Benvenuto 2012!
domenica 01 gennaio 2012 - 03:51
di Massimo Barbero
Strano questo 2012… Appare davanti ai nostri occhi senza il fascio di illusioni, dolci e pericolose, che accompagnavano la venuta degli anni precedenti. Non bastavano la profezia dei Maya, le manovre del governo, la bassa classifica del Novara… Ci si è messo anche Gervasoni a tentare di farci andare di traverso il panettone e lo spumante di fine anno…
Le altre volte superavamo la notte di Capodanno con la speranza (convinzione?) che tutto sarebbe stato più dolce e più bello. Stavolta no; sappiamo bene che, nella migliore delle ipotesi, ci sarà da soffrire. Ed in un certo senso, forse, esserne coscienti non è nemmeno del tutto un male.
Torniamo al nostro microcosmo azzurro, senza sconfinare in ambiti troppo ampi. A prescindere da Gervasoni, sappiamo che sarà dura. L’abbiamo capito almeno dal 16 ottobre quando il Bologna e tanta sfortuna hanno spazzato via le ultime illusioni di vivere un altro un anno fatato, lontano da quei rovesci della sorte che il calcio riserva a piene mani un po’ a tutti e che invece avevano quasi risparmiato la squadra di Tesser nei due campionati dell’esaltante scalata. Sarà dura, ma noi che abbiamo vissuto le tre salvezze consecutive ai play out (in C2 intendo) non ci spaventiamo di fronte a nulla. Abbiamo fatto il callo alle sofferenze sportive. E soffrire in serie A e comunque molto più lieve che patire in terza o quarta serie. Eppoi abbiamo l’esempio fresco del 2011 che ci lascia. Non sono state solo rose e fiori, anzi. Le sconfitte sono state certamente di più delle vittorie. Le voci ci hanno perseguitato: dall’offerta milionaria dell’Atalanta per Gonzalez dei primi dell’anno alle confessioni di Gervasoni di queste ore. Però alla fine il traguardo che volevamo l’abbiamo portato a casa: il risultato finale è arrivato. Ed è questo quello che conta (e conterà) più di ogni altra cosa.
Durante questa seconda parte di campionato dobbiamo avere sempre in testa il fresco ricordo di una delusione abbastanza recente. Mi riferisco a Novara-Cesena di fine marzo 2009. Affrontammo (intendo sugli spalti) quella sfida con un mix di sconforto-rabbia-rassegnazione che ci fu fatale. Avevamo considerato il nostro campionato finito sin dal mortifero 3-1 di sette giorni prima a Venezia. A distanza di due anni e mezzo mi piace pensare che uno stadio vociante avrebbe difeso fino alla fine quel prezioso 1-0 firmato Rubino. Che non ci sarebbe stato l’angolo al novantesimo con incornata vincente di Djuric. O quantomeno che il nostro boato avrebbe spinto in porta quella disperata di un Lorenzini, irrimediabilmente zoppo ma disperatamente leone, in pieno recupero. Invece nulla: avevamo relegato troppo presto quella stagione nell’angolo delle occasioni mancate. Per poi morderci le mani nel vedere andare in B un Padova che sino ad aprile era alle nostre spalle in classifica. Ecco, non dimentichiamo quell’esempio… Perché non deve accadere qualcosa di simile quest’anno. Guai a lasciare lo stadio sullo 0-2 o a smettere di credere nella salvezza qualora il distacco dovesse salire perdendo per strada punti preziosi. L’occasione è troppo ghiotta per rinunciare a lottare tutti assieme prima che matematica ci separi da questa incredibile conquista. A maggio si gioca nel nostro stadio un altro Novara-Cesena di campionato e sarebbe tanto bello quel giorno poter festeggiare qualcosa di grandioso…
Chi si aspetta un mio commento sulla vicenda scommesse rimarrà deluso. Non ci sono elementi per abbozzare opinioni, sputare sentenze. Ed altrettanto sarebbe sciocco impostare una cieca difesa basata solo sul cuore. Mi limito solo a dire che io (come molti di voi) conservo l’orgoglio di amare il Novara in maniera totale, viscerale, disinteressata. Niente e nessuno potrà mai affievolire questa passione. E qualunque cosa accada amerò il Novara nella stessa maniera che l’amavo la notte del 12 giugno scorso, anzi forse di più. Peraltro la stima per le persone che stimo non può essere intaccata dal venticello di accuse “de relato” tutte da dimostrare. Io non posso basarmi su quello che Tizio ha detto di aver saputo da Caio. Ma, fino a prova contraria, credo alla buona fede di chi mi ha detto, guardandomi negli occhi, che avrebbe dato tutto per la squadra azzurra. In ogni caso la leggenda di questa società e la dedizione di persone che hanno dato tanto per la causa mi fanno scrivere che il rispetto per il Novara è una di quelle cose che mercanteggerei mai, a nessun prezzo. Se qualcuno l’ha fatto conoscerà l’onta di essere spazzato via da questa storia ultracentenaria, senza sconti. E ripartiremo con lo stesso orgoglio per questi colori che si tramanda di generazione in generazione. A testa alta per le vittorie, come per le sconfitte maturate sul campo.
Ciao 2011 e comunque grazie di tutto. Benvenuto 2012 e sappi che abbiamo apprezzato il tuo biglietto da visita chiamato Caracciolo… Se ci farai soffrire non ci perderemo d’animo… il Barcellona ci basta vederlo alla tv… qui si tifa Forza Novara sempre! |