La lente d'ingrandimento
venerdė 28 ottobre 2011 - 08:27
di Simona Ragusa
In un momento come questo, in cui abbiamo assoluto bisogno di ottimismo e fiducia, non dobbiamo fare altro che concentrarci sul bicchiere mezzo pieno. Contro il Siena cercavamo i tre punti, ne è arrivato uno solo, ma va bene così. Era importante smuovere quella benedetta classifica paralizzata da settimane, schiodarsi da quei 5 punti che stavano condizionando l’umore e l’atteggiamento della squadra. Quello a scendere in campo contro il Siena è stato un Novara impaurito e teso a causa proprio delle sconfitte rimediate nei due incontri precedenti. Un atteggiamento che non possiamo di certo biasimare. Di fronte a due ko consecutivi non è facile raccogliere forza e coraggio e armare la reazione, perché il rischio di fallire ancora sembra prevalere sulla possibilità di riscatto. E il Novara visto nei primi 45 minuti contro il Siena è stato condizionato e frenato da questo timore, soffrendo oltremisura un avversario che mai, proprio mai, si è dimostrato più forte di noi. Neppure in occasione del gol, se vogliamo. Perché al primo tentativo di tiro di Gonzalez, Fontana c’è stato, mentre sul tocco decisivo di Calaiò nulla è stato possibile fare. Si è trattato di un rimpallo favorevole che ha permesso al Siena di punirci senza fare il minimo sforzo. E a questo proposito mi chiedo: ma a noi, un rimpallo favorevole, quando capiterà? Perché sempre e solo puniti dalla cattiva sorte? Questo non significa che con un pizzico di fortuna oggi punteremmo ad altri obiettivi, ma probabilmente non saremmo sempre con la calcolatrice in mano o così attenti ad analizzare ogni granello di questa prima parte di campionato, ogni passo falso, il perché e il come dei gol presi o delle occasioni mancate. La sfortuna non è e non deve essere un alibi. Il primo tempo disputato contro il Siena ci ha visto brutti, contratti e sofferenti. Non un’azione degna di nota. Nulla che meritava di essere annotato sul taccuino. E dire che il Siena è davvero un avversario alla nostra portata, venuto a Novara con la speranza di conquistare un punto e che per buona parte dell’incontro ha sfiorato l’occasione di portarne a casa tre. Dopo la rete di Calaiò, la squadra di Sannino si è limitata a controllare il vantaggio, chiudendo tutti gli spazi e raddoppiando le marcature sul portatore di palla soprattutto a centrocampo. Non ha di sicuro brillato in fase di costruzione e non si è affannato alla ricerca del raddoppio. Il Novara lo ha capito dopo l’intervallo, scendendo in campo più motivato e maggiormente convinto del fatto che per riagganciare il risultato non occorrevano miracoli, ma solo un atteggiamento più sfrontato. Nel sinistro micidiale di Gemiti, finito alle spalle di Brkic, c’erano tutto l’orgoglio e tutta la rabbia di una squadra che c’è e che non vuole mollare. Un segnale importante, sul quale lavorare e dal quale ripartire. |