L'editoriale del 3-02-2012
venerdė 03 febbraio 2012 - 10:56
di Massimo Barbero
Quest’opinione è una delle più sofferte di sempre. Perché a 17 giornate dalla fine il rischio è quello di non avere più nulla da dire. Le ultime settimane hanno cancellato ogni illusione: tutte le avversarie hanno qualcosa in più di noi. Questa squadra ha dato il meglio di se nelle prime cinque giornate quando ancora non aveva la consapevolezza dei propri limiti e le riuscivano giocate oggi impensabili (10 gol fatti in 5 gare!!!). Poi è subentrata la paura. Ma c’era comunque l’orgoglio del gruppo delle due promozioni e qualche residuo automatismo dei tempi migliori. Smarrito anche quello (con il cambio di modulo ed ora di guida tecnica) sono emersi tutti i limiti di una rosa evidentemente non attrezzata per la serie A.
Impossibile chiedere miracoli a Mondonico dopo due soli giorni di lavoro. Purtroppo non c’è stata nemmeno la scossa che di solito si avverte quando il cambio di allenatore è determinato da motivi ambientali (non credo fosse questo il caso). Si è visto qualche progresso nel dinamismo e nella spinta sulle fasce nei primissimi minuti. Poi il Chievo ha capito che non era il caso di giocare una gara di sola attesa ed ha sfruttato le nostre immancabili magagne difensive.
A cavallo dei due tempi, pur non giocando benissimo, abbiamo creato almeno 3 nitide palle gol per pareggiare. L’ultima mezzora è stata oggettivamente deprimente. Scoramento, stanchezza e scarsa lucidità hanno reso irraggiungibile la rimonta malgrado la prodezza confezionata da Rigoni e Mascara. Il calcio di Mondonico si basa soprattutto su una solidità difensiva che oggi ancora è una chimera. Ci vorrà un po’ di tempo per raggiungerla, sempre che per allora non siano venuti definitivamente meno gli stimoli.
Eppure c’è un Novara Calcio che vince. E’ quello che ieri ha permesso la disputa di una notturna in condizioni assolutamente estreme mentre a pochi chilometri di distanza Milan e Napoli alzavano la voce chiedendo (ed ottenendo) l’abolizione di tutti i posticipi settimanali. E’ lo stesso Novara Calcio che in un batter d’occhio ha messo a norma lo stadio, a proprie spese, tre volte. Dapprima per la C, poi per la B e subito dopo per la A. Non sono stati investimenti inutili (o peggio avulsi dal contesto sportivo) perché senza un “Piola”agibile non avremmo mai visto giocare in Viale Kennedy campionissimi di livello assoluto. Però quest’anno è stata costruita una squadra dal valore assai distante dal contesto che la circonda. Da questa considerazione bisogna partire per iniziare a programmare un futuro tecnico diverso. Ci sta di retrocedere al primo anno in A, ma 15 punti di distacco ad inizio febbraio da una squadra come il Chievo di Campedelli (che ieri ci ha risposto con tono vagamente canzonatorio “L’intervista per la radio di Novara? La prossima volta…”) sono davvero un margine troppo netto per una società dalle nostre prospettive. E’ impossibile non essere delusi per questa resa esageratamente anticipata che sembra profilarsi.
Ora, salvo miracoli, non ci sono più partite da vincere assolutamente o sfide da ultima spiaggia. Ma solo una dignità da difendere da qui alla fine del campionato. Lo merita la nostra storia. Io amo il Novara esattamente come lo amavo la sera del 12 giugno dopo il 2-0 di Rigoni. O forse ancora di più perché solo in questi momenti di difficoltà comprendo davvero questo sia stata grande l’impresa della doppia promozione. Non serve aggiungere altro… Qualsiasi parola può apparire fuori luogo in un contesto del genere.. In questo momento bisogna solo conservare nel cuore l’orgoglio di amare i nostri colori… quello è un sentimento che non retrocede mai, malgrado gli eventi… Forza Novara sempre!
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