Storie di ex.....MAX BRIZZI
mercoledì 15 febbraio 2012 - 17:04
di Massimo Barbero
Lunedì ha compiuto gli anni e “Forzanovara”, seppur con qualche giorno di ritardo, vuole girargli gli auguri di tutti i tifosi azzurri. Eh sì, perché per noi Massimiliano Brizzi resta sempre “il Capitano”… Non si dimenticano facilmente le tante battaglie combattute sul campo negli anni in cui era davvero difficile persino sopravvivere. Senza l’orgoglio di ragazzi come lui che hanno dato tutto per la causa nei giorni più bui… il Novara non sarebbe mai nemmeno arrivato a giocare a San Siro una gara di campionato.
All’alba del 15 febbraio 2012 Massimiliano “Max” Brizzi non ha ancora perso per strada la voglia di vincere che l’ha contraddistinto per tutta la carriera: “E dire che a fine novembre avevo proprio deciso di smettere… Avevo già raggiunto l’accordo per ad andare ad allenare nel settore giovanile di una società di promozione. Ero rimasto deluso dall’esperienza a Gallarate dove c’erano diversi problemi. Invece è arrivata la chiamata di Borgo. Ed ho accettato l’importante proposta del Derthona, una società tra le più blasonate in serie D, che punta decisamente a vincere il campionato… Il Direttore è in formissima. Si è gettato a capofitto in questa nuova avventura, in maniera forte, come sempre…”.
L’album dei ricordi è pieno di fotogrammi che non si dimenticano. Brizzi arriva a Novara nella travagliatissima estate 2000 (iscrizione a rischio fino a fine luglio) e i maligni pensano: “se un giocatore che ha appena sfiorato la B accetta una C2 mediocre dev’essere per forza rotto…” “Ed invece era stata una mia decisione. Sentivo che a Novara prima o poi sarebbe capitato qualcosa di importante. Una città del genere non poteva rimanere ancora a lungo relegata nel dimenticatoio. Devo ammettere che è stata una delle scelte più azzeccate della mia vita…”.
I primi mesi però sono traumatici anche per Max. Il baratro di una retrocessione tra i dilettanti pare inghiottire la quasi centenaria storia azzurra. Ed invece… “Quella salvezza di Fiorenzuola resta una delle gioie più grandi della mia carriera. E’ stata determinante per i destini del Novara e per il mio futuro professionale. Era un bivio che non potevamo permetterci di fallire…”.
La svolta definitiva arriva con mister Di Chiara. E dire che i primi giorni del tecnico romano paiono sconvolgere anche le certezze di Brizzi a cui viene tolta la fascia di capitano ed il ruolo di centrale per un meno abituale (fino ad allora) impiego sulla corsia destra: “In quei momenti certe decisioni non ti convincono. Poi capisci che sono state prese soltanto per tirare fuori il meglio da ogni giocatore. Come era stato allora. Dopo un inizio così così… ho apprezzato molto anche il lavoro di mister Di Chiara…”.
Da un tecnico laziale all’altro. La promozione arriva con Foschi che nell’estate 2003 porta finalmente a termine il capolavoro compiuto da Borgo, tra mille difficoltà: “Credo che quel salto in C1 rappresentasse davvero il massimo traguardo possibile per il Novara di quei tempi. Anzi, forse eravamo andati addirittura oltre. Eravamo un gruppo straordinario, anche dal punto di vista umano… Fu una primavera molto intensa… L’infortunio alla caviglia, con la rottura di un legamento… il recupero affrettato per i play off, la finale… E proprio in quei giorni nasceva mio figlio Matteo…”.
Da quel Novara, con il ritorno di Rubino, si potrebbe costruire una squadra già pronta a lottare per la B. Ed invece manca la stabilità societaria… e si rischia addirittura un altro scivolone in C2: “E’ vero. Nel 2004, in particolare, avevamo una squadra fortissima, con giocatori che poi hanno militato in pianta stabile in categoria superiore. Ed invece tutto viene smantellato. Ricordo la grande sofferenza dei play a Como, quand’ero in tribuna dopo il grave infortunio al ginocchio. Quel rigore di Palombo è stato fondamentale…”.
Borgo viene allontanato ed in società qualcuno pensa che l’avventura di Brizzi a Novara sia ormai giunta al capolinea. Per fortuna Max non molla e si riprende la sua maglia da titolare: “Dopo l’operazione avevano fatto di tutto per mandarmi via. Ed invece mi sono preso le mie rivincite sul campo. Il campionato disputato sotto la guida di Cabrini resta per me il migliore giocato in maglia azzurra…”.
Comincia l’era De Salvo, cambiano gli obiettivi. Brizzi vive da protagonista le prime due stagioni e mezzo con la nuova proprietà. Gli resta il rammarico per l’inatteso crollo nel girone di ritorno nell’era Notaristefano: “Eravamo partiti bene. Nell’andata avevamo giocato il miglior calcio, raggiungendo il terzo posto. Poi abbiamo perso troppe pedine importanti. Gli infortuni di Bertani, Rubino, Gallo ed altri guai… ci hanno condizionato…”.
Così la storia di Brizzi in azzurro si conclude senza il “lieto fine” del salto in serie B che la sua generosità avrebbe certamente meritato. Ma il piccolo grande uomo del centrocampo del Novara si ritaglia, comunque, un posto nella massima serie, prima di tutti noi. Al Botev Plovdiv, in Bulgaria: “E’ stata un’esperienza calcisticamente affascinante. Fatte le debite proporzioni, ho giocato anch’io in serie A, in grandi stadi e contro squadre come il Cska che hanno fatto la storia. Purtroppo le cose non sono andate come ci aspettavamo…”.
Nonostante un “addio” un po’ inaspettato Brizzi è rimasto un grande tifoso del Novara: “Ero allo stadio la sera di quel capolavoro di Rigoni contro la Reggina… E continuo a sentire almeno i miei ex compagni. Ho esultato, come tutti, per il primo gol di Rubino in serie A. Solo chi come me ha vissuto da vicino tutte quelle stagioni può capire la forte emozione che mi ha regalato la rete di Raffaele…”.
E domenica era davanti alla tv… a volare con la fantasia dopo la prodezza dell’Airone: “Non abbiamo giocato per la neve e così mi sono visto Inter-Novara in tv… Anch’io ero un po’ sfiduciato prima di questa partita. Invece ho ammirato una squadra viva, pronta a lottare fino alla fine. Gente come Liuszzo e Porcari non mollerà tanto facilmente la serie A che ha conquistato sul campo. E la società ha dimostrato di crederci con gli acquisti di gennaio. E con l’ingaggio di un grande tecnico come Mondonico che credo sia uscito ulteriormente rafforzato dalla esperienza umana che ha affrontato. Ora diventa determinante la sfida con l’Atalanta…”.
Il finale è per un messaggio di Massimiliano Brizzi che auspica un’altra… Fiorenzuola: “Saluto tutti i novaresi. E dico loro di non mollare mai. Bisogna crederci fino a quando la matematica dirà il contrario. D’altronde la storia ha dimostrato… che il Novara è capace di cogliere anche salvezze insperate…”.
Massimo Barbero |