4 chiacchiere con... Aldo Dolcetti
mercoledì 20 aprile 2011 - 12:16
di Massimo Corsano
Aldo Dolcetti (nella foto a sinistra, assieme a Corsano) nasce a Salò il 23 ottobre 1966. Inizia a muovere i primi passi nel mondo del calcio con il Trino Vercellese, a 13 anni passa nelle giovanili della Juventus, dove vi rimarrà per 6 anni; tra il 1984 ed il 1986 farà parte della prima squadra collezionando qualche presenza in Coppa Italia ed in alcune gare amichevoli. Nella stagione 1986/87 arriva a Novara sfiorando la promozione in C1. Tra il 1987 ed il 1991 giocherà nel Pisa di Romeo Anconetani in serie A, chiuderà la sua carriera da giocatore nella stagione 2001/02 con il Darfo Boario nel campionato di Eccellenza. Nella stagione 2003/04 inizia la sua avventura di allenatore come vice di Cavasin nella Fiorentina, nel 2005 è al Brescia e la stagione successiva ad Hanovèd; nel 2007 siederà prima sulla panchina del Messina e poi su quella del Lecco, nel 2008 sarà allenatore in Ungheria del Siòfok e nella stagione 2008/09 alla guida della Spal. Attualmente, oltre ad essere opinionista ogni sabato a “90 minuto serie B”, è responsabile del settore tecnico-tattico delle giovanili del Milan.
Aldo Dolcetti inizia la sua carriera da giocatore nelle giovanili del Trino Vercellese… “E' stato un periodo stupendo, ricordo l'oratorio di Trino e tutti i compagni con i quali giocavo a calcio dalla mattina alla sera, fino a quando la luce non scendeva; in terza media sono passato alla Juventus dove rimasi per sei anni, furono belli in quanto importanti e formativi, negli ultimi due ho fatto parte della prima squadra dove, come allenatore, c'era Trapattoni. Non sono riuscito ad esordire in serie A perché avevo davanti a me un certo Platini ed in panchina Vignola”.
Nella stagione 1986/87, Aldo Dolcetti approda in maglia azzurra: una stagione che sfociò nella quasi promozione in serie C1. “E' stata una stagione incredibile e fantastica, il paradosso è che io a Novara non volevo venire perché avevo la possibilità di andare a giocare in serie B; tra maggio e giugno mi chiamò il presidente Boniperti e mi convinse dicendomi che a Novara c'era una ambiente ideale per ottenere successi e soddisfazione. Alla fine lo ringraziai, a Novara mi sono trovato veramente bene, se fossimo andati in C1 sarei rimasto. Quella stagione è rimasta indimenticabile: per i ragazzi che facevano parte di quella squadra, per mister Danova e penso anche per la tifoseria di quel periodo: c'era una bella atmosfera, l'unico rammarico è stato il risultato finale”.
Un esperto di calcio quale Dolcetti si sarebbe mai aspettato un Novara così in alto in classifica come quello attuale ? “Aspettarmelo forse no, ma ero certo che avrebbe fatto bene. In Italia le squadre di blasone che giocano in Lega PRO dicono: “Devo andare in serie B e poi se ci vado inizio a costruire...”. La società e la dirigenza del Novara hanno fatto l'esatto contrario sostenendo la tesi: “Io costruisco le strutture, i materiali, l'organigramma e poi punto alla promozione”. Questo vuol dire dare continuità ad un progetto. Dopo la promozione dalla ex serie C alla cadetteria, solo con queste basi si può pensare ad un ulteriore salto di categoria”.
Dolcetti si sarà certamente raffigurato in uno dei giocatori attuali del Novara… “Non proprio… manca un mancino come lo ero io; però guardando il centrocampo mi viene da dire Rigoni. Recentemente ho incontrato Fabio Scienza ed abbiamo fatto un paragone tra questo Novara ed il nostro - stagione 1986/87 - dove Di Marzio ricopriva il ruolo di Porcari, Balacich di Marianini e, per l’appunto, Fabio Scienza quello di Bertani”.
Che giudizio può dare un ex giocatore del Novara sulla dirigenza attuale ? “Direi ottimo, conosco Pasquale Sensibile e lo reputo una persona capace, non ci sentiamo tantissimo ma se ci dovessimo incontrare domani si potrebbe parlare di calcio capendosi al volo; sono contento che a Novara si sia deciso di costruire un grande progetto”.
Per Dolcetti quattro stagioni in serie A con il Pisa. Sicuramente un’esperienza di un certo rilievo. “Con il Pisa ho imparato molte cose, ricordo l'esordio contro il Milan di Sacchi, Van Basten, Gullit (N.d.R. terminata con la sconfitta interna dei nerazzurri per 3-1); sono stati gli anni trascorsi nella terra dove alla fine passo più tempo: ancora oggi abito a Pisa e lì mi sono sposato con una pisana. Sono stati quattro anni belli e importanti, anche perché la serie A è sempre… la serie A”.
Per Dolcetti, opinionista sportivo, una valutazione su questo campionato di serie B. “Questo campionato è iniziato in maniera anomala fin dall’inizio, con la scissione fra la Lega della massima serie e quella cadetta. Dal punto di vista tecnico ho visto buoni elementi e tanta volontà delle squadre di esprimere un calcio più emozionante. Il campionato italiano è uno dei più difficili, in nessun’altra nazione affermarsi è così complicato come da noi: questo perché qui c'è molto equilibrio. Per l'Atalanta non sarà mai così scontato battere la Triestina, si gioca molto sulla tenuta mentale e sulla resistenza essendo un campionato lungo (N.d.R. 42 giornate), in sintesi lo reputo un campionato di valore”.
L’obiettivo di Dolcetti per questo 2011. “Dopo aver smesso di giocare ho allenato, avevo ancora la possibilità di continuare a farlo con squadre di Lega PRO, le ho rifiutate perché credo sia più importante sposare idee, progetti e persone. Per questo, quando a gennaio mi ha chiamato Filippo Galli chiedendomi di collaborare con il settore delle giovanili del Milan, ho accettato. Sto seguendo quattro progetti tutti in contemporanea, che mirano a migliorare il settore giovanile dei rossoneri, con l'idea di formare calciatori completi sotto tutti i punti di vista, da quello fisico a quello mentale e tecnico, che è quello del quale mi occupo in modo particolare”.
Il messaggio di Dolcetti agli utenti di forzanovara.net. “Mantenete sempre alto l'entusiasmo, le cose belle devono essere conservate guardando avanti, senza dare mai nulla per scontato. E’ già bello ed entusiasmante che il Novara sia in serie B dopo tanti anni, bisogna che tutto il pubblico contribuisca per raggiungere insieme un altro obbiettivo...”.
Massimo Corsano
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