serie, dove nulla ti viene regalato e dove chi sbaglia paga. A volte ti capita anche di pagare ingiustamente, ma quanto accade sul campo (come anche De Salvo ha dichiarato nel dopo gara) è sotto gli occhi di tutti. A nulla serve recriminare, fare la voce grossa e neppure serve piangersi addosso, al di là di classifiche amare, risultati ingiusti, rigori dati o non concessi.
L'unica cosa da fare è guardare avanti e non dimenticarci di coccolare, ogni domenica, prima di ogni partita, questa meravigliosa serie A, un dono tanto prezioso quanto meritatamente conquistato. |