Storie di ex.....Ugo Armanetti
mercoledì 21 marzo 2012 - 18:18
di Massimo Barbero
“U-U-Ugogoal!!!!”... Forse non eravamo in tanti in curva ai tempi, ma quel coro metteva i brividi… Perché era il segnale della “carica”. Con il pubblico a spingere la squadra in occasione di qualche calcio d’angolo o, semplicemente, di una sortita offensiva degli azzurri. Era soltanto C2… ma un amore viscerale legava i tifosi più fedeli al Novara Calcio… Bastava la presenza in area avversaria di Ugo Armanetti per far capire a tutti che… c’era profumo di gol…Un breve ripasso per i più giovani… Ugo Armanetti è un centrocampista molisano che ha vestito la maglia del Novara dal 1990 al 1995. Per anni è stato l’uomo simbolo della rincorsa azzurra alla C1 che non voleva saperne di arrivare… La sua stazza possente (lo paragonavano a “Gazza” Gascoigne) lo rendeva fortissimo di testa. I suoi piedi gli permettevano comunque giocate di alto livello per la categoria. Per diverse stagioni ha segnato ben più delle nostre punte. I suoi gol non ci hanno regalato la promozione, ma, più di una volta, ci hanno permesso di rimanere tra i professionisti… E ci hanno sempre fatto amare i magici colori azzurri, nonostante tanti anni difficili…Abbiamo scovato Ugo Armanetti a Campobasso grazie alla preziosa collaborazione di Thomas Gianotti. Attualmente è fuori dal calcio: “Fino a tre mesi fa gestivo una sala di scommesse – racconta Ugo – ma adesso sono fermo. Ho preso il patentino e vorrei ricominciare ad allenare. E mi piacerebbe fare un salto a Novarello per proporre alla società azzurra qualche ragazzo molisano interessante…”. Chissà che non possa davvero accadere… anche perché Giaretta e Borghetti sono stati a lungo suoi rivali sul campo… protagonisti di ripetute sfide Novara-Lecco che valevano una fetta di campionato… Il tempo legittima una doverosa stretta di mano tra ex colleghi-rivali…
Nonostante la distanza, Novara rappresenta ancora qualcosa di speciale per Armanetti: “In assoluto è la squadra che porto di più nel cuore. Sono stati degli anni stupendi. Avevo un rapporto speciale con il pubblico e con la gente che mi ha sempre trattato benissimo. Qualche volta mi era capitata anche la possibilità si salire di categoria, ma avevo scelto di rimanere in azzurro…”In tutto fanno cinque campionati con tre allenatori diversi: Nicolini, Del Neri e Colomba: “Non c’è che dire… Ho avuto sempre grandi tecnici a Novara. Tutti hanno fatto carriera… Dei tre quello che mi ha lasciato meno dal punto di vista personale è stato Colomba… Nulla da dire nei suoi confronti, ma era un po’ freddino… Con Nicolini siamo ripartiti dopo una retrocessione facendo delle buone cose. Con Del Neri ho vissuto assieme per un anno intero in hotel… Mi parlava sempre di schemi, a qualsiasi ora… Mi utilizzava come punto di riferimento avanzato per sfruttare le mie qualità in zona gol. Ma mi ripeteva spesso che avrei avuto un grande futuro come difensore centrale. Solo che all’epoca non poteva arretrarmi. Sarebbe scoppiato il finimondo a Novara…”.Armanetti ha vissuto sul campo le ultime stagioni della gloriosa epoca di Santino Tarantola: “Era un personaggio straordinario. Ci trattava tutti come figli e per me era sorta di secondo padre. Aveva una predilezione particolare nei miei confronti. Mi piacerebbe tanto risentire suo figlio Francesco … Come vorrei riabbracciare, tra gli altri, Costa e Paladin..”Allora spesso si giocavano le gare casalinghe in un pantano, altrochè sintetico: “La società aveva fatto di tutto per rendere il terreno agibile, ma non c’era nulla da fare… Era un problema di fondo… Credo che realizzare il sintetico fosse davvero l’unica soluzione adeguata…”.Tra i tanti gol segnati Ugo ne sceglie uno in particolare: “Quello dell’1-1 a Mantova. A lungo su “Forzanovara” avete potuto ascoltare la radiocronaca di Paolo Molina e la sua gioia di quel pomeriggio… Per me era una rete speciale. Contro il mio ex allenatore Pasinato e contro un mio ex compagno, Romiti”.L’unico rammarico è quello di non aver partecipato sul campo all’agognata promozione in C1 del 1996: “L’anno prima l’avevamo mancata per un soffio. Tutta colpa del rigore fallito da un grande giocatore come Ferretti, nei play off con il Saronno… Mi è spiaciuto tanto non rimanere, ma con l’allora ds Morselli c’erano dei contrasti… Ormai mi sentivo, a tutti gli effetti, un cittadino novarese…”.E da “novarese” ha gioito per le promozioni degli scorsi anni: “E’ stato bellissimo. Mi fa enorme piacere vedere il Novara a San Siro o a Torino contro la Juve. La città meritava tutto questo. Ora la salvezza resta difficile, ma spero che queste due vittorie rappresentino la scossa per un’altra impresa…”.E per finire i saluti, fatti davvero con il cuore: “Abbraccio tutti i tifosi novaresi, quelli che c’erano quando giocavo e quelli che si sono avvicinati ai colori azzurri in seguito. Li invito a non mollare ed a credere nel miracolo. Saluto in particolare “Paolino”, supertifoso nell’epoca in cui andavo in campo. Spero di salire presto a Novara per assistere ad una gara di questo campionato…”
Massimo Barbero |