L'editoriale Azzurro
domenica 04 maggio 2025 - 11:35
Il punto di Massimo Barbero del 4 maggio 2025
In una conferenza stampa di fine agosto 2024 Vecchi del Vicenza aveva detto che tra le squadre da tener d'occhio nella lotta per la promozione in B c'era anche il Novara. Non si era trattato del classico complimento “di facciata” che si fa all'avversario che si sta per affrontare. Era un attestato di stima gratuito e per questo autentico nei confronti di una squadra che ad inizio aprile al “Menti”, contro un Lanerossi in grande salute, era caduta solo a seguito di tre calci di rigore fischiati, dopo aver colpito un clamoroso palo sull'1-1 ad una ventina di minuti dal termine. Una formazione che dalla fine del mercato di gennaio in poi aveva perso solo quella partita, che aveva inanellato una lunga serie di risultati positivi, malgrado fosse decimata da infortuni determinanti per poi travolgere il Fiorenzuola del celebrato Tabbiani nelle tre sfide finali che valevano la salvezza con un complessivo score di 7-2. Era un Novara che aveva ribadito le proprie credenziali cogliendo uno 0-0 “ampio” all'esordio in campionato sul difficile campo della Feralpi, poi rivelatasi terza forza del girone.
Ecco, a quasi un anno di distanza, la più grossa delusione che ci lascia il campionato appena concluso è data dal fatto che questo “gap” che ci separa dalle protagoniste assolute del gruppo A anziché ridursi è andato progressivamente ampliandosi nel corso della stagione.
E' successo perchè in estate abbiamo clamorosamente sbagliato gli acquisti che avrebbero dovuto farci fare il salto di qualità. E' vero, siamo riusciti a parare il colpo della partenza di Urso azzeccando l'innesto di Agyemang, a sostituire Bentivegna con il talentuoso (ma fragile) Morosini, a scovare in Basso una valida alternativa al trio Calcagni-Di Munno-Ranieri. Ma Jelenic, Ganz e Ghiringhelli hanno rappresentato, per ragioni diverse, tre evidenti flop. Giocatori d'esperienza (tutti vincolati da un biennale) che pesano parecchio sul monte-ingaggi e che non mai offerto un rendimento che solo si avvicinasse alla sufficienza.
A gennaio sarebbe stato facile (sulla carta) intervenire per correggere gli errori commessi perchè i ruoli scoperti erano evidenti. Ma si è preferito stravolgere la rosa, subendo i ripetuti mal di pancia degli elementi che chiedevano di essere ceduti per poi puntare sulla quantità, a dispetto della qualità. Degli otto innesti operati nella sessione invernale salvo in prospettiva Maressa e Da Graca e rimando ad altre valutazioni Leo Virisario (che ha un contratto sino al 30 giugno 2026). Gli altri saranno ricordati a Novara come autentiche meteore.
Come scrivevo la sera di Trieste, un altro elemento di delusione è rappresentato dall'atteggiamento della squadra in troppe occasioni. Il gruppo che non aveva mai mollato nei giorni in cui si trovava con l'acqua alla gola, ha invece staccato la spina di frequente una volta che ha riagganciato un tranquillo centroclassifica. I casi più eclatanti sono rappresentati dalle trasferte di Vercelli, Caldiero, Chioggia e Trieste. Ma ho avuto l'impressione di un Novara un po' troppo presto “appagato” anche in alcune gare casalinghe, a partire dallo 0-0 col Lumezzane di inizio dicembre.
Il discorso tattico passa in secondo piano. Il 3-4-2-1 con cui il Novara aveva conquistato la salvezza in primavera (quando Calcagni era out per un serio infortunio) è stato quasi sempre abbandonato in nome di un più prudente 3-5-2 all'indomani del rovinoso 0-3 subito dall'Atalanta all'esordio casalingo. Un modulo che ha finito col sacrificare le caratteristiche migliori delle numerose mezzepunte presenti in rosa (Gerardini, Manseri ed anche lo stesso Donadio) e che ci ha proposto una squadra “bloccata”, non particolarmente bella da vedere, più efficace nel gioco di rimessa, specialmente in trasferta e specialmente contro le grandi che non quand'era chiamata ad imporre la propria manovra.
Un anno dopo lo scampato pericolo con il Fiorenzuola le certezze sulle quali ripartire sono dunque decisamente minori rispetto a dodici mesi fa. Non c'è un modulo che ci dia garanzie ed il ricordo della figuraccia di Trieste è ancora troppo fresco per non essere offuscati nelle valutazioni e nei giudizi sui singoli.
La scelta dell'allenatore sarà determinante per costruire qualcosa anche in prospettiva. Dovrà essere un tecnico che goda della massima fiducia della proprietà e del direttore sportivo con cui confrontarsi quotidianamente nell'individuare i giocatori da confermare ed inserire.... L'estate è ancora lontana... Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero |